Tra le ipotesi dell'incidente aereo di ieri nei pressi di Leuzigen una panne al motore; uno dei tre feriti è il console onorario del Belgio in Svizzera
Mentre prosegue il lavoro degli ispettori del Sisi, il servizio d'inchiesta sulla sicurezza, attorno ai resti dell'aereo che giovedì poco prima delle 11.30 è stato costretto a un atterraggio d'emergenza in un campo agricolo in territorio di Leuzigen (Canton Berna), emergono alcune novità sull'incidente che ha provocato tre feriti, membri della stessa famiglia. Per tutti si parla di molteplici fratture ma la loro vita non è in pericolo. Una delle occupanti è stata elitrasportata dalla Rega all'Inselspital, l'ospedale della capitale.
Innanzitutto il velivolo proveniente da Locarno, che si stava apprestando alla fase conclusiva del suo volo (procedura di avvicinamento alla pista) avrebbe improvvisamente interrotto le comunicazioni con la torre di controllo di Grenchen. Non sarebbe stato lanciato alcun appello d'aiuto il che fa pensare che non ci fosse nulla che facesse presagire problemi fino a pochi attimi prima della fase finale. L'addetto dello scalo solettese, preoccupato del silenzio radio, ha perciò immediatamente chiesto collaborazione a un altro velivolo da turismo che si trovava in volo nelle vicinanze. Il pilota di quest'ultimo, attorno alle 11.30 ha localizzato dall'alto il monomotore TBM-700C2 nei campi; ha subito informato il controllore di Grenchen dell'accaduto, spiegandogli che attorno alla fusoliera erano già accorsi i primi soccorritori. A bordo dell'aereo schiantatosi c'erano, lo ricordiamo, tre occupanti: i proprietari del mezzo, una coppia residente a Viganello (lui 67enne), entrambi in possesso di licenza di pilota e una donna quale passeggero, tutti estratti dalla fusoliera dai soccorritori.
Sulle cause dell'accaduto è ancora prematuro ovviamente sbilanciarsi. Si possono unicamente avanzare delle ipotesi, basandosi sulla documentazione fotografica a disposizione. Tra le prime a farsi largo sin dalle prime ore, una possibile avaria al motore (in gergo tecnico si chiama "piantata del motore") che ha fatto perdere all'aeromobile la spinta necessaria per raggiungere la pista, costringendo il pilota a cercare uno spiazzo per attuare la procedura d'atterraggio d'emergenza. Pur trattandosi di un motore a turbina affidabile (stiamo parlando di un aereo dalla cabina pressurizzata ad alte prestazioni che, di listino, supera abbondantemente il milione di franchi di valore), nulla impedisce di pensare che si possa essere verificata una panne al sistema.
Un istruttore di volo, al quale abbiamo chiesto un parere, rende attenti su un altro aspetto: «La regione di Grenchen – ci spiega – in inverno è spesso soggetta a condizioni di nebbia (era il caso anche giovedì mattina) e se il volo viene eseguito in modalità strumentale (Ifr) e all'improvviso, per un'avaria, ti ritrovi ‘cieco’ (senza, cioè, il sostegno degli strumenti di base) a bassa altitudine e a velocità di discesa sostenuta (attorno ai 200 km/h), devi essere abilissimo e fortunato a scovare con la scarsa visibilità, in pochi secondi, una ‘pista’ libera da ostacoli sulla quale tentare il tutto per tutto. Devi prendere una decisione rapida e coraggiosa. Bastano pochi secondi per impattare. Devi avere sangue freddo e riflessi pronti, oltre a una certa dose di fortuna. Chi era ai comandi è riuscito a evitare una tragedia e che l'aereo si ribaltasse».
Un fattore, quello meteo, che dunque potrebbe essersi rivelato determinante. Ricordiamo che in seguito alla disperata manovra, che è comunque riuscita, l'aereo ha impattato in maniera sicuramente dura col terreno, spezzandosi. Siamo, comunque, solo nel campo delle ipotesi. L'inchiesta degli specialisti chiarirà le cause esatte.
Quello che è certo è che i proprietari del velivolo non erano piloti alle prime armi e che quella tratta la conoscevano bene, avendola percorsa numerose volte (l'ultima, a quanto pare, proprio qualche settimana prima). Secondo quanto riferito dal Cdt, l'Ufficio degli Affari Esteri belga ha confermato che il pilota, un 67enne imprenditore, è il console onorario del Belgio in Svizzera. Quanto al velivolo distrutto, era normalmente di stanza tra l'Aeroporto cantonale di Locarno e quello di Lugano.
Del caso si stanno occupando anche la Polizia bernese e il Ministero pubblico della Confederazione.
L'episodio ha suscitato una certa curiosità tra gli abitanti della zona, che si sono radunati nei pressi del campo per osservare da vicino il velivolo incidentato. Non sembra, tuttavia, che ci siano testimoni oculari dell'accaduto.