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Grandi risultati, ma preoccupano (molto) le finanze

Per gli spazi-acqua fuori da Locarno pagati dal 2007 quasi 800mila franchi. ‘Necessario rinegoziare i rapporti con Città e Centro balneare’

I co-presidenti Mellini (a sinistra) e Sirica, con le due ‘stelle’ del club: Emma Mecic e Noè Ponti
4 dicembre 2023
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Il paradosso di un club natatorio formatore, che manda alle Olimpiadi due atleti, ma che si ritrova a dover pagare 50-60mila franchi di spazi-acqua fuori dal suo Comune di riferimento – Locarno – quando quello stesso Comune dispone di un Centro balneare regionale. In più, nella società delle piscine – il cui azionariato è interamente pubblico – vengono organizzati corsi di nuoto che vanno in diretta concorrenza con quelli proposti dal sodalizio di cui sopra.

È una situazione estremamente complicata, quella in cui si trova la Nuoto Sport Locarno. Lo hanno detto i co-presidenti Fabrizio Sirica e Marzio Mellini durante l’assemblea di venerdì scorso. Pur delineando un contesto economicamente difficile, la dirigenza non ha potuto non evidenziare dapprima le vette sportive raggiunte. Emblemi di queste vette sono due ragazzi di grande talento che la Nsl ha saputo svezzare e lanciare in ambito internazionale. Parliamo naturalmente di Noè Ponti, beniamino degli sportivi ticinesi, bronzo olimpico a Tokyo 2020, e di Emma Mecic, vicecampionessa del mondo paralimpica, che come Noè parteciperà a Parigi 2024.

Come sempre, il vertice ha una base, costituita nella Nsl sia dal nuoto agonistico per aspiranti Noè, sia da quello più popolare. In questo senso è stato ricordato il progetto “Inclusione”, che «vuole dare a bambini con difficoltà comportamentali o con handicap psicologici la possibilità di nuotare nei suoi gruppi; o il nuovo corso per donne migranti, organizzato assieme a un’associazione locarnese che si occupa di integrazione; o, ancora, il neonato “gruppo master”», come sottolineato da Sirica. Insomma, «dal punto di vista sportivo la Nsl è a un livello mai raggiunto nei suoi 81 anni di esistenza: un motivo di grandissimo orgoglio che motiva a lavorare ancora meglio».

Ma c’è un “ma”, determinato appunto dalle finanze in difficoltà. In questa stagione, è stato evidenziato, la Nsl chiude con un deficit di 62mila franchi, definito «molto importante». Tra i motivi, per il co-presidente, vi è un apparente paradosso: quello secondo cui «migliori sono i risultati della società e più alto è il livello raggiunto, maggiori sono le spese, e quindi il deficit. Il nuoto, purtroppo, è uno sport che non gode di sponsorizzazioni importanti».

Preoccupa, in particolare, il fatto che «il deficit di questa stagione è in gran parte strutturale. Da un’analisi comparativa con le altre realtà cantonali, le problematiche principali che affliggono la Nsl sono chiarissime – ha detto Sirica – e riconducibili a delle precise scelte politiche effettuate a suo tempo dalla Città di Locarno. Nel 2007, con l’edificazione del nuovo Lido di Locarno da parte della Centro balneare regionale Sa ad azionariato pubblico (dove la Città è azionista di maggioranza) la Nsl fu “esiliata”, mandata a nuotare al centro sportivo di Tenero, in modo da privilegiare l’utenza privata del Lido». Così, «la Nsl è passata dall’avere spazi comunali gratuiti (come è il caso, giustamente, per tutte le altre società sportive di tutte le discipline) a dover affittare gli spazi del Centro sportivo di Tenero e di altre piscine, generando una spesa, dal 2007 a oggi, al netto dei (pochi) contributi comunali, di quasi 800mila franchi! L’affitto delle piscine corrisponde a una spesa annua tra i 50 e i 60mila franchi».

In più, oltre alla scelta di mandare il sodalizio fuori da Locarno, v’era stata quella, presa dall’allora Cda della Cbr Sa, di promuovere dei propri corsi di nuoto senza integrare la Nsl ma, anzi, «mettendosi in competizione e generando un mancato introito per decine di migliaia di franchi annui: un danno non solo economico, ma pure sportivo, perché sottrae monitori e possibili atleti». Una situazione che, per Sirica, «non ha eguali in Ticino: in ogni piscina comunale (indipendentemente dalla forma di gestione) i corsi sono gestiti dalle società natatorie». Pertanto, «la Nsl ha chiesto al Comune di Locarno (tramite un approfondito documento che analizza nel dettaglio le questioni sopracitate) di assumersi la responsabilità delle scelte politiche prese a suo tempo, e che hanno generato una grave difficoltà per la sua società sportiva».

In concreto, il club da un lato auspica che la Città partecipi a una parte dei costi infrastrutturali (il 60%, pari a circa 30mila franchi all’anno) e dall’altro le chiede di «venire integrata nella gestione dei corsi di nuoto nella piscina locarnese della Cbr».

In conclusione, Sirica riflette sul fatto che «siamo una società che porta il nome di Locarno nell’olimpo dello sport, e che al di là dei risultati sportivi promuove un’attività sana ed educativa per centinaia di giovani. Al pari degli altri sport meriteremmo quindi un minimo di sostegno, non addirittura la concorrenza e il danneggiamento economico. Ma sono comunque molto fiducioso che il dialogo aperto con il Municipio e con il Cda della Centro balneare porterà a risultati soddisfacenti per tutti».

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