
Con un ampio dossier intitolato “Il leghista e la ’ndrangheta”, il ‘Caffè’ nell’edizione di ieri ha evidenziato i presunti rapporti esistenti tra l’ex granconsigliere della Lega dei Ticinesi Luciano Poli, di Brissago, e la mafia calabrese, di cui avrebbe favorito l’infiltrazione in Ticino.
Ma il diretto interessato, da noi raggiunto ieri pomeriggio, nega ogni addebito e annuncia una querela penale corredata dalla richiesta di un ingente risarcimento. “Sono completamente estraneo ai fatti e domani (oggi, ndr) – dichiara – mi incontrerò con il mio avvocato per procedere legalmente. Sono tranquillissimo. Non conosco nessuna delle persone citate nell’articolo e non ho mai avuto niente a che fare con gente simile. Ho subito contattato il mio legale per procedere con la denuncia. Chiederò un dell’indennizzo, la pagheranno cara per quanto pubblicato. Sono stato amministratore di diverse società ma non ho mai avuto rapporti con la ’ndrangheta. Anche dalla polizia ticinese non sono mai stato contattato in merito all’inchiesta. Parlano della Calabria, ma io non vi sono mai stato. Forse hanno visto la mia auto, una Dacia, che ho prestato a una donna che ha effettuato una svendita di vestiti al Fevi e anche a Lugano».
Secondo il ‘Caffè’, stando a un’indagine italiana denominata “Borderland”, Poli avrebbe invece aiutato la ’ndrangheta ad infiltrarsi in Ticino. Nell’articolo firmato dalla giornalista calabrese Alessia Truzzolillo, viene in particolare citato tale Massimiliano Colosimo, un 38enne della cosca di Trapasso arrestato in Italia lo scorso novembre e che in precedenza sarebbe riuscito a ottenere il permesso di dimora in Ticino proprio grazie a Poli. Secondo l’articolo, la cosca Trapasso voleva investire in Svizzera e aveva bisogno di un fiduciario pronto a spostarsi in territorio elvetico e anche di un consulente capace di risolvere gli ostacoli burocratici.
Coinvolta nella vicenda vi sarebbe anche un’amica di Poli residente in Ticino. Accuse pesanti, che hanno suscitato l’immediata risposta della Lega, la quale in un comunicato sottolinea come i fatti risalgano al 2014. “Luciano Poli – precisa – ha lasciato la Lega nel 2004, e non siede più in Gran Consiglio dal 2007”. “Il signor Poli – si legge – non ha più alcun legame con la Lega da oltre 13 anni. Ha quindi smesso di far parte del Movimento ben 10 anni prima dei presunti “rapporti con i mafiosi calabresi” – accusa sulla cui fondatezza, ovviamente, la Lega nulla sa e nulla può sapere – che il ‘Caffè’ domenicale sbatte strumentalmente in prima pagina”.