Caslano

Per salvare la memoria, Caslano pubblica un libro

22 maggio 2015
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Prima che scompaia il ricordo dei tempi agresti, ancora vivo nella popolazione anziana, il Comune malcantonese pubblica un volume che illustra la sua storia. Pietra, legno, acqua, terra e... uomo: sono i simboli che si ravvisano (o s’intuiscono) sullo stemma di Caslano e sono pure i grandi capitoli del libro, fresco di stampa, che raccoglie la storia del comune malcantonese. Autore del volume è lo storico Damiano Robbiani, ma i suoi padri putativi sono più d’uno: il Comune, il Patriziato e la Pro Caslano. Dal centenario di quest’ultima, celebrato nel 2006, nasce l’idea di un volume per ricordare un passato che altrimenti rischia d’essere dimenticato. «Siamo al limite della generazione che ha vissuto i tempi della ruralità di Caslano» ci spiega Marco Boschetti del comitato scientifico per la redazione del volume. Va detto che tra il dire e il fare c’è voluto qualche anno: nel 2012 si riunisce per la prima volta il gruppo di lavoro per dare sostanza all’idea: con Marco Boschetti, c’erano Bernardino Croci-Maspoli, Francesco Gianferrari, Fernando Maina e Raffaele Vicari. Il Comitato si è incontrato una quarantina di volte e ha raggiunto il suo duplice scopo: proporre agli abitanti un libro rigoroso e godibile, da tenere sul tavolino e sfogliarlo a piacere. «Siamo riusciti ad evitare di procedere cronologicamente, pur attenendoci ai criteri storico-scientifici» spiega l’autore. Ad esempio la diversità delle fonti: i testi sono stati redatti in base alla documentazione presente negli archivi locali (comunale, patriziale e parrocchiale), nell’archivio di Stato, in quello diocesano e nell’archivio storico di Lugano; inoltre sono state raccolte testimonianze orali con una decina d’interviste ad anziani del villaggio (che oggi conta 4500 abitanti).

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