Luganese

Una dogana tra Bissone e Campione

Sopralluogo nell'enclave per visitare i locali che il Comune vorrebbe vendere in modo da adibirli a uffici doganali.

Ti-Press
24 febbraio 2019
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Le Dogane italiane cercano casa a Campione d'Italia. Nei giorni scorsi c'è stato un sopralluogo da parte di alcuni funzionari doganali che hanno incontrato il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, ex prefetto di Varese. Per quanto è dato sapere dovrebbero già essere stati individuati i locali in cui aprire gli uffici doganali. Locali che il Comune, schiacciato da una montagna di debiti, ha deciso di mettere in vendita. A questo proposito ci sarebbe un grosso interessamento da parte di immobiliari ticinesi e lombarde per le proprietà comunali in zona lido, dalla cui vendita il Comune punta ad incassare un consistente pacchetto di milioni di euro.

La ricerca di locali da parte delle Dogane italiane deriva dal fatto che, la scorsa settimana, a Bruxelles il Consiglio dell'Unione europea, noto anche come Consiglio dei ministri europei, ha definitivamente approvato l'inserimento del comune di Campione d'Italia e delle acque italiane del lago di Lugano (Porlezza, Porto Ceresio e Lavena Ponte Tresa) dal 1 gennaio 202, nello spazio doganale dell'Unione Europea.

Quanto approvato dal Consiglio dei ministri europei esclude, senza possibilità di ripensamenti, che Campione d'Italia possa diventare una zona franca, come Livigno. Ipotesi che è sempre stata esclusa dai negoziatori svizzeri. Entro la fine dell'anno le autorità svizzere e italiane dovranno definire alcune questione tecnico-normative. Come la movimentazioni delle merci e i controlli. Per quanto è dato sapere sembra più probabile una dogana all'altezza dell'arco che delimita il confine tra Campione e Bissone. Escluso che possa essere costruita una palazzina, la soluzione a cui pensano le Dogane italiane dovrebbe essere quella di un camper debitamente attrezzato che potrebbe essere utilizzato anche dalla dogana svizzera.

L'inserimento dell'enclave nel territorio doganale europeo per i campionesi presenta aspetti positivi, ma anche negativi. Se proseguirà il privilegio dell'esenzione dell'Iva del 22 per cento, dovranno pagare l'accise su molti prodotti, soprattutto sul gasolio che a Campione d'Italia è l'unica fonte di riscaldamento, non essendoci il metano. Per il rilancio dell'attività economica dell'enclave, oltre alla riapertura del  Casinò, un ruolo importante potrebbe averlo il regime fiscale agevolato, che in vigore dallo scorso 1° gennaio prevede sgravi al 30 per cento. Un regime fiscale che sembra aver alimentato l'interesse di imprenditori, non solo lombardi, ma anche ticinesi, a investire in riva al Ceresio.

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