Luganese

Lugano, il trafficante resta in cella

(©Ti-Press/Gabriele Putzu)
5 ottobre 2017
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La Corte di Appello e revisione penale ha confermato la pena di 30 mesi da espiare che era stata inflitta a un 27enne nigeriano lo scorso novembre dalle Assise criminali di Lugano. Il giovane era uno dei quattro finiti alla sbarra per un giro di cocaina, complessivamente mezzo chilo, che gravitava intorno a un appartamento di Pregassona Bozzoreda.

I suoi tre compari avevano beneficiato della sospensione condizionale della pena, venendo scarcerati. Non così il 27enne, a causa dei precedenti penali accumulati in Italia, tra cui una pena ferma di 4 anni, inflitta a Torino sempre per traffico di stupefacenti e scontata fra il 2009 e il 2013.

Inoltre, un giorno prima del suo arresto era stato condannato per una infrazione in Ticino, pena frattanto tramutatasi in sanzione pecuniaria di 1’800 franchi sospesa condizionalmente per due anni. La Corte di Appello, presieduta dal Giudice Giovanni Celio (a latere Francesca Lepori Colombo e Attilio Rampini) ha così respinto il ricorso dell’avvocato difensore Stefano Pizzola.

Gli altri nigeriani coinvolti nello stesso traffico di stupefacente erano stati condannati a 24 mesi, ma grazie alla sospensione condizionale della pena erano stati rimessi in libertà. Uno di essi era iscritto come studente all’Università della Svizzera italiana e risultava essere l’intestatario dell’appartamento.

Una ‘banda’, ai fini della valutazione giuridica, con ulteriore aggravante della messa in pericolo della salute di molte persone: a fare la differenza fra la cella e la libertà è stata la vita anteriore del 27enne, dedicata allo smercio di droga, in pratica, fin da quando aveva 19 anni. Gli altri tre imputati non avevano presentato ricorso in Appello, sicché la loro condanna era già cresciuta in giudicato.

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