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Pini schiacciasassi si prende la città

Confermata l'ultracentenaria tradizione liberale radicale, ma c'è anche una nuova formula, che ricaccia nell'angolo i Verdi

La squadra
(Ti-Press)
15 aprile 2024
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Locarno trova un nuovo sindaco, Nicola Pini, che conferma l’ultracentenaria tradizione liberale radicale alla testa della Città. Ma trova anche una nuova formula, il 3-2-1-1, che ricaccia nell’angolo i Verdi, negli ultimi tre anni rappresentati in Municipio da un Indipendente, Pierluigi Zanchi, di animo profondamente ecologista. In casa liberale radicale i volti nuovi sono due, come inevitabile, viste le partenze di Alain Scherrer e Davide Giovannacci in un contesto in cui il Partitone non doveva temere di perdere seggi: si tratta di Elena Zaccheo, già direttrice delle Scuole comunali, e Mauro Silacci, staccati questi ultimi due da soli 15 voti. Paga pegno Simone Merlini, che a suo tempo era subentrato a Palazzo Marcacci “a interim” a Niccolò Salvioni, ma tre anni fa era stato sconfitto dallo stesso Pini, già allora presentatosi come una specie di schiacciasassi elettorale. Merlini è il primo subentrante: continuerà a lavorare in Consiglio comunale.

La lunga rincorsa del Centro ha avuto successo: con Claudio Franscella, di gran lunga il più votato fra i suoi, e Marco Pellegrini (già municipale Ppd), il partito riconquista il secondo seggio perso 3 anni fa e ci riesce a scapito, appunto, dei Verdi e Indipendenti, che gliel’avevano portato via. Per un niente, al posto di Pellegrini avrebbe potuto entrare Yvonne Ballestra Cotti, moglie del vicesindaco partente Giuseppe Cotti: la candidata “a sorpresa” nelle file del Centro ha concesso a Pellegrini solo 25 voti. Fosse entrata, avrebbe fatto compagnia, in quanto donna, alla socialista Nancy Lunghi, che per la Sinistra Unita è stata confermata quale candidata di punta e senza rivali, raccogliendo 1’880 voti personali e staccando il secondo classificato della sua lista di qualcosa come 700 lunghezze.

In casa Lega-Udc il leghista più anomalo del Ticino, Bruno Buzzini, è riuscito a difendere il suo seggio dalla concorrenza interna, in particolare quella portata da Frano Dragun, la cui votazione personale è lo specchio del grande lavoro svolto in seno a una comunità non autoctona, ma votante, che può fare la differenza. È un po’ lo stesso discorso che vale per Marko Antunovic, secondo non eletto fra i Verdi e Indipendenti alle spalle di Zanchi. Dragun ha superato due “personaggioni” della destra locale come Andrea Giudici (già candidato al Municipio Plr) e Bruno Bäriswyl, l’esponente di punta dell’Udc, che forse ha pagato lo scivolone del controprogetto in zona Cesarini alla pianificazione montana legata all’iniziativa popolare generica “Salva Monte Brè”.

Un discorso a parte lo merita Bruno Cereghetti, candidato al Municipio (e non al Consiglio comunale) per Avanti con Ticino&Lavoro: La lista civica fondata da Amalia Mirante ha fatto il 5,86% (contro l’8,84 dei Verdi e Indipendenti), ma Cereghetti, già in Municipio per il Ps, si è distinto per una votazione personale notevole: 1’225 preferenze, più di Zanchi. Sempre a proposito di percentuali, il Plr conferma i tre seggi ma perde il 5,5 % (era al 38,1 e scende al 32,6% tre anni fa); crescono Lega (dal 3%, al 16,5%) e Sinistra Unita (dal 16,2 al 17,1%), e calano i Verdi e Indipendenti, un cui cospicuo malloppo di preferenze è scivolato verso Cereghetti.

«Nelle ultime settimane ho sentito tanto entusiasmo attorno a me – ha commentato a caldo Pini –, che da una parte motivava e mi dava anche una certa tranquillità, ma dall’altra faceva crescere la tensione: ricordo che oltre a me c’era in ballo la continuità del sindacato liberale radicale di Locarno, che va avanti da decenni con figure di assoluto rilievo storico». Rispetto ai nuovi equilibri a Palazzo Marcacci, il sindaco si complimenta con il Centro per il raddoppio «e la conquista di un obiettivo che si era fissato», ma ricorda anche Pier Zanchi, non confermato come Indipendente dei Verdi: «A lui va un grande abbraccio: è stato un collega che ha sempre messo il cuore, portando anche una capacità di ragionare con il pensiero alternativo, dando un valore aggiunto al Municipio. Spiace che debba interrompere il suo lavoro, ma conoscendolo, volendo lui così tanto bene alla sua Città, continuerà a servirla in altre vesti».

Minusio, inizia l'era di Mondada

È Renato Mondada (con 1’981 voti personali), del Plr, il nuovo sindaco di Minusio, che subentra al partente Felice Dafond. Con lui, per lo stesso partito, entrano per la prima volta in Municipio Kenzo Gobbi (1’343) e Valentina Aricò-Respini (1’260). I liberali radicali, che avevano quattro rappresentanti nell’Esecutivo, perdono un seggio, che viene guadagnato da Uniti per Minusio, gruppo per il quale sono eletti Alessandro Mazzoleni (1’487), Massimo Lafranchi (1’185) e Francesca Guscetti (1’146, nuova). Mantiene il suo posto in Municipio Veronica Provenzale Uriati (841) per l’Unione Socialisti e Indipendenti.

I movimenti di seggi trovano conferma anche a livello di gruppi, con il Plr che cala, dal 45,4 al 40,2%, di voti di lista e Uniti per Minusio che invece sale dal 33,7 al 36,8%. In discesa, dal 20,9 al 17,8% anche Usi, mentre hanno ottenuto il 5,4% i Verdi Liberali e Indipendenti dell’ex municipale socialista Paolo Kaehr.

«Il risultato di oggi va oltre le nostre più rosee aspettative – afferma un soddisfatto Renato Mondada –. Per il nostro partito si trattava infatti di una missione ardua, con tre uscenti su quattro, l’incognita legata ai Verdi liberali e una lista di Uniti per Minusio molto battagliera. Abbiamo sì perso un seggio (guadagnato però una serie di eventi positivi tre anni fa), ma abbiamo confermato il sindaco di quindicina, per cui tutto sommato siamo contenti. Inoltre entrano in Municipio persone con profili e competenze che servivano, per cui le premesse per lavorare bene, anche dal punto di vista umano, ci sono tutte».

A Muralto Gilardi è imbattibile

Un Comune dove poteva succedere di tutto ma in realtà è successo ben poco è Muralto. Le spaccature in seno all’opposizione da una parte e quelle popolari attorno alla stazione, al nodo intermodale e all’utilizzo di viale Cattori non sono riuscite a cambiare gli equilibri: Stefano Gilardi si conferma sindaco migliorando addirittura il risultato personale di 3 anni fa. Con lui, continua a veleggiare Ordine e Progresso e Indipendenti, che con il 54,6% cresce di oltre 2 punti e conferma comodamente la maggioranza assoluta in Municipio: con Gilardi vengono eletti Renato Canziani (confermato) e il giovane Hirad Houshmand. L’opposizione lacerata si deve accontentare di spartirsi i due seggi rimanenti: uno va a Muralto Democratica, con Monique Fransioli-Ignazio; l’altro alla rinata sezione del Plr, con il vicesindaco Dao Nguyen-Quang.

Salendo in collina (e considerando che Orselina non ha votato) a Brione s/Minusio la lista civica L’Altra Brione e Indipendenti conferma sindaco di quindicina l’uscente Franco Gandin, che stacca tutti, compreso il suo compagno di lista, Christian Gamboni, che è per altro uomo in più di l’Altra Brione e Indipendenti rispetto a tre anni fa. Il seggio guadagnato dal movimento del sindaco lo perdono Plr e Indipendenti, che confermano comunque sia Alessandro Bonalumi sia Giovanni Casarotti. Centro e Indipendenti confermano il loro unico seggio con la “new entry” Simone Bertinotti.

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