Luganese

Chirurgo indagato a Milano respinto dall'Ufficio sanità

Aveva chiesto di esercitare nella sua sede di Lugano, ma la richiesta è stata negata: non ha un titolo di specializzazione

14 aprile 2018
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«Nelle scorse settimane ci ha richiesto domanda per poter ottenere l’autorizzazione per operare in Ticino. Ma noi gliel’abbiamo negata, perché mentre in Italia può esercitare in quanto basta aver concluso la facoltà di medicina, da noi serve invece la specializzazione, da tre a sette anni con un titolo riconosciuto, ciò di cui egli è sprovvisto. A noi non risulta che abbia mai operato in Ticino, come ci ha assicurato il suo avvocato. Certo, ora rimarremo vigili e se del caso faremo anche un sopralluogo». Così, da noi interpellato, dichiara Stefano Radczuweit, responsabile dell’Ufficio cantonale di sanità, sul caso al centro delle cronache in Italia e in Ticino. Parliamo del chirurgo di estetica con sede amministrativa a Lugano in via Marconi 4, dove sul campanello compare il suo nome, accanto al brand SHB Swiss Health & Beauty Sa, indagato dalla Procura di Milano per omicidio colposo nei confronti di una sua paziente operata nel suo studio adiacente al Duomo di Milano. La denuncia penale è del compagno della vittima, 36enne rumena, che lo scorso luglio si è rivolta al chirurgo per una liposuzione nel suo centro di chirurgia plastica ed estetica e tre giorni fa è morta in un hospice nel Bresciano, dopo mesi di agonia e a causa di una grave infezione che avrebbe appunto contratto dopo l’intervento estetico. La liposuzione è una tecnica chirurgica di asportazione di parte del tessuto adiposo sottocutaneo attraverso una cannula aspiratrice. Figura tra gli interventi di chirurgia plastica più richiesti.

Nel sito web il chirurgo, che ieri abbiamo invano cercato di contattare, si promuove e definisce “autorevole esperto in campo di rigenerazione dei tessuti con cellule staminali da tessuto adiposo, si occupa di medicina e di chirurgia estetica ed esercita presso la struttura SHB Clinic situata nel cuore di Lugano”. «La Sa presente a Lugano sarebbe la sede amministrativa che non deve far necessariamente capo a un operatore sanitario» spiega Radczuweit, che assicura: «Può farsi pubblicità in Svizzera ma non operare qui». Fitta la sua autopromozione sul web, Facebook e Twitter. Come potersi tutelare da medici non autorizzati? «Lo sostengo da anni. Per sapere se un medico ha le carte in regola si può consultare il nostro registro online». Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici, dal canto suo assicura: «Non è iscritto al nostro Ordine e non sappiamo neppure chi sia questo chirurgo. Bisognerebbe capire se ha un libero esercizio o meno». Denti spiega di aver appreso dai siti web la vicenda del chirurgo con studio a Lugano sprovvisto di ogni autorizzazione. «Presto o tardi queste miserie umane giungono alla mia attenzione». 

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