Una serie di iniziative durante tutto il 2025 e i primi mesi del '26 per celebrare l'associazione di teatro e spazio creativo fondata da Katya Troise
«Il teatro è una filosofia di vita, è inclusione, annulla le differenze. Il teatro è terapeutico, arricchisce e fa crescere». Katya Troise è una di quelle persone che sa usare il tono giusto per suscitare emozioni. Oggi lo ha fatto e ne aveva ben donde, visto il momento topico: la presentazione dei festeggiamenti per i 30 anni della sua “Associazione Scintille: teatro e spazio creativo”. Benché Scintille sia quella che possiamo definire una grande famiglia, “sua” è in effetti il pronome giusto. Perché quella pianta già rigogliosa e in continua crescita che è oggi l'associazione nasce da un semino piantato con l'esempio da papà Claudio, che portava il teatro a casa quando Katya era piccolina. Un semino poi opportunamente annaffiato, sempre da Katya bambina, osservando una compagnia itinerante che allestiva il palco in una piazza veneziana. «Quel giorno ho detto: io voglio fare questo». E lo ha fatto, ma non prima di formarsi in Italia e in Francia.
La grande famiglia, si diceva. Niente è più indicativo dell'affetto che circonda una persona quando parla di ciò che ama. Stamattina a Locarno c'era Roberto Pomari, fra i primi a credere, con la moglie Antonella, in quella ragazza così appassionata e piena di progetti; c'era Matteo Casoni, membro di comitato, braccio destro e instancabile lavoratore nell'economia dell'Associazione Scintille; e c'era Dario Simoni, del Piccolo Teatro di Locarno (Ptl), che di Scintille è l'accezione adulta e che le cui parole hanno svelato quale realtà imprescindibile per l'associazione, visto che con le entrate dai suoi spettacoli (curati da Katya) ne finanzia le attività.
Bene, all'ombra, o sotto il sole di tutto ciò nasce un programma del 30° che durerà tutto il 2025 e anche i primi mesi del ’26, fatto di tantissime proposte (oltre una ventina) dalle quali Casoni ha estrapolato “Il giro magico della città” (teatro itinerante fra indagine e mistero) e il campo teatrale diurno (formazione ed educazione) – entrambi previsti in estate –, “Facciamo un patto?” (in autunno, narrazione e laboratorio teatrale per le Elementari, nell'ambito del 100° del Patto di Locarno), la rassegna dei Minispettacoli (ripresa da Scintille quando sembrava destinata a sparire) e anche “Un palco per la vita”, il documentario di Lorenzo Pomari e Paolo Vandoni (prodotto da chi scrive questo articolo), proiettato domenica 26 gennaio dalle 10 al Rialto (entrata libera con aperitivo a seguire) perché fra i protagonisti ci sono proprio Katya, un gruppo di ragazzi di Scintille e una loro bella avventura teatrale. Ma è solo la punta dell'iceberg, perché ci sarà anche il Ptl con due spettacoli (uno è “Carnage”, di Yasmina Reza, l'altro sul ciclismo, ancora da definire) e un'altra rosa di eventi che sboccerà un po’ per volta nel corso dei prossimi mesi.
Ugualmente importante, in fase di presentazione dei primi appuntamenti del giubileo, è stato raccontare cos'è oggi l'Associazione Scintille. È un grande spazio aperto a chiunque ami il teatro: dai bimbi in tenera età a chi ha già una collezione di primavere sulle spalle. È una realtà composita dove si incontrano corsi di teatro, appunto, per tutti; una compagnia per adulti con il Ptl, la compagnia Storia di Scintille (che porta in scena spettacoli per bimbi e ragazzi); la rassegna dei Minispettacoli (che sopravvive grazie alle sovvenzioni di Immoprogramm, Taurus, La Pulimania e Fondazione Cleofe e Bianca Rosa Scazziga); e il duo “La zona grigia”, dove Katya Troise e Francesco Mariotta propongono teatro sociale portando in scena tematiche come la violenza domestica, gli abusi sui minori in ambito sportivo e altro ancora.
Un altro tema delicato – annoso e mai risolto – è quello della sede: Scintille è ospite del Centro Sant'Antonio, che l'accoglie da un quarto di secolo. Benché grata per il tetto sopra la testa, l'associazione punta (e merita) a qualcosa di diverso, più adeguato alle esigenze (tecniche, logistiche, di comfort) di una realtà formativa che lavora molto con i ragazzi. Roberto Pomari, già direttore del Palacinema (e prima ancora responsabile della produzione alla Rsi) lo ha sottolineato: «La ricerca di uno spazio rimane una priorità. Ed è uno spazio che va cercato possibilmente con l'aiuto della Città», dimostratasi sensibile con vari gruppi culturali, trovando loro sedi alternative alle ex Scuole comunali diventate Palacinema.
Infine: se Scintille, contrariamente ad altri, è riuscita a non soccombere ai colpi della pandemia, lo deve senz'altro alla granitica volontà di Troise & Co., ma anche ad uno stuolo di sostenitori che hanno sempre creduto nel progetto. Elenchiamoli: Comune di Minusio, Ses, Banca Raiffeisen di Locarno, Pro Filia, Coop, Studio di architettura Sebastian Rigo, De Carli impianti Sa (ora De Carli e Pinoja Sa), Farmacia Verbano e Tipografia Verbano.