Municipio in lite con i proprietari del Summer Village per le canalizzazioni di plastica in zona definita pericolosa dopo la costruzione del omplesso immobiliare

Cosa ci fanno grossi tubi di plastica in un bosco? Convogliano le acque chiare di un complesso immobiliare poco distante in un riale secco. Siamo a Vernate, accanto al Summer Village. Un caso unico in Ticino. Sì, perché l’area boschiva è stata inserita in una zona rossa, così definita dal Cantone perché a forte rischio di frane e smottamenti, solo dopo la costruzione del manufatto. Come sia stato possibile, chi è o chi sono i responsabili di questo scempio ambientale e perché le autorità non sono intervenute? Sono alcune domande a cui ha risposto la puntata di ‘Falò’ andata in onda a fine gennaio.
Ma la storia, cominciata nel 2003 con la domanda di costruzione, non è ancora terminata. Una storia che si trascina ancora oggi e crea problemi al Comune e ai 53 proprietari degli appartamenti. C’è infatti un progetto di sistemazione pronto da mettere in opera. Costa circa 150mila franchi. Il Comune chiama alla cassa i proprietari. Ma questi non vogliono saperne: hanno già pagato al promotore immobiliare anche i lavori di urbanizzazione (canalizzazioni comprese). D’altro canto, il Municipio non può mettere a carico di tutta la cittadinanza i costi per sistemare la questione dei tubi posati in via transitoria. E la vertenza è arrivata al Tribunale amministrativo cantonale (Tram), chiamato a pronunciarsi in merito al ricorso presentato dall’esecutivo dopo che il Consiglio di Stato nel febbraio del 2016 ha annullato la decisione municipale che ha intimato ai proprietari di pagare gli interventi. Una decisione fondata peraltro sulla licenza edilizia e sul preavviso dell’Ufficio natura e paesaggio del Cantone che indica come “la canalizzazione acque chiare in direzione del riale della valle di Prem (sbocco incluso) dovrà essere sistemata nel modo più naturale e meno visibile possibile”.
Il Comune non ha mai dato il via libera ai tubi legati fra loro con fili di ferro nel bosco, posati solo provvisoriamente. Tanto che dal 2009, quando è stata concessa l’abitabilità, l’ente locale ha richiamato e sollecitato a più riprese la Key Contractor Sa, costituita dal promotore immobiliare Marco Chiancianesi per la realizzazione del Summer Village. Oltre due anni dopo, la società ha presentato un progetto. Però, gli interventi non sono mai stati fatti, malgrado i numerosi solleciti, le rassicurazioni della Sa e incontri fra il promotore e l’esecutivo. Tutti tentativi che non hanno portato ad alcun passo in avanti nella risoluzione del problema. Perciò, il Municipio sei anni dopo, nel giugno del 2015, ha intimato ai proprietari la messa in esecuzione di quelle opere ritenute urgenti e indispensabili. Nel frattempo, la Key Contractor Sa ha venduto tutti i 53 appartamenti chiavi in mano e provveduto a saldare tutte le fatture relative al complesso immobiliare. Successivamente, è stata messa in liquidazione. Però i tubi sono ancora nel bosco.
Dal canto suo, il promotore immobiliare, ai microfoni della Rsi, si è difeso respingendo ogni responsabilità nella vicenda. Eppure, la loro sistemazione è ritenuta necessaria e urgente da oltre otto anni. Oltre al fatto che si potrebbero danneggiare, quei tubi sono una fonte di pericolo e preoccupano l’autorità comunale. L’inserimento nella zona rossa, da parte del Cantone, è infatti il frutto di una verifica ordinata dal Municipio. Una verifica voluta dopo i due decessi causati da una frana che nel novembre di quattro anni fa ha investito una casa a Bombinasco, per verificare eventuali pericoli idrogeologici, poi effettivamente accertati dalla perizia. Non solo. Nello stesso periodo proprio dalla valle di Prem si è staccata una frana che ha convogliato materiale fino al Comune di Agno.
Prima o poi un tribunale metterà la parole fine a questa vicenda ma una serie di interrogativi resteranno senza risposta.