Locarnese

Locarno: Udc e Centro prendono lo slancio per aprile

Come le comunali potranno specchiarsi nelle federali. L'ex Ppd a caccia del secondo seggio. Il Plr si concentra sulla base

(Ti-Press)
24 ottobre 2023
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A Locarno il riflesso delle elezioni federali su quelle comunali d'aprile è un insieme di ipotesi, con poche ma solide certezze. La prima è nel campo dei Verdi, la cui netta decrescita a livello nazionale costringe il movimento a rivedere le sue mire. Il cavallo vincente, Pier Zanchi, eletto in Municipio come Indipendente – ma pur sempre sotto il “cappello” dei Verdi – ha infatti dichiarato che si ricandiderà sì, ma per i fatti suoi. Quanto e come ciò influirà sul peso elettorale suo, e del movimento, è tutto da vedere. Matteo Buzzi, coordinatore dei Verdi, osserva che un'analisi di quanto accaduto a Berna «è tutt'ora in corso», e in vista delle comunali un elemento certo è il rifiuto di una possibile alleanza con la Sinistra Unita.

Il Centro ringalluzzito a caccia di un riscatto

La seconda certezza è l'adrenalina che scorre nelle vene del Centro dopo la crescita federale; Centro che per altro, a detta del suo presidente sezionale Marco Pellegrini, bene si guarda dall'azzardare previsioni per le comunali: «Sono due cose molto diverse. A Locarno conteranno soprattutto le persone – dice –. Le liste sono attualmente in allestimento da parte della commissione cerca». Commissione che prima o poi dovrà chiamare anche lui, oltre a Claudio Franscella: ai due probabili nomi forti spetterà il compito di rinverdire i fasti Ppd con la riconquista del secondo seggio perso tre anni fa, anche senza alcun uscente in lista, visto l'abbandono annunciato dal vicesindaco Giuseppe Cotti.

Anche per i vertici liberali radicali, come nota il presidente sezionale Plr Stefano Lappe, un confronto fra federali e comunali non è, per così dire, la prima esigenza: «Noi come partito facciamo un'analisi completa per capire come sono andati in Città i nostri candidati a Berna, ma anche qual è l'andamento del Plr rispetto alle federali del ‘19. In questo senso si registra una lievissima diminuzione (26 schede), di cui prendiamo atto, pur sottolineando che le comunali sono un'altra cosa sia rispetto alle cantonali, sia e a maggior ragione in confronto alle federali». In vista di aprile, comunque, «quanto appena uscito dalle urne rafforza la nostra convinzione che il lavoro va fatto scegliendo i candidati giusti, ancorati al territorio. È previsto un cambio notevole non solo in Municipio, ma anche in Consiglio comunale, e al momento ci stiamo concentrando molto sul legislativo, che è la vera base del partito, con la ricerca di profili adatti».

La Lega: ‘Abbiamo toccato il punto minimo’

«Ogni partito segue un proprio ciclo; credo che in questo momento abbiamo toccato il punto minimo. Dovremo capire e analizzare le ragioni di questo risultato non certo esaltante e tornare a cavalcare quei temi che erano nostri e che ci hanno permesso di arrivare dove siamo arrivati». Alleanza con l'Udc a parte, il mantra politico al quale attinge Bruno Buzzini, municipale della Lega e coordinatore del movimento in vista delle elezioni comunali, è proprio quello di «lavorare uniti, in modo serio, ascoltando i reali bisogni della gente, convinti del fatto che a livello comunale le ideologie politiche contano poco; sono le persone, i progetti, la presenza sul territorio a fare la differenza».

Da parte di Buzzini nessuna accusa all'Udc, a detta di alcuni rea di aver rubato la scena al movimento di via Monte Boglia: «L'Udc è un partito di maggioranza relativa a Berna, è evidente che giochi un ruolo da protagonista. Ha fatto una grande campagna, investendo parecchi soldi. Ma non dobbiamo dimenticare che senza la Lega a livello cantonale non avrebbe ottenuto questo risultato. Da soli, dunque, non si vince. Ci dobbiamo perciò sostenere a vicenda».

Una luna di miele destinata a continuare, dunque:«I due schieramenti uniti hanno raccolto circa il 24% dei consensi, come circa 4 anni fa. L'area di centrodestra ha quindi tenuto bene anche se la Lega, in Ticino, ha registrato una flessione come alle cantonali. Francamente non mi aspettavo un grande risultato del mio partito alle elezioni nazionali. Non sono sorpreso. C’è stato sicuramente un flusso di voti dal mio partito all'Udc, questo è ovvio. Vorrei pure rimarcare che a livello di sottolista, a titolo personale, a Locarno, abbiamo raggiunto quasi il 2%, il che non è male». Il vero problema in vista delle comunali non sembra dunque essere quello delle alleanze: «No, è quello di saper ascoltare i cittadini, capire le esigenze e avere le persone (candidati) capaci di tradurre in progettualità le idee». L'analisi delle federali si sposterà, prima, in assemblea. Appuntamento nel quale verranno al pettine eventuali nodi.

Bäriswyl: ‘Non sono più da solo’

Dal fronte Udc Bruno Bäriswyl dice che «è un giorno felice» e il riferimento a domenica è ovvio. Per quanto riguarda il solito discorso dell'alleanza a livello comunale, «stiamo lavorando sulle liste ed è presto per dire di più. A Locarno conteranno le persone, che anche da noi cominciano a essere più numerose. Prima c'era il Bruno e c'era il Bäriswyl, adesso il campo si allarga e le cose si fanno interessanti».

In area progressista Francesco Albi, del Ps, conferma l’alleanza della Sinistra Unita, senza i Verdi: «Il Ps già nel 2020 aveva preferito anteporre l’idea di un progetto di medio-lungo termine al semplice candidare nomi importanti; progetto poi sfociato poi nella Sinistra Unita, composta da tutti i partiti della sinistra “rossa” e le sensibilità verdi dei singoli. Lo stesso principio lo abbiamo applicato con le discussioni per le prossime comunali, laddove abbiamo trattato con i Verdi un’alleanza sui contenuti, purtroppo non accettata da parte loro. I giochi non sono ancora fatti e la porta da parte mia è sempre aperta, ma non a scapito di questo principio che antepone facili risultati “fuochi di paglia” a quello che abbiamo costruito in questi 4 anni e che avrà secondo me vita lunga e prospera a Locarno».

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