Locarnese

Ronco, aiuti alla tutela e valorizzazione dei beni culturali

Pronto uno specifico regolamento che prevede incentivi a chi si adopera a riqualificare il patrimonio storico, paesaggistico e architettonico locale

(Ti-Press)
25 gennaio 2024
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Fanno parte di una memoria storica che non dobbiamo essere disposti a perdere; costituiscono risorse uniche e non rimpiazzabili che sono, spesso, la peculiarità di un paese o di una regione che li custodisce. Sono luoghi o immobili identificativi che raccolgono secoli di vita, cultura e tradizioni e il cui valore va ben oltre la loro bellezza. E per questo vanno preservati fisicamente dal degrado. Stiamo parlando dei beni culturali che, dislocati nel territorio di Ronco s/Ascona, il Municipio intende tutelare e valorizzare al meglio, coinvolgendo nel discorso la cittadinanza, in particolare i proprietari che possono contribuire fattivamente a raggiungere questo obiettivo. La salvaguardia di questi ‘tesori’ è in parte garantita dal Piano regolatore (che ne riconosce un interesse locale o cantonale) e dalla Legge sulla protezione dei beni culturali; tuttavia a mancare sono spesso i fondi finanziari necessari, ai privati, ad assicurarne la manutenzione. Si tratta infatti, non di rado, di investimenti importanti.

Restauri e recuperi a regola d'arte

Ecco allora che l'esecutivo è pronto a scendere in campo fornendo ai promotori di lavori il supporto possibile ‘nel nome del patrimonio artistico e culturale’. Lo strumento che permetterà ai ronchesi di beneficiare di aiuti economici è contenuto nello specifico Regolamento comunale, sul quale il legislativo sarà presto chiamato a pronunciarsi. Passo indispensabile, quest'ultimo, per disporre di una base legale che consenta al Municipio di stabilire l'ammontare dei sostegni da elargire alle singole manutenzioni. Inutile precisare che la conditio sine qua non dell'aiuto è quella di mantenere le caratteristiche tipiche e originali del manufatto da salvaguardare, con interventi eseguiti secondo le regole dell'arte e nel rispetto delle tradizioni. Come esempio l'esecutivo, che si riserva il diritto di valutare ogni singola richiesta e progetto, cita i costosi tetti in piode, che se rifatti non potranno esserlo che con piode di gneiss e non altro materiale o tegole; nel caso di cappelle votive, invece, il restauro degli affreschi non potrà essere affidato a gente che non sia esperta del ramo.
Per quanto attiene all'ammontare del versamento, esso è riassunto in una specifica tabella. L'esecutivo nel suo messaggio prevede comunque una cifra di gestione corrente fino a 20mila franchi all'anno. Sicuramente un importo sostenibile per le casse dell'ente che si affaccia sul Lago Maggiore. L'autorità è convinta che da questa sinergia pubblico-privato la cura e protezione dei beni del paesaggio non potrà che trarre beneficio, sensibilizzando i cittadini e invogliandoli a eseguire eventuali lavori di ripristino e riqualifica.

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