Luganese

Carona, inaugurata la centrale termica: energia a costo zero

10 maggio 2017
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Calore ricavato dalla legna che diventa energia. In estrema sintesi è questo il ‘modus operandi’ della centrale termica a cippato di Carona e della relativa rete di teleriscaldamento. Malgrado l’inaugurazione ufficiale sia avvenuta soltanto stamattina, la prima accensione della caldaia è avvenuta il 16 marzo e in questi giorni si stanno ultimando gli allacciamenti alle abitazioni che saranno servite da quest’eco-energia. «È un momento molto importante per lo sviluppo strategico della nostra azienda» ha detto il ceo di Ail Sa Andrea Prati, alludendo alla proficua collaborazione con la popolazione locale e a quella che ha definito «democratizzazione energetica», ossia il trend in atto da diversi anni ormai che vuole una presenza sparsa sul territorio di impianti di piccola e media taglia, rispetto a quelli di grosse dimensioni e concentrati tipici del secolo scorso. Le considerazioni di Prati si riferiscono anche a una concezione di sostenibilità piuttosto estesa. Ambientale in primo luogo, grazie all’uso di legna come fonte primaria. «La legna usata viene dai boschi del Luganese – ci ha spiegato il responsabile del progetto David Maffei – e abbiamo commissionato uno studio per valutare la possibilità di sfruttare, e valorizzare, il patrimonio boschivo dell’Arbostora. Un’ipotesi che pare attuabile e allora avremo veramente un’energia a chilometro zero». E poi, sostenibilità finanziaria: l’investimento di 4,7 milioni di franchi è stato coperto in parte anche dal Fondo per le energie rinnovabili e «finché il carburante si manterrà sopra i 40 dollari al barile, strutture come questa saranno più convenienti», ha spiegato Mathieu Moggi (caposettore energie termiche e rinnovabili di Ail Sa). E c’è poi anche una sostenibilità sociale nel progetto: nella realizzazione e nella gestione dell’impianto sono stati e saranno coinvolti artigiani locali.

In autunno una struttura a Caslano Quello celebrato oggi è stato uno degli ultimi passi di un percorso in salita e con più d’un ostacolo. Il progetto affonda le proprie radici nel 2010, quando l’allora Comune di Carona – in concomitaza con il rifacimento delle canalizzazioni – ebbe l’idea di affidarsi a questo genere di produzione elettrica e grazie ad Ail Sa s’iniziò la progettazione della rete che avrebbe dovuto servire il nucleo del paese. Nel 2012, con l’aggregazione il dossier passò nelle mani del Comune di Lugano e oltre al cambio di gestione ci fu uno stop di qualche anno a causa di un ricorso. Questo obbligò a cambiare l’ubicazione della centrale, inizialmente immaginata nel previsto autosilo, che oggi si trova nei magazzini della piscina comunale. «Malgrado le lungaggini i tempi e i costi sono stati rispettati – ha detto il sindaco Marco Borradori –, l’impegno è stato mantenuto». Dichiarazioni che non sono passate inosservate nella sala gremita del quartiere, dimostratosi fra i più critici alla fusione con la città. Una partecipazione popolare così folta si spiega d’altronde facilmente: con la sua potenza di 700 kW, la centrale è in grado di coprire il 90% del fabbisogno termico degli immobili di Carona e sono una settantina le abitazioni allacciatesi. La sicurezza è garantita da una sorveglianza 24 ore su 24, mentre vi è un silos che accumula il cippato e garantisce una riserva extra di cinque giorni in caso di panne. E per le emergenze – o inverni particolarmente rigidi –, si potrà far capo a una caldaia a olio. Una via eco friendly che alle Ail piace, tanto che in autunno sarà inaugurato un impianto simile a Caslano.

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