Caslano

Rapina al portavalori di Caslano, in Appello ridotte le pene ai 5 imputati e bocciata l'accusa

20 settembre 2017
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Senza dubbio, fu una rapina, perdipiù qualificata. In altre parole, è stata confermata l’aggravante specifica della pericolosità. Così ha stabilito la Corte di appello e revisione penale di Locarno (Carp) composta dai giudici Damiano Stefani, presidente, Matteo Galante e Ilario Bernasconi, nei confronti di 5 dei 7 condannati in prima istanza (due non hanno contestato la sentenza del 29 settembre 2016 di Amos Pagnamenta, presidente della Corte delle assise Criminali di Lugano). Stiamo parlando della banda che nell’ottobre 2015 tentò di rapinare un portavalori a Caslano e venne fermata, con un ampio dispiegamento di forze dell’ordine a Castelrotto.

La Carp ha leggermente ridotto le pene agli imputati che si sono imposte per adeguarle alla giurisprudenza cantonale ai casi simili. Solo uno ha beneficiato di sei mesi di sconto perché era incensurato senza precedenti penali. Ma anche ha lui è stata negata la sospensione condizionale e la condanna si è tramutata in tre anni di prigione da scontare. La pena più pesante, inflitta ai due ideatori del colpo, è diminuita invece da tre anni e nove mesi a tre anni e mezzo. Confermata, dicevamo, l’aggravante specifica della pericolosità per vari motivi. A cominciare dalla professionalità con cui era stata preparata la rapina, curata nei minimi dettagli con vari sopralluoghi, spartizione dei ruoli nel gruppo e uso di disturbatori di frequenze.

Senza dimenticare l’importanza del bottino previsto, ben superiore ai 100 mila franchi ammessi dagli imputati (nel furgone vi erano quasi 3 milioni di franchi) e l’assunzione del rischio di commettere un reato all’estero, con l’obbligo di valicare il confine due volte. Non solo. Il gruppo decise di commettere il reato in un luogo pubblico verso le 8, con probabile presenza di testimoni. Una volta fermati, i sette si sono subito arresi: reazione da professionisti che hanno capito di essere accerchiati dalla polizia. La rapina è stata aggravata anche perché impiegarono armi pericolose: una pistola con caricatore inserito e colpo in canna e un mitragliatore Uzi con 30 colpi nel caricatore. Un fatto determinante e indicativo di un’accettazione di tutti della possibilità che durante la rapina sarebbero stati esplosi colpi. La Carp ha pure bocciato l’appello incidentale del procuratore pubblico che ha postulato un aumento delle pene inflitte in primo grado.

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