Per attirare nuovi domiciliati nel borgo di confine il Municipio scrive ai proprietari di immobili sfitti e chiede di segnalare la disponibilità abitativa
Paesi che si spopolano, che rischiano di diventare in pochi anni comuni ‘fantasma’. Una realtà che tocca le zone periferiche del Ticino, ma anche – seppur in maniera molto meno marcata – borghi delle aree interne del nostro territorio. La dinamica è la stessa ovunque, gli elementi non cambiano, muta solo il paesaggio: muoiono più abitanti di quanti ne nascano, i giovani vanno via e i servizi essenziali sono ridotti all’osso perché vengono meno le risorse economiche per finanziarli. Il calo demografico, negli ultimi anni, non ha risparmiato neppure Brissago, a una decina di chilometri dal polo cittadino, che ha conosciuto un calo demografico rilevante (si è passati dalle oltre 2’000 anime di un trentennio fa agli attuali 1’778 abitanti). Per questa ragione il Municipio ha deciso di intervenire per contrastare il fenomeno.
Lo ha fatto, come spiega la sindaca Veronica Marcacci Rossi, muovendosi su due assi: il potenziamento dei servizi alla cittadinanza e, ora, scrivendo direttamente ai proprietari di immobili sfitti. Attrarre nuovi residenti (giovani coppie) e invertire la curva demografica vuol dire anche, e in particolare, lavoro e casa: «Il nostro problema di fondo – ci spiega – non è solamente legato alla diminuzione degli abitanti, bensì anche all’età media della popolazione, che invecchia, con un numero importante di persone che superano i 65 anni di età. Per ovviare a questo dato di fatto occorre dunque incentivare l’arrivo di nuove famiglie in paese». Nella circolare inviata (in versione italiano/tedesco) ai proprietari di stabili è dunque contenuta una richiesta chiara: segnalare alla cancelleria comunale la disponibilità di appartamenti/case sfitti, così da mettere a disposizione dell’Amministrazione un elenco aggiornato degli alloggi vuoti, agevolando in questo modo la ricerca di una nuova abitazione e favorendo un processo più fluido di insediamento. «Le famiglie desiderose di stabilirsi a Brissago faticano a trovare un tetto; abbiamo investito importanti risorse per migliorare servizi e opere tesi a migliorare la qualità della vita (pensiamo al nuovo nido per l’infanzia o alla politica di incentivi per le famiglie), ma se manca chi li utilizza lo sforzo risulta vano e difficile da sopportare per le casse dell’ente». Per ora non si parla di un ulteriore passo in questa direzione: «In primo luogo vogliamo capire quale sarà la rispondenza alla nostra richiesta da parte dei proprietari di case/appartamenti, alcuni dei quali sono purtroppo un tantino restii ad affittare i loro spazi e preferiscono tenerli vuoti. Poi vedremo come muoverci. Naturalmente vi sono anche aspetti di ordine pianificatorio da regolare per favorire le residenze primarie. Aspetti dei quali si sta occupando, attivamente, il municipale e capodicastero Giovanni Chiappini».
Lo spopolamento del comune è un tema da anni affrontato anche nelle vicine Centovalli, dove lo scorso autunno è stata presentata un’interpellanza (poi trasformata in interrogazione) sugli appartamenti sfitti. I firmatari (il primo nome è quello del consigliere comunale Rocco Vitale, di 100ValliViva) invitavano l’autorità municipale ad aiutare i proprietari di immobili sfitti e a farsi promotrice, tramite i propri canali informativi, della diffusione degli annunci immobiliari inerenti all’affitto di immobili, sfruttando anche i canali social, in modo da catturare quelle potenziali giovani famiglie interessate a trasferirsi nelle Centovalli. In risposta alle richieste contenute nell’interrogazione, il Municipio centovallino, consapevole della difficile situazione sul fronte demografico, fa presente di essere parte della banca dati denominata Registro federale degli edifici e delle abitazioni (Rea) dalla quale si possono estrapolare informazioni sulle residenze primarie e secondarie. Quanto al sito internet del Comune, esso già prevede questa possibilità. Tuttavia, sottolinea l’esecutivo, i proprietari di case hanno optato per altri canali di maggior diffusione e capillarità. Di regola, dunque, le persone si affidano a piattaforme commerciali specifiche, pratiche e indirizzabili su determinate aree geografiche. Non può, infine, il personale dell’Amministrazione, già limitato negli effettivi, promuovere anche gli annunci immobiliari di altri siti. Quindi, secondo il Municipio, si tratta di contattare quei proprietari che non mettono le loro abitazioni sul mercato e convincerli a farlo, lasciando ad altri partner istituzionali, come l’Antenna regionale, un simile compito di promozione.