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‘Sul lago un Palacongressi da 2’000 posti, con hotel annesso’

Progettato a Locarno dall’architetto Pedrocchi sul sedime vicino al Centro balneare regionale, servirebbe anche per le grandi orchestre di musica classica

Il progetto da 80-85 milioni di franchi
7 febbraio 2024
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Non solo un Palazzo dei congressi con sala concerti, ma un grande Palazzo dei congressi con tre sale concerti, modulabili, in posizione paesaggisticamente privilegiata, e non “ridotta” in zona Morettina, laddove la Città intende come noto investire nei prossimi anni suon di milioni in un nuovo Palexpo Fevi.

Ha tutta l’aria di un progetto epocale, quello promosso dal già primo cittadino di Locarno e attuale consigliere comunale del Centro, Mauro Belgeri, e messo su carta dall’architetto Vittorio Pedrocchi. Un progetto che parla decisamente in grande, perché dice Palazzo dei congressi da circa 2’000 posti – distribuiti in due sale da 600 e una da 800 posti – con albergo e ristorante annessi, più “roof garden”, o attico che dir si voglia, con vista mozzafiato sul Lago Maggiore. E naturalmente parcheggi sotterranei per rispondere alle conseguenti esigenze del trasporto privato.

«Quella che proponiamo noi è una variante più intelligente, culturalmente forte, legata alla grande musica classica, che permetterebbe alla Città di Locarno – e, con lei, a tutto il Locarnese – di fare un significativo salto di qualità – dice Belgeri –. Non vuole essere un affronto politico verso chicchessia, ma soltanto una suggestione a chi crede nella necessità di pensare finalmente in grande come la città e la regione a forte vocazione culturale e turistica richiedono».

L’architetto Pedrocchi non è nuovo a cimenti simili. Suo è il Palacongressi di Muralto (con le adiacenti scuole comunali), sue le scuole di Losone, quelle di Gordola e anche quelle di Riazzino: «Parliamo di progetti con aule magne pensate per ospitare conferenze, quindi questa componente non è nuova nel mio lavoro», dice Pedrocchi, che è inoltre progettista della nuova Università di Lima (Ucss), di una grande chiesa sempre in Perù, di una casa per ragazze madri in Brasile e di altri importanti edifici in Germania.

‘Recuperare un ritardo di 40 anni’

Aggiunge Belgeri: «Quello a cui pensiamo con il Palazzo dei congressi a lago è naturalmente un progetto molto più ampio, che andrebbe finalmente a recuperare quanto non realizzato 40 anni fa con la sala multiuso e che tuttora continuiamo a rimpiangere, nonostante (o forse a maggior ragione considerando) l’esistenza del Palazzetto Fevi». Un elemento fortemente sottolineato da Belgeri (e sottoscritto dall’architetto Pedrocchi) è quello paesaggistico legato a una struttura come un Palazzo dei congressi che si presti anche per ospitare grandi concerti per orchestra: «Per chi minimamente capisca del settore e lo frequenti è del tutto evidente come l’ubicazione sia fondamentale. Le grandi sale vengono realizzate, ovunque, in luoghi ameni. Prendiamo solo l’esempio del Kkl di Lucerna. Locarno, al contrario, pensa prima di riattare il Fevi dopo i danni dal maltempo (e va bene, viste le esigenze del Film Festival) ma dopo anche di ricostruirne un altro, nella stessa zona alla Morettina, che è tutto fuorché attrattiva sia dal punto di vista paesaggistico, sia da quello urbanistico».

Ad aprire un capitolo a parte è per l’appunto la zona individuata come ideale per un progetto del genere: la stessa in cui, sulla base della pianificazione in corso del Settore a lago, dovrebbero sorgere l’albergo annesso al Centro balneare regionale e la Marina quale alternativa “futuribile” all’attuale, vetusto stabile della Canottieri. «Un albergo per la prevista Marina sarebbe autoreferenziale – sostiene Belgeri –. Visto che la pianificazione prevede proprio un hotel, sarebbe un peccato non farlo vivere e prosperare abbinandovi un Palazzo dei congressi propriamente detto che, con le sue tre sale modulabili, si presti anche per concerti di musica classica di spessore internazionale, per un pubblico importante. Il progetto di massima è stato elaborato dall’architetto Pedrocchi, poi è chiaro che i dettagli tecnici dovranno essere stabiliti facendo capo a specialisti».

Un altro aspetto sottolineato da Belgeri e Pedrocchi è quello dei diversi contenuti della struttura (albergo, sale per concerti e congressi), che «si alimenterebbero a vicenda – nota il consigliere comunale e avvocato –. L’albergo di pregio verrebbe utilizzato specialmente dai congressisti, ma anche dal pubblico richiamato dalla stagione concertistica, così come dal turista tradizionale».

I contenuti

Ricezioni separate e 114 stanze alberghiere

Concretamente, spiega Pedrocchi, «quello che ho progettato interpretando le necessità di Locarno è un edificio fronte lago con una grande “hall” al piano terra, dove troverebbero posto anche un ristorante e un bar. Le tre sale per congressi e concerti, alte 8 metri, conterebbero un totale di 2’000 posti a sedere in tre spazi separati da tende fonoassorbenti che, ritratte, potrebbero dar forma anche a un’unica grande sala per gli eventi maggiori. Nella “hall” sono poi previste due ricezioni separate: una per l’albergo, l’altra per le sale. L’hotel si svilupperebbe su tre piani, per 114 stanze (38 per piano). Al quarto piano è previsto l’attico, mentre ai lati il progetto prevede due blocchi tecnici per scale e ascensori. I parcheggi, debitamente impermeabilizzati, verrebbero realizzati su tre livelli nel sottosuolo».

Non può non essere seriamente considerata, alla voce “problemi”, la questione economica: una struttura come quella ideata da Pedrocchi costerebbe sugli 80-85 milioni di franchi, possibilmente da reperire da privati. Un’opzione teoricamente percorribile, per l’architetto, sarebbe quella di Artisa, visto come il patron Stefano Artioli (Grand Hotel di Muralto, “post Globus” a Locarno, San Bernardino) in una recente intervista aveva detto di veder bene, per Locarno, proprio una sala congressi a lago. Da noi contattato, Artioli osserva però di «non poter entrare nel merito visti gli impegni che ho già in piazza».

Il Municipio

‘La pianificazione è su altri binari’

Ultima, ma non per importanza (anzi) c’è la questione pianificatoria. Prima di presentare il progetto in anteprima a laRegione, Belgeri aveva inoltrato una mozione perorando appunto la causa di “un affinamento della variante di Pr Riva lago inerente la progettazione di una sala da concerti e centro congressuale del Sopraceneri accanto al prospettato albergo sul comparto Canottieri”. Nella sua risposta il Municipio ricordava di stare “da tempo sviluppando una strategia in merito alla possibilità di dotare il Locarnese di un centro congressuale, rispettivamente di una sala per eventi moderna e attrattiva”. Se da un lato, scriveva, “è giusto pensare a progetti ambiziosi e di grande ampiezza, e si ringrazia in questo senso il mozionante, dall’altro non possiamo dimenticare il contesto territoriale, economico e finanziario nel quale dobbiamo muoverci, imponendoci una certa prudenza nel rapportarci con altre realtà”.

La pianificazione dei comparti Peschiera-Morettina e Riva lago “ha seguito una procedura sviluppata su più anni – notava l’esecutivo cittadino – inclusa anche la fase della consultazione pubblica e dell’esame preliminare dipartimentale, con la definizione di destinazioni e contenuti fondata su analisi e discussioni approfondite”. Tanto che il Municipio sarebbe pronto per licenziare il relativo messaggio. “Per quanto riguarda la Riva lago – anticipava la Città – la variante pianificatoria si concentra sull’inserimento della nuova struttura di servizio a lago, destinata agli sport nautici e ad altre attività (la Marina, ndr), in sostituzione dell’attuale stabile dei Canottieri, e sulla destinazione alberghiera da affiancare agli edifici del Centro balneare e della Spa, nel contesto del terreno concesso in diritto di superficie alla Cbr Sa, a complemento e in sinergia con l’attività dello stesso”.

‘Intrigante ma incompatibile’

Un altro elemento considerato “fondamentale” è l’innesto della passeggiata a lago, a partire dal terreno Canottieri, che rimarrà in massima parte adibito a zona di svago. Ebbene, “l’aggiunta di un nuovo contenuto come quello indicato nella mozione – seppur suggestivo e intrigante – non è in tutta evidenza compatibile con la variante in questione e presenta una serie di criticità in ottica di inserimento urbanistico e paesaggistico per rapporto ai volumi che richiederebbe un centro congressuale, con sala da concerti, senza dimenticare l’indotto di traffico che andrebbe a generare. Dal punto di vista formale, la richiesta della mozione per l’elaborazione di un messaggio municipale – essendo una variazione importante di quanto già presentato in informazione pubblica e al Cantone per l’esame preliminare – implica l’avvio di un nuovo iter che deve seguire tutte le fasi di sviluppo della variante, inclusa l’informazione/partecipazione pubblica”.

Reticenze di cui Pedrocchi e Belgeri sono perfettamente a conoscenza. Ma che non impediscono loro di considerare, per dirla con le parole dell’avvocato, che «la pianificazione, se ne vale la pena, si può sempre cambiare». Anzi, aggiunge l’architetto, «deve poter cambiare in base ai contenuti proposti in funzione di benefici ben superiori».

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