Luganese

Campione, resta in carcere la 'mente' della rapina

Interrogato stamane, il 53enne arrestato lunedì si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip di Como ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare.

Ti-Press
30 maggio 2018
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Tutto secondo copione stamane al Bassone, carcere di Como, dove è rinchiuso il 53enne, originario di Olgiate Comasco, residente a Mendrisio, responsabile del reparto slot machine e tavoli del Casinò di Campione arrestato lunedì mattina dai carabinieri dell'enclave in quanto considerato la mente della rapina di 756 mila franchi compiuta la mattina del 28 marzo scorso alla casa da gioco. L'uomo assistito dall'avvocato Davide Giudici di Como nel corso dell'udienza di convalida del fermo si è avvalso della facoltà di non rispondere, per cui il giudice delle indagini preliminari Carlo Cecchetti del Tribunale di Como ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di concorso in rapina a mano armata aggravata.

È una scelta difensiva abbastanza scontata che consente all'indagato e al difensore di prendere visione degli atti dell'accusa. Gli elementi raccolti dagli uomini del maggiore Natale Grasso, comandante dei carabinieri di Campione, coordinati dal pm Daniela Moroni, sono molteplici ed essendo coincidenti consentono di etichettare il dipendente della casa da gioco come il regista del colpo le cui probabilità di riuscita erano pari a zero.

Considerato il Casinò dell'enclave una sorta di Fort Knox, videosorvergliato in qualsiasi pertugio, nelle mani degli investigatori c'è il ''film del colpo del secolo'' in cui compaiono sia il rapinatore che il regista. Immagini - lo si è appreso solo ora - identiche a quelle registrate il 27 marzo, giorno in cui si vedono entrambi i ''protagonisti'' pronti a mettere a segno il colpo poi fallito per un contrattempo.

La scena principe è quella in cui si vede, al quinto piano, dove c'è il parcheggio Vip, l'arrestato uscire dall'ascensore in uso a un manciata di dipendenti abilitati, nello stesso istante in cui entra il rapinatore. Il 53enne che si professa innocente, in sede di indagine preliminare, avrebbe sostenuto di non essersi accorto che una persona entrava nell'ascensore nel momento in cui lui usciva.

Stamane l'uomo sarebbe dovuto partire, con la famiglia per Zanzibar in Tanzania, nazione in cui non è prevista l'estradizione. Anche per questo motivo, e in aggiunta alla fuga di notizie pubblicate dai siti ticinesi, che il pm ha disposto il fermo. Continua la caccia al rapinatore e al malloppo che si presume possano già essere in un paradiso fiscale.

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