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Sperimentazione in Città Vecchia, timori e scetticismo

Pro, Società commercianti, Comuni di Muralto e Orselina si fanno sentire dopo la richiesta di credito a Locarno per la nuova gestione del traffico

In sintesi:
  • La Scia: ‘Pare che il Municipio voglia dare una risposta a una domanda che nessuno ha posto’
  • Muralto e Orselina: ‘Via delle Monache non può essere chiusa’
L’entrata in Città Vecchia
21 gennaio 2025
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Non proprio tutti così d’accordo. È quanto emerge da un giro di pareri fra gli “attori chiave”, come li definisce la Città – nonché fra i Comuni viciniori – riguardo alla sperimentazione legata alla nuova gestione del traffico veicolare in Città Vecchia; sperimentazione che dovrebbe durare 3 mesi e sarà funzionale ai futuri effetti sia della variante pianificatoria per Parco Balli e autosilo (con conseguente eliminazione di una cinquantina di parcheggi in superficie nel nucleo) sia della sistemazione di Largo Zorzi nell’ambito della riqualifica degli spazi pubblici del centro urbano, con “La Nouvelle Belle Époque”. In estrema sintesi, come già riferito su queste pagine sabato, l’idea del Municipio è chiudere al traffico di transito via Borghese (che sarà percorribile solamente per chi vive, lavora o intende fermarsi in Città Vecchia), chiudere parzialmente – a fasce orarie e nei fine settimana – via Cittadella, nonché – misura importante e che già sta facendo parecchio discutere – impedire l’accesso a via delle Monache ai non confinanti.

Per concretizzare il progetto “a termine” il Municipio ha appena licenziato una richiesta di credito di 140mila franchi. Presentandolo, settimana scorsa, aveva proprio fatto riferimento alle reazioni di alcuni gruppi di interesse direttamente toccati. Ebbene, le prese di posizione raccolte dalla ‘Regione’ smentiscono il quadro sostanzialmente conciliante tratteggiato dalla Città. Principale neo del progetto viario locarnese per salvaguardare e valorizzare il suo nucleo storico, liberandolo dal traffico di transito, è proprio la chiusura al traffico di via delle Monache, che come tutti i locarnesi sanno è assolutamente vitale per chi da Locarno deve raggiungere non solo Muralto e Minusio, ma anche la collina, e in particolare Orselina e Brione s/Minusio.

‘Via delle Monache non si tocca’

A Muralto, dove il capodicastero Trasporti Renato Canziani rimanda a una prossima presa di posizione del suo Municipio, il concetto viene sottolineato dal collega Dao Nguyen-Quang: «Lo scenario prefigurato dalla Città ci era stato presentato come pre-informazione e su quelle basi ne avevamo discusso in Municipio. Mi ricordo che era emersa la criticità riguardante la chiusura di via delle Monache, che serve molti muraltesi, minusiensi e anche gli abitanti della collina. Chiuderla significa convogliare tutto il transito da Locarno a Muralto, Minusio e la collina su via Orelli e Piazza Stazione, che negli orari di punta è già sufficientemente ingolfata».

Sulla stessa lunghezza d’onda la sindaca di Orselina, Samantha Garbani Nerini, la cui premessa è significativa: «Il progetto locarnese è sicuramente molto bello, ma soprattutto per Locarno e per il suo nucleo storico. Il tema è che bisogna guardare anche a Muralto, a Minusio e alla collina, per i cui residenti via delle Monache è una soluzione valida e insostituibile ed è funzionale a un principio fondamentale che mai deve venire messo in discussione: l’accessibilità dei Comuni. Lo abbiamo scritto in una lettera inviata a Locarno, ribadendo appunto la necessità di avere liberi accessi alla collina, senza ritrovarsi su un’ unica strada già contraddistinta dagli ingorghi quale è via Orelli, che poi diventa Lungolago Motta e, a Muralto, via della Stazione; questo, senza avere alcuna alternativa (senza dimenticare, ricordo, che l’accesso a via Sempione e a via Mariani da via San Gottardo, chiesto a suo tempo da Orselina con l’appoggio di Muralto per facilitare la collina, è provvisorio e potrebbe cadere con il nodo intermodale). Inoltre, abbiamo scritto che sebbene ben comprendiamo la necessità della Città di valorizzare il centro urbano, non ci si può astenere dal considerare la configurazione geografica del territorio. Insomma, con quel tipo di progetto non sono garantite le vie di collegamento necessarie tra i vari Comuni, creando parecchie difficoltà oggettive in entrata e in uscita da e per il nostro territorio. Infine, va considerato che la collina, benché lo chieda dal 2019, ancora non dispone di un servizio pubblico che, in termini di tempi di percorrenza, può far concorrenza al mezzo privato».

Venendo a chi vive e opera in Città Vecchia, è piuttosto sorpresa la reazione di Franca Antognini, presidente della Pro Città Vecchia: «Sapevamo del progetto e avevamo fatto alcune considerazioni di merito. Ci saremmo aspettati che l’uscita del messaggio municipale – del quale siamo venuti a conoscenza in questi giorni – fosse preceduta da un iter che tenesse effettivamente conto delle sensibilità espresse riguardo ad alcune criticità. Così purtroppo non è stato. Comunque, nei prossimi giorni ci riuniremo per capire in che termini prendere ulteriormente posizione».

‘Così solo problemi, prima l’autosilo’

A storcere il naso di fronte all’ipotesi di una chiusura (seppur parziale) al traffico della Città Vecchia è infine anche la Società commercianti, industriali e artigiani del Locarnese… «Come Scia non ci siamo ancora riuniti, per cui la nostra posizione ufficiale rimane quella del 2019», ci spiega il presidente Giovanni Caroni facendo riferimento alle 1’872 firme consegnate a Palazzo Marcacci nel 2019 a sostegno della Zona incontro e quindi contro la pedonalizzazione del Centro storico, come invece richiesto (assieme ad altre misure volte a “valorizzare e rilanciare” il nucleo) qualche mese prima da Ps di Locarno e dai Verdi del Locarnese, sempre attraverso una petizione che aveva racimolato un migliaio di sottoscrizioni. «In pochi giorni avevamo raccolto poco meno di 2’000 firme – praticamente tutte in Città Vecchia – contrarie alla chiusura al traffico della zona. Da allora, per quanto ne sappiamo, tutto è rimasto congelato e ora se ne torna a parlare con la proposta di sperimentazione del Municipio. Non so che direzione voglia prendere quest’ultimo, se vorrà davvero dare una risposta a una domanda che nessuno ha posto e trovare una soluzione a un problema che nessuno ha chiesto di risolvere, ma per esperienza so che quando si fanno questo tipo di prove, spendendo soldi per organizzare il tutto, raramente poi si torna indietro».

Posto che «nelle prossime settimane capiremo – anche discutendone con la Pro Città Vecchia, che nel 2019 era con noi – come porci esattamente sulla questione», l’impressione è che si tratti di «un’idea che creerà solo problemi. Già solo la chiusura di via delle Monache potrebbe avere conseguenze importanti, con Muralto (dove Caroni è consigliere comunale, ndr) che potrebbe a sua volta decidere di impedire ai veicoli di svoltare dalla stazione verso la collina (via Sempione, di fronte al cinema Rialto), intasando ulteriormente l’asse verso Minusio. Non penso proprio che da quelle parti ne sarebbero contenti».

Come, tornando alla questione centrale, non dovrebbero fare salti di gioia i commercianti della Città Vecchia… «Vorrei che mi portassero un solo esempio in Ticino in cui la pedonalizzazione ha portato a dei benefici per i commercianti, specie senza importanti misure fiancheggiatrici. Nel caso specifico, prima devono realizzare – ma passeranno almeno altri 10 anni – l’autosilo sul Parco Balli, poi, una volta garantita l’accessibilità all’area, se ne potrà riparlare».