Lugano

Aeroporto, contestata la nomina del direttore. Lasa: 'Tutto in regola!'

(Benedetto Galli)
10 novembre 2017
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«Il concorso è stato una parodia, illegale la procedura scelta. Dovrebbero perlomeno pubblicare la graduatoria essendo un bando pubblico». Diego Zanoni, patron della Generalavia, che ha partecipato al concorso arrivando fino alla selezione finale. ha annunciato l’intenzione di ricorrere contro la recente nomina di Maurizio Merlo quale nuovo direttore dell'aeroporto (cfr. 'laRegione' di giovedì 9 novembre). Pronta la replica di Lugano Airport Sa (Lasa): “quale società di diritto privato, Lasa non è tenuta a mettere a concorso pubblico le assunzioni, non soggiace ad alcun regolamento organico di diritto pubblico e gode di totale autonomia”. Per Lasa non è quindi proponibile alcun ricorso contro la nomina: “La procedura di selezione del nuovo direttore generale è stata decisa e verificata in corso d’opera dal Consiglio di amministrazione che ha poi preso la decisione finale sulla base di un rapporto di una società internazionale di selezione del personale specializzata”. Al di là di questo aspetto, il giudizio di Zanoni è categorico : «Con le condizioni e le persone attuali, lo scalo di Lugano-Agno rischia di chiudere fra 6-8 mesi o di diventare assolutamente superfluo nel comparto aeroportuale internazionale perché non ci saranno più voli, a parte il volo Lugano-Zurigo gestita da Swiss, peraltro inutile oltre che costoso. L’ho scritto mesi fa che se l’aeroporto non dispone di una compagnia regionale chiude perché non ci sono più i mezzi e soprattutto non ci sono professionalità in grado di rilanciarlo. L’altra possibilità è che Lugano sia o diventi una meta talmente richiesta e importante da sollecitare l’offerta». Passando al fondo d’investimento 4K Invest… «Noto che si continua ad attribuire le responsabilità all’ultimo arrivato – sostiene il patron di Generalavia –. Il fondo d’investimento privato che compra una compagnia aerea fa scelte industriali che devono essere rispettate e sono autonome».

‘Darwin? La Città doveva intervenire’

Ma allora dove sono i problemi? «In luglio Darwin è stata venduta 20 giorni dopo aver dato ampie rassicurazioni sulla solidità in risposta a un’interrogazione sugli effetti su Lugano del Grounding di Alitalia – risponde Zanoni –. Se il vecchio management ha ceduto la compagnia e come ha scritto l'ex Ceo e futuro direttore dell’aeroporto, ‘la prima cosa che abbiamo fatto è quella di mettere al sicuro compagnia e i dipendenti’ e dopo un mese e mezzo Darwin chiude le rotte e licenzia dipendenti è la prova evidente che le responsabilità vanno imputate al precedente management che non ha attuato nessuna tutela e garanzia per i dipendenti né per le rotte tantomeno per l’aeroporto». E l’ente pubblico? «La Città avrebbe dovuto intervenire prima in un’operazione del genere palesata da un evidente falso ideologico. A parte Swiss, Darwin era l’unica aerolínea regionale che operava in esclusiva su Lugano, non mi pare abbia fatto molto per rilanciare lo scalo in oltre 10 anni». E cosa si può dire sui due voli Lugano-Ginevra e Lugano-Roma soppressi? «I nuovi proprietari non hanno alcuna responsabilità su quanto successo. Accanirsi sugli ultimi arrivati senza considerare che gli eventi più catastrofici sono avvenuti nel periodo in cui gli stessi personaggi che oggi si professano esperti e tornano in sella nella stessa società che hanno affossato mi pare un'assurdità». Quali possibilità per l’aeroporto per essere rilanciato? «Il piano di sviluppo di cui ha parlato il vecchio Cda da anni non si è ancora visto e i dirigenti hanno celato dati fondamentali di bilancio trincerandosi dietro clausole di riservatezza inconcepibili per un struttura pubblica seppur Sa – osserva Zanoni –. Si continua a parlare di rilancio, ma il rilancio nasce della persone e dalle competenze, non dal riciclo delle poltrone. Dopo le tre dimissioni, Il Cda avrebbe dovuto essere resettato con professionisti di alto profilo, come Mosé Franco. Bisogna creare un indotto, stimolare il turismo e operare con professionisti che sappiano creare la domanda».

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