Luganese

Strappo in Collina d'Oro fra polizia e autorità

Venerdì un faccia-a-faccia ha confermato il malessere espresso dagli agenti verso il capodicastero Sicurezza giudicato 'assente'

22 gennaio 2018
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Se dopo l’incontro, da lui voluto, credeva di poter ‘silenziare’ la crepa (cfr, ‘laRegione’ del 17 gennaio) venutasi a creare con il corpo di Polizia di Collina d’Oro, si sarà fatto sangue amaro il capodicastero Sicurezza, nonché vicesindaco di Collina d’Oro, Giorgio Cattaneo venerdì dopo che, anziché una smentita alla stampa sul suo operato di referente politico, si è ritrovato, diversamente, con nuove ‘accuse’ da parte dei suoi agenti. E non solo, ad essere coinvolta nell’animata discussione anche la segretaria del locale corpo.

Un faccia-a-faccia teso e farcito di numerose denunce, seguito alla consegna brevi manu di una lettera scritta tre giorni prima dagli agenti e destinata al Municipio in corpore, invitato a incontrarli per conoscere “l’opinione di ognuno di Voi in merito alla nostra situazione presente e futura”. Una richiesta di udienza necessaria anche per conoscere la posizione di tutto l’esecutivo sull’audit recentemente eseguito all’interno del corpo di Collina d’Oro così – scrivono gli agenti – “da far chiarezza e parlarci onestamente”.

L’auspicata “stessa rotta”, accennata nella missiva, sembra infatti aver sbandato paurosamente dopo, soprattutto, la notizia dell’apertura di un incarto sul vicecomandante, pizzicato a fianco di una minorenne alla guida di un’auto, e recentemente sospeso, dopo l’aperta critica suscitata per il non coinvolgimento (a notizia venuta all’orecchio del sindaco, Sabrina Romelli, e vicesindaco) del resto del Municipio, ovvero gli altri cinque municipali, venuti a conoscenza del fatto solo quattro mesi dopo.

Ad innervosire gli animi dei poliziotti nel summit di venerdì l’assenza gestionale del capodicastero spesso “irraggiungibile – hanno rimarcato gli agenti – non solo fisicamente, ma anche sul cellulare”. Ma a provocare il maggiore malessere le accuse sollevate in merito a un comportamento definito “arrogante e sessista, soprattutto nei confronti della segretaria”. Un comportamento quello di Cattaneo giudicato sopra le righe, spesso “di parte a discapito degli agenti con capacità ed esperienza”, tanto da riportare a galla il recente concorso per vicecomandante dove sarebbero stati esclusi gli interni.

Qualcuno ha parlato di “mancanza di credibilità” da parte del capodicastero e di un clima che mina la tranquillità di tutti gli agenti. Da qui la necessità, è stato evocato nell’incontro, “di un cambio di rotta”. Fino a parlare di “un passo indietro”. L’ombra delle dimissioni o del rimpasto dei dicasteri? Forse non si arriverà a tanto, ma che “il re è nudo” lo si è ormai riconosciuto.

Certo è che per il vicesindaco non sarà facile riannodare i fili di una fiducia compromessa, e già messa alla prova con il caso Brocchi (Cattaneo è, infatti, anche responsabile del dicastero dell’Educazione). Anche qui fra i corridoi della Casa comunale e dell’Istituto scolastico di Montagnola in molti parlarono di un comportamento, quello del maestro delle elementari e già sindaco, accusato di atteggiamenti rudi verso alcuni alunni, conosciuto fra i colleghi e le autorità comunali ma mai ‘lavato’ se non dal coraggio di alcune famiglie che hanno portato a conoscenza dei fatti il Ministero pubblico, che ha recentemente riacquisito gli atti dopo il rinvio del giudice della Pretura penale di Bellinzona Siro Quadri.

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