Locarnese

Pestaggio in Rotonda: tentato omicidio confermato, pene ridotte

La sentenza in Appello cancella la ‘legittima difesa’. Ma per le molte circostanze attenuanti i due imputati principali oggi saranno scarcerati

In sintesi:
  • La Corte: ‘Quella sera da aggrediti vi siete trasformati in aggressori’.
  • Incapaci di gestire la situazione di pericolo e minaccia causata precedentemente dal 26enne.
  • Per i due imputati principali: 3 anni di carcere, con 20 mesi sospesi condizionalmente.
  • Annullata la decisione di espulsione dalla Svizzera.
Un fotogramma del video che ha immortalato i fatti di quella sera
27 febbraio 2024
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Non fu legittima difesa, ma tentato omicidio intenzionale per dolo eventuale. Questa la conclusione alla quale è giunta la Corte di appello e revisione penale (Carp), presieduta da Giovanna Roggero-Will (giudici a latere Rosa Item e Chiarella Rei-Ferrari) che stamane ha letto il suo verdetto ai quattro imputati per il pestaggio avvenuto nella Rotonda di Piazza Castello a Locarno nell'ottobre del 2022. Le prime fasi del dibattimento, lo ricordiamo, si erano svolte mercoledì e giovedì scorsi.

A conti fatti la Carp ha annullato la sentenza pronunciata dalle Criminali il 21 aprile 2023, ma allo stesso tempo ha confermato in linea di massima le tesi di allora. Roggero-Will ha però tenuto conto di numerose circostanze attenuanti e quindi ha ridotto le pene. Ai due principali imputati ha inflitto 3 anni di carcere (in prima istanza erano 3 anni e mezzo) per tentato omicidio intenzionale: a entrambi ha assegnato 16 mesi da scontare e 20 mesi sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni. Saranno quindi scarcerati oggi e dopo le necessarie formalità lasceranno la cella. La pena per gli altri due giovani alla sbarra: sette mesi di carcere sospesi per due anni. Il primo è stato riconosciuto colpevole di tentate lesioni semplici, il secondo di tentate lesioni semplici con oggetto pericoloso. Per tutti e quattro, in correità, è arrivata pure la conferma del reato di rissa.

La presidente nella lettura della sentenza ha ricordato i fatti, ricostruiti tramite un video del pestaggio (che all'epoca era diventato virale), ma tenendo pure in considerazione le immagini delle telecamere di sorveglianza della Città, le testimonianze agli atti e i racconti dei quattro imputati. In sostanza, ha ricordato, la vittima (un richiedente l'asilo srilankese che all'epoca aveva 26 anni) ha minacciato i quattro con un coltello quando erano nel sottopasso, tentando pure di ferire uno di loro al volto.

In seguito il 26enne era però fuggito, allontanandosi sul lato opposto della Rotonda. Due componenti del quartetto lo hanno inseguito, lanciandogli dei sassi. Solo allora la vittima si è di nuovo avvicinata al gruppo. «C’è stato un ribaltamento dei ruoli: nel sottopasso il richiedente l'asilo era l'aggressore e i quattro gli aggrediti. In Rotonda, con il lancio dei sassi, gli aggrediti si sono trasformati in aggressori». Per questo la Corte non ha intravisto i presupposti per riconoscere quella legittima difesa invocata a gran voce dai difensori dei quattro (gli avvocati Giuseppe Gianella, Pascal Cattaneo, Chiara Agostina Donati e Felice Dafond). Hanno trovato invece conferma le tesi esposte dal procuratore pubblico Pablo Fäh: quest'ultimo in aula aveva contestato proprio quel concetto di legittima difesa (seppur eccessiva) che aveva convinto il giudice per la sentenza di primo grado.

L'elenco dei colpi inferti al 26enne (anche con sassi e uno skateboard, non solo calci e pugni) ha fatto propendere verso il riconoscimento del reato di tentato omicidio intenzionale per dolo eventuale. Roggero-Will ha comunque tenuto in debito conto numerose circostanze attenuanti, che lei stessa ha definito “di peso”: «Non avete picchiato per uccidere, ma i colpi alla testa e alla parte alta del corpo potenzialmente avrebbero potuto causare la morte. Avete accettato questa possibilità. Tuttavia il vostro agire ha provocato solo ridottissime conseguenze all'integrità fisica del 26enne. L'azione si è consumata in un attimo, in assenza di lucidità e ponderatezza: c’è stata un'incapacità di gestire la tensione causata precedentemente dal 26enne, che a più riprese, nel corso della serata, ha assunto un atteggiamento minaccioso e potenzialmente pericoloso». Tra le attenuanti anche il fatto che i due principali imputati sono incensurati: «Di solito ciò non ha peso sulla sentenza, nel vostro caso però conferma la veridicità della vostra testimonianza: non siete persone violente, ma siete stati tirati dentro questa situazione vostro malgrado». Infine, la Carp ha sottolineato l'atteggiamento positivo dei due durante il periodo di carcerazione, dove non solo hanno dimostrato pentimento e di aver compreso la gravità dei fatti di quella sera, ma dove hanno affrontato seriamente un percorso per migliorare la loro situazione formativa e professionale. Da segnalare infine che la Carp ha annullato anche la decisione di espulsione dalla Svizzera per dieci anni decisa dal giudice di prima istanza.

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