Locarnese

Consolidamento o requiem, per il progetto Verzasca Mobile

Il successo, certificato dai numeri in crescita nei primi due anni della fase pilota, da solo non basta: servono interesse e sostegno cantonali

29 dicembre 2023
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«La Verzasca è funta da pioniere, creando da zero un sistema di business e di funzionamento che ora è rodato e affinato».

Non hanno dubbi, Gabriele Butti e Alessandro Speziali nell’affermare che sì, dal punto di vista tecnico e operativo (veicoli e autonomia delle batterie, organizzazione dei turni, piattaforma di prenotazione via app, ecc.), il progetto Verzasca Mobile – di cui il primo è coordinatore, il secondo membro del gruppo di lavoro nonché a sua volta coordinatore del Masterplan Verzasca 2030 – è un gran successo. A tal punto da poter «essere moltiplicato da subito in qualsiasi valle del Cantone, senza bisogno di analisi o fasi di studio». Nonostante ciò, il suo futuro è tutt’altro che garantito.

Ma andiamo con ordine. Verzasca Mobile è un servizio porta a porta innovativo su chiamata, che copre l’intero perimetro della Valle Verzasca e alcuni punti strategici identificati sul Piano. Il trasporto viene effettuato con dei minibus da nove posti, 100% elettrici. Prenotazioni e pagamenti sono gestiti tramite una App apposita: l’utente seleziona sulla mappa le località di partenza e di destinazione. Dopodiché l’App confronta le prenotazioni ricevute e valuterà la possibilità di ottimizzare i viaggi nella stessa direzione, permettendo così la condivisione delle corse tra più utenti, percorrendo quindi meno chilometri complessivi. L’obiettivo del progetto – elemento faro del citato Masterplan e promosso dall’Associazione dei Comuni della Valle Verzasca (Acvv) e dal Comune di Verzasca, nonché gestito operativamente dalla Fondazione Verzasca – è di offrire un servizio di mobilità flessibile e adatto alle regioni discoste, a beneficio della qualità della vita della popolazione residente, dell’economia locale e dell’attrattiva turistica.

Servizio apprezzato, la conferma anche dai numeri

Un obiettivo che sembrerebbe essere stato raggiunto nei primi due anni della fase pilota – partita nell’ottobre 2021 e appena prolungata di un anno, fino a settembre 2024 –, perlomeno a guardare i numeri in continua crescita: in 24 mesi l’app è stata scaricata oltre 2‘000 volte e sono state effettuate più di 5’800 corse per 7'700 passeggeri trasportati. Grazie a questo servizio sono tra l’altro stati creati 10 posti di lavoro, in parte a tempo pieno. «L’esperienza della fase pilota in Verzasca ha mostrato chiaramente che questo tipo di servizi di mobilità su chiamata sono una misura molto apprezzata dalla popolazione locale – spiegano Butti e Speziali –. Verzasca Mobile è entrato a far parte della quotidianità ed è usato da diverse fasce di popolazione: dai giovani che lo usano per recarsi dopo scuola a svolgere attività sportive sul Piano fino agli anziani per raggiungere vari servizi in Valle e sul piano (negozi, dottore, ecc.). Con questo progetto rispondiamo dunque a una delle esigenze più sentite dalla popolazione e segnalate durante i lavori preparatori del Masterplan, ovvero migliorare la mobilità in Valle, e così anche l’attrattiva residenziale». Rispondendo oltretutto a «bisogni di mobilità specifici che il trasporto pubblico di linea non è in grado di soddisfare nelle valli. E questo pensando anche alla morfologia particolare del territorio, dove c’è un asse stradale unico e poi una lunga serie di diramazioni secondarie».

La sfida principale: il finanziamento

Tutto molto bello, ma ora si tratta di consolidare quanto creato e il prolungamento della fase pilota è da leggere proprio in questo senso. «La sfida principale – e cruciale – per la continuazione dopo la fase pilota è legata al finanziamento, in quanto è chiaro che un servizio simile non si può autofinanziare, come tutti i trasporti pubblici del resto, con gli introiti delle corse, rimanendo allo stesso accessibile e a un prezzo sostenibile (attualmente 5 franchi per zona, 3 per under 16 anni e over 65, gratuito sotto i 6 anni, ndr). Il Comune di Verzasca, dato il margine di manovra ristretto, non può pensare di prendersi a carico tutti i costi. La continuazione del servizio (e l’eventuale moltiplicazione in altre regioni) è quindi legata a un sostegno pubblico che al momento non è automatico, in quanto a livello cantonale, nonché federale, non esistono degli strumenti di finanziamento chiari per questo tipo di servizi».

Quindi, «l’ultimo anno della fase pilota sarà impiegato per la definizione di un modello operativo e di finanziamento adeguato, con il coinvolgimento degli attori di riferimento. I costi annui si aggirano attorno ai 300mila franchi per una valle come la Verzasca, dotata di due veicoli e che crea un totale di 2,5 posti di lavoro, completati da una decina di volontari; costi che possono poi variare a seconda dell’offerta, dagli orari alle zone di copertura, che si intende garantire al territorio. Per questo motivo, verificheremo con ogni regione e valle del Cantone se vi sia l’interesse di dotarsi di un servizio di mobilità on demand: dovesse essere il caso, emergerà l’interesse cantonale a sostenere un simile progetto, che tra l’altro svolge anche un’interessante complementarietà a quanto esiste già nelle zone più urbane. La sfida è quella di rendere sostenibile un servizio che svolge un’importante funzione pubblica, ovvero la mobilità ma anche la lotta allo spopolamento delle valli. In questo senso, l’anno 2024 sarà cruciale per il consolidamento del servizio o per il suo requiem».

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