Il sindaco Pini e il capotecnico Engelhardt sulle finalità della sperimentazione in Città Vecchia ‘Più vivibilità per tutti, commerci compresi’
«Se avessimo voluto imporre qualcosa non avremmo proposto una sperimentazione (non obbligatoria), non avremmo coinvolto il Consiglio comunale per il credito (la somma rientra nelle competenze finanziarie del Municipio) e non avremmo promosso una discussione politica e pubblica sul tema, sia prima, sia dopo la sperimentazione. L’obiettivo ultimo è togliere da Città Vecchia il traffico di transito e soltanto quello; non quello interno, che serve, lo sappiamo benissimo, anche i commercianti. Infatti, tolte le limitazioni orarie (serali e nei fine settimana) immaginate per via Cittadella – sulle quali si può discutere, tanto che per trasparenza nel messaggio abbiamo riferito anche di altre opzioni – il transito interno rimarrà perlopiù così com’è oggi». Inoltre, «la sperimentazione è uno strumento per capire se quanto “idealmente e a livello teorico può starci” – parole dei contrari, che quindi ammettono la bontà dell’idea – è anche sostenibile, opportuno ed efficace. Non vogliamo fregare nessuno, ma coinvolgere, testare e discutere».
Sono due citazioni liberamente tratte da un incontro che la “Regione” ha avuto con Nicola Pini, sindaco di Locarno, e André Engelhardt, capotecnico della Città, raggiunti nel momento in cui la preoccupazione contro la suddetta sperimentazione della nuova gestione del traffico veicolare nel nucleo raggiunge Palazzo Marcacci, con le oltre 1’000 firme raccolte dal “Comitato spontaneo di difesa del futuro Quartiere Città Vecchia di Locarno”.
L’impressione che scaturisce da quest’incontro con i “più alti in grado” a livello politico da una parte, e tecnico dall’altra, è quella di un’autorità comunale che non può condividere le critiche sulla sperimentazione se essa viene vissuta come uno stratagemma per imporre una soluzione definitiva. «Perché – premette il sindaco – non è così! Sperimentare significa provare, non imporre. E il timore che una volta partita la sperimentazione poi non si possa o, peggio, voglia più tornare indietro, è quanto di più lontano dal nostro pensiero possa esserci». A Pini risulta inoltre «riduttivo e fuorviante» l’accostamento fra la raccolta firme contro la pedonalizzazione del 2019 (oltre 1’800 firme) e la situazione attuale: «Allora si era a un bivio: da una parte si parlava di pedonalizzazione (auspicata da Ps cittadino e Verdi del Locarnese con una petizione, ndr.) e dall’altra di non fare nulla, come chiedevano i commercianti favorevoli allo status quo. Oggi, 6 anni dopo, proponiamo una sperimentazione che si basa su una via mediana, e cioè togliere il traffico di transito dal nucleo storico (che di certo non lo valorizza) con qualche limitazione che nelle intenzioni vuole favorire, e non penalizzare, residenti e titolari di commerci».
Il tema del traffico di transito lungo via Borghese è, all’Ufficio tecnico di Locarno, un po’ come il risotto ai carnevali: sempre che gira nel pentolone. Dati alla mano, lo rileva Engelhardt: «Com’è noto se ne parlava già nell’ambito delle misure fiancheggiatrici “post ora H”, che è quella formulazione, conosciuta a chi ha qualche annetto sulle spalle, utilizzata in relazione all’apertura della galleria Mappo-Morettina. Come abbiamo ricordato anche nel messaggio municipale con la richiesta di credito di 140mila franchi per avviare la sperimentazione, fra le 34 misure elencate nel Piano dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia una era ritenuta essenziale: chiudere al traffico di transito la Città Vecchia. Serviva (serve) per sfruttare appieno il potenziale della galleria stessa, ma soprattutto per dare respiro al nucleo storico di Locarno, che con la sua via d’accesso, via Borghese, è fra i pochissimi in Europa ad accogliere ogni giorno oltre 6’000 veicoli, di cui il 70% unicamente di transito».
Stiamo quindi parlando di questo, sottolinea (con altre parole) il capotecnico: togliere questo 70% («ma sarebbe un successo anche solo liberarla di un 50% di veicoli in eccesso») di chi sfrutta Città Vecchia unicamente per attraversare Locarno in alternativa a via della Stazione a Muralto, via Orelli, Rotonda e direttissima o Cinque Vie. Chi, quindi, proprio in relazione a quell’utilizzo, se ne infischia sia della qualità di vita nel nucleo (gli basta poterlo attraversare) sia della effettiva implementazione di misure come la Zona Incontro, istituita in via Borghese (con il suo 20 km/h) ma di fatto svilita dalla carovana di auto che ogni giorno l’affollano.
È chiaro, spiega Engelhardt, che «non circolando più da Città Vecchia (e non “in” Città Vecchia, visto che continuerà invece ad essere aperta al traffico interno, con possibilità di uscita a ovest dopo un “tot” di minuti, sbrigate le faccende commerciali) il traffico di puro transito andrà in parte a gravare in galleria, sull’asse alternativo Muralto-Piazza Castello. A questo proposito, però, i 5 giorni di chiusura forzata di via Borghese avuti nel maggio dell’anno scorso ci hanno fornito un dato molto ma molto interessante: il tempo di transito medio da Muralto-Piazza Castello era risultato di 2,5 minuti più lungo rispetto alla situazione con via Borghese aperta. Il che è tra l’altro in linea con quanto indicato dalle simulazioni che hanno preceduto il messaggio per la sperimentazione». Tutto questo per dire che «il sistema viario non va in tilt e con una gestione ottimizzata potrà assorbire il maggior traffico. Inoltre, in molti saranno indotti ad attraversare Locarno in galleria, sia in entrata, sia in uscita. Che è esattamente il motivo per cui è stata realizzata la Mappo-Morettina».
Aggiunge Pini che «Città Vecchia, con l’attuale traffico di transito, non ha la qualità di vita cui può aspirare. Non è certamente un caso se le statistiche la danno come un quartiere con un grande “turnover” residenziale. Le riflessioni devono infatti considerare sia la vitalità di Città Vecchia, sia la presenza di commerci – che come Municipio riteniamo evidentemente importanti e che stiamo cercando di sostenere con diverse iniziative –, sia la qualità di vita e l’attrattiva residenziale».
Ma non solo. «Un elemento importante – sottolinea il sindaco – è che la sperimentazione ci permetterà di raccogliere dati (anche esternamente, a livello regionale, con postazioni di conteggio nei Comuni limitrofi, e mi riferisco ai passaggi verso Orselina e Locarno Monti) per capire se vi sono disagi oggettivi. Disagi che potrebbero riguardare anche determinati gruppi d’interesse – come, appunto, i commercianti – i quali saranno per noi degli interlocutori assolutamente fondamentali e privilegiati per capire tutto quello che c’è da capire. Ovverosia se in base alla sperimentazione è legittimo aspirare, come Municipio, a una soluzione duratura; ma soprattutto in che modo questa eventuale soluzione possa essere introdotta in maniera tale da poter andare a beneficio del nucleo storico, di chi vi abita e di chi vi svolge un’attività commerciale, ma anche per tutti i locarnesi e tutto il Locarnese».