Locarnese

Nodo intermodale: la voragine fra ‘vorrei’ e ‘si può fare’

Nel primo vero incontro pubblico sul progetto per il comparto della stazione, le rassicurazioni del Cantone: ‘L'obiettivo è migliorare la situazione’

La situazione attuale in zona stazione
(Ti-Press)
24 gennaio 2024
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«Questo progetto non intacca nulla, ma prova anzi a migliorare la situazione. I cambiamenti spaventano, è normale. Tuttavia, altre esperienze simili in Ticino e in Svizzera parlano a favore. Ci sono dei punti critici, ma l'obiettivo è uno solo: progredire». Lo ha detto mercoledì sera il capo Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità del Dipartimento del territorio, ingegner Martino Colombo, all'ampia platea della sala congressi di Muralto nel primo vero incontro pubblico riguardante il nodo intermodale previsto in stazione per riordinare un contesto certamente migliorabile. L'incontro è stato indetto dal Municipio anche su pressione delle oltre 4'000 firme raccolte in Comune contro il progetto cantonale che sembra destinato a diventare realtà.

Di cosa stiamo parlando

Al di là della petizione “salva viale Cattori” e del perdurante malcontento nella cittadinanza, l'ultimo episodio della “saga” l'aveva scritto il Dt il 23 novembre, comunicando ufficialmente di aver licenziato il messaggio con la richiesta di stanziamento di un credito netto di 7,11 milioni e l'autorizzazione alla spesa di 16,63 milioni per la riorganizzazione del nodo intermodale. Il progetto stradale era stato allestito nel ‘21 dal governo e parallelamente il Municipio di Muralto aveva sottoposto al Consiglio comunale la variante di Pr e la richiesta di credito per le proprie parti d’opera (spazi commerciali e lavorativi, un nuovo autosilo, nuove edificazioni con ala residenziale e parco a monte della stazione). Tuttavia, contro le decisioni (favorevoli) del Consiglio comunale erano stati interposti tre ricorsi e avviata una domanda di referendum (oltre 560 firme), poi risultata superflua visto che gli stessi ricorsi, nel novembre del ‘21, erano stati accolti dal governo.

In seguito, su richiesta del Municipio, nel ‘22 i progettisti avevano elaborato una variante di sistemazione del nodo: la 1A, che aveva l’atout di evitare il passaggio di bus lungo viale Cattori per raggiungere la stazione partendo dal lungolago. Ma il credito che serviva per approfondire e meglio calibrare questa variante era stato bocciato dal Consiglio comunale (17 luglio ‘23, anche se un ricorso contro quella decisione è ancora pendente), convincendo il Cantone che l’unica via percorribile è la variante di base. Variante verso la quale bisogna procedere celermente (inizio lavori entro fine ‘25) per non perdere, ha ricordato Colombo, i 5,4 milioni di contributi federali.

Il credito di costruzione che presto andrà al voto parlamentare riguarda il terminale bus (5 corsie più 1 per i taxi) che sorgerà al posto dell’attuale edificio che ospita i chioschi, due zone di fermata (direzioni est-ovest e ovest-est) su via della Stazione per bus in transito; la riqualifica di Piazza Stazione e viale Cattori a zona Incontro, con misure d’arredo e alberature; il riassetto completo e la riqualifica di via della Stazione con gestione semaforica; nonché la riorganizzazione di via Municipio e degli stalli bici (B+R).

Il dibattito

Quello che si è potuto osservare nel corso della presentazione pubblica è stato soprattutto un generoso tentativo cantonale di dimostrare che l'optimum è difficile da ottenere, ma la variante di base è la soluzione che più vi si avvicina. In risposta alle critiche e ai dubbi riguardanti in primo luogo viale Cattori, Colombo ha cercato di relativizzare la portata del cambiamento; che certamente ci sarà, ma sarà in meglio. Questo, considerando l'abbattimento del traffico privato (da 3'500 a circa 1'000 veicoli al giorno) e la trasformazione di Piazza Stazione in una zona Incontro, dove sarà possibile una migliore convivenza fra i bus in arrivo dal lungolago (250 al giorno, uno ogni 2-4 minuti) e la gran massa di pedoni che affolla la zona della stazione. Pungolato sull'ipotesi che questa convivenza possa dimostrarsi meno facile del previsto, il funzionario ha fatto un confronto con Bellinzona, dove un cambiamento per certi versi paragonabile ha dimostrato di funzionare.

Dalla sala sono poi emerse riflessioni sulle orecchie da mercante finora dimostrate dal Municipio rispetto alle reiterate critiche giunte dalla cittadinanza (e dai commercianti) nel corso degli anni; ma anche su altre tematiche come un presunto tartassamento del lungolago muraltese, il cui ruolo fortemente turistico potrebbe venir messo in discussione proprio dalla circolazione dei bus diretti in stazione. Reattivo e, al solito, molto diretto, il capodicastero di Muralto incaricato, Renato Canziani, ha sottolineato che se si è partiti con un progetto, e allo stesso progetto si è infine tornati, è solo perché non ci sono alternative valide; soprattutto, non ci sono alternative che non toccano suolo privato. Quello, ampio, a nord dei binari, evocato da qualcuno come “piazza di giro” ideale per i bus, va scartato perché è proprietà delle Ffs, ma anche perché, a detta del Cantone, non si presta allo scopo.

Altri timori sono emersi in merito al ruolo di via Stazione, che con qualsiasi variante risulterà comunque sotto pressione sia del traffico privato, sia di quello pubblico. Preoccupa, in particolare, l'impianto semaforico previsto, ed è stata rispolverata l'ipotesi sottopasso pedonale. In questo senso, Colombo ha chiarito che «non sarebbe una soluzione, ma creerebbe un problema». Le polemiche, c’è da giurarci, non si sono esaurite con il confronto.

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