Il Municipio di Locarno risponde a un'interrogazione (firmata dalla quasi totalità dei consiglieri comunali) e illustra le mosse per salvare la filiale
Chiusura della Posta di Solduno: il Municipio di Locarno non ci sta e ha deciso che inoltrerà ricorso a PostCom. L’annuncio, a chiare lettere, è contenuto nella risposta a un’interrogazione presentata dalla quasi totalità dei consiglieri comunali della Città (primi firmatari Luca Renzetti del Plr e Gionata Genazzi della Sinistra Unita).
Il Municipio risponde alle domande e ribadisce la piena adesione alle forti preoccupazioni espresse sul futuro dei servizi postali di Solduno, non solo dal legislativo, ma anche dal locale patriziato, dall’Associazione di quartiere, dalla popolazione e dal Movimento per i diritti degli anziani e dei pensionati del Ticino: “Ci siamo subito attivati per intraprendere tutto quanto nelle nostre possibilità per evitare il ridimensionamento della filiale”.
Già lo scorso settembre l’Esecutivo cittadino ha incontrato il sindacato Syndicom, ma è emerso che “i cambiamenti di Legge degli ultimi anni a livello federale sono stati peggiorativi per gli Uffici postali e de facto (senza entrare nei dettagli) la Posta dispone di un margine di manovra sulla fattispecie in esame pressoché totale”. Detto in altre parole, il gigante giallo, nonostante sia obbligato a dialogare con le autorità dei Comuni interessati da eventuali chiusure, può “perseguire la propria strategia come meglio crede”.
Le riunioni con i rappresentanti della Posta non hanno sortito gli effetti sperati. Il Municipio ha segnalato che all’ufficio di Solduno fanno capo oltre 2’500 abitanti, esercizi pubblici, una banca, scuole, liberi professionisti, rivenditori di auto, fondazioni per persone con disabilità fisiche, grandi magazzini e commerci al dettaglio. “Il settore economico che ruota attorno alla filiale è molto importante, e comunque tutti gli attori citati usufruiscono pienamente, e quindi necessitano, di un ufficio postale completo di tutti i servizi”.
Alla Posta sono stati chiesti maggiori dettagli in merito alle cifre delle affluenze e le transazioni alla filiale. La Città ha pure avviato la discussione per verificare le possibilità offerte dalle diverse tipologie di partenariato (quali servizi offrono e a quanto ammontano le remunerazioni).
Per quanto riguarda la trasformazione in una filiale in partenariato, quattro potenziali partner si sono annunciati spontaneamente. La Posta li ha già esaminati e non ha accettato le proposte dell’istituto per anziani San Carlo, del patriziato locale e di un terzo proponente. La scelta è caduta sul supermercato Migros Ticino di via Alberto Franzoni 43, ma solo dopo i lavori di rinnovamento, quindi verso la primavera/estate del 2026.
In rapida carrellata altre informazioni contenute nella risposta municipale: la creazione di un ufficio in partenariato non dovrebbe compromettere l’attrattività del quartiere; il personale continuerà a lavorare per la Posta in altre filiali della regione e non ci sarà nessun licenziamento; il tema della battaglia contro le chiusure degli uffici postali coinvolge pure il Cantone e l’Associazione dei Comuni ticinesi, che lo affronteranno nel corso delle prossime settimane (anche a livello nazionale ci sono state varie segnalazioni, con una richiesta di una moratoria).