Lugano

Lugano, sequestrato mezzo milione di euro del presidente del Catanzaro calcio

(Gabriele Putzu)
30 maggio 2017
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Oltre mezzo milione di euro riconducibile al presidente del Catanzaro e alla figlia Ambra, che si trovavano in una cassetta di sicurezza di Lugano, sono stati sequestrati dagli inquirenti ticinesi. Giuseppe Cosentino, agli arresti domiciliari, non è un nome sconosciuto al Ministero pubblico. Come ha riferito ieri sera la Rsi, il presidente del Catanzaro calcio, era stato indagato all’inizio del 2014, quando il procuratore generale John Noseda ordinò accertamenti sulla società K7, con sede a Chiasso e caveau a Lugano. E la perquisizione portò al sequestro della cassetta di sicurezza di Cosentino e figlia.

Entrambi, sentendo odore di bruciato, nel 2013 hanno creduto di poter mettere al sicuro parte del loro tesoro, evitando di scudarlo, acquistando a Lugano 400 sterline d’oro, mettendole al sicuro in una cassetta di sicurezza di una banca di Milano. Solo che i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, al comando del colonello Agostino Bringanti, sono riusciti a ricostruire i passaggi, sino a mettere le mani sulle sterline d’oro. Uno dei risultati ottenuti grazie alla rogatoria internazionale. «Un contributo preziosissimo, per molti aspetti derminante per la riuscita dell’inchiesta», afferma l'ufficiale delle Fiamme gialle calabresi.

Come il vorticoso giro del milione di euro, prelevato il 4 ottobre 2011 a Milano, da Giuseppe e Ambra Cosentino, che il giorno dopo erano a Lugano, per depositare la somma in una banca ticinese, su un conto denominato “Cioccolato” aperto il 25 settembre dello stesso anno da uno dei due fiduciari ticinesi indagati a piede libero per concorso in riciclaggio di soldi sporchi. Stessa ipotesi di reato nei confronti dei due fiduciari (uno di Lugano, l'altro di Chiasso, in rapporto con un promotore finanziario di Appiano Gentile).
La somma il 26 febbraio 2011 è passata su un altro conto corrente di un'altra banca. Conto intestato ad una società residente in un paradiso fiscale. Nuovi spostamenti il 9 il 14 gennaio 2013, in altre due banche di Lugano: un milione di franchi in una e 230 mila franchi nell'altra.

Dietro questi continui spostamenti ci sarebbe stato il tentativo di evitare la rintracciabilità. Grazie alla fatture false emesse da una società di Clover, minuscolo comune statunitense (230 abitanti) nel Wisconsin, Cosentino e sua figlia Ambra, sarebbero riusciti a trasferire a Lugano, fra il 2006 e il 2011, quasi 9 milioni di euro di cui 4 in contanti, gli altri con bonifici bancari. Stando agli investigatori, tramite alcuni spalloni, avrebbe svolto il ruolo di traghettatore di pacchi di banconote da 500 euro. Soldi che nella ricostruzione del magistrato inquirente erano poi gestiti dai fiduciari ticinesi.

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