Luganese

Giovanni Pedrazzini ai vertici della cardiologia svizzera

È stato eletto al settantesimo congresso nazionale svoltosi a Basilea nei giorni scorsi. È un prestigioso riconoscimento che suggella la qualità raggiunta in Ticino.

13 giugno 2018
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 Coprimario di cardiologia al Cardiocentro e professore all’Usi, Giovanni Pedrazzini è il primo ticinese al vertice dell’associazione che riunisce tutti i cardiologi elvetici. Durante i lavori del suo 70esimo congresso nazionale, che si è tenuto a Basilea dal 6 all’8 giugno, la Società svizzera di cardiologia ha convocato la propria assemblea generale per procedere all’elezione del nuovo presidente, la figura apicale di riferimento per i cardiologi svizzeri.

Si tratta di un riconoscimento molto importante non solo per Giovanni Pedrazzini, ma anche per il Cardiocentro e per tutto il Canton Ticino, perché la nomina rappresenta il definitivo suggello della assoluta qualità raggiunta dalla cardiologia ticinese nel confronto nazionale e internazionale.

58 anni, sposato con Marialuisa, quattro figli, Giovanni Pedrazzini ha completato il proprio percorso formativo dapprima in medicina interna e poi in cardiologia a Berna e Zurigo, con una breve parentesi all’estero per frequentare corsi specialistici di perfezionamento. Attivo al cardiocentro fin dall’apertura dell’ospedale nel 1999, è stato responsabile del servizio di cardiologia interventistica e quindi sostituto primario, per approdare infine al ruolo di coprimario di cardiologia al fianco del professor Tiziano Moccetti.

Membro della Società svizzera di medicina interna (dal 1992), della Società svizzera di cardiologia (dal 1996) e della Società europea di cardiologia (dal 2004), Giovanni Pedrazzini è stato Presidente del Gruppo di lavoro svizzero sulla cardiologia interventistica dal 2010 al 2012, anno in cui ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento universitario (PD) presso l’università di Zurigo. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, nel 2017 viene chiamato a far parte del primo nucleo di professori di ruolo della nuova facoltà di Scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana.

Il poco tempo libero è per la famiglia, per gli impegni umanitari in India e Guinea Bissau, e per la scrittura, alla quale si dedica, quando riesce, con molta e ricambiata passione.

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