Centovalli

Comino, una montagna di gente per la festa dei 30 anni

La ricorrenza ha richiamato ben 500 persone, mentre sono 900mila le persone trasportate dalle due cabine dall'inaugurazione dell'impianto, trent'anni fa.

18 agosto 2023
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Se qualcuno ha ancora dubbi sull'attaccamento della popolazione centovallina (e del comprensorio) alla trentenne funivia Verdasio-Monte Comino, la cifra dei presenti domenica 13 agosto al giubileo dei 30 anni lo dissipa. Erano infatti circa 500 coloro che, approfittando della bella giornata, sono saliti ai 1200 metri di quota della nota località di montagna per la grande festa. Ben 479 le porzioni di carne alla pioda e insalate varie distribuite all'ombra degli alberi che circondano il piccolo Oratorio della Segna. A dimostrazione di come funivia è, ed è sempre stata, motivo d'orgoglio per la sua grande valenza turistica e per aver bloccato quel doloroso fenomeno di abbandono dei territori che ha caratterizzato il dopoguerra. Probabilmente il paesaggio sarebbe oggi molto diverso e privo di strutture ricettive, nate e sviluppatesi proprio attorno a questo importante impianto funiviario.

Non potevano mancare, alla festa di compleanno, i rappresentanti delle autorità politiche locali e cantonali e il vicedirettore di Ticino Turismo Kaspar Weber. Il saluto ai numerosi presenti l'ha portato Reto Pellanda, alla testa del Consorzio trasporti Comino (Ctc) che gestisce la funivia, il quale ha ripercorso il non facile cammino, tra ostacoli e sacrifici, compiuto dai promotori dell'opera. Sforzi di chi vedeva «il Monte di Comino a una svolta epocale: il passaggio dalla civiltà contadina a quella del soggiorno per le vacanze e il turismo». Ha in seguito snocciolato le cifre di un successo incredibile: «Le statistiche parlano chiaro: in questi trent’anni sono stati trasportate quasi 900mila persone; un risultato determinato anche dal prezzo dei biglietti che sono rimasti bassi e concorrenziali dall’inizio». Reto Pellanda ha infine speso due parole sul futuro dell'impianto e sulla «fattibilità di destagionalizzare. Ciò significa apportare le dovute modifiche per permettere a tutti di usufruire dell’impianto e non solo dai consorziati muniti di chiave. Avremmo sicuramente bisogno di finanziamenti da parte di tutti gli enti, Cantone compreso, per poter garantire questo passaggio con le dovute modifiche che la legge e le normative ci impongono. Questa sarà comunque musica del futuro».

Ha poi preso la parola il sindaco di Centovalli, Michele Turri, il quale nel suo discorso ha insistito sulla valenza economica e paesaggistica assicurata dalle cabine:«Oggi questa funivia è il fiore all’occhiello delle Centovalli capace di attrarre numerosissime persone facendo conoscere questa meravigliosa regione in tutta la Svizzera e anche fuori dai confini nazionali. Crea posti di lavoro, che in una realtà di valle periferica come la nostra valgono oro, aiutando nel contempo l’economia locale; altresì favorisce il mantenimento naturale-paesaggistico che contraddistingue il Monte Comino».

L'alternativa a una strada invisa agli ambientalisti

Il microfono è poi passato al presidente onorario del Ctc, Giorgio Pellanda. Quest'ultimo ha definito l'impianto “una funivia politica”, dal momento che nella primavera del 1992, quando venne inoltrata la domanda di costruzione in Comune, aleggiava lo spauracchio di incorrere in opposizioni e ricorsi da parte di associazioni ambientaliste.«Fortunatamente non fu così e le porte degli uffici cantonali si aprirono quasi d'incanto. Inoltre, da parte degli uffici forestali si celava un desiderio non detto: la funivia avrebbe escluso la costruzione di una strada, ben più impattante paesaggisticamente. Cosa che permise tra l'altro di evitare di presentare la domanda di dissodamento lungo il tracciato».

Infine il vicedirettore di Ticino Turismo, Kaspar Weber, ha sottolineato l'importanza delle valli nel contesto turistico cantonale. Un impatto, il loro, importante anche dal profilo economico e degli indotti. La speranza di tutti è che ora, sullo slancio del successo di questa giornata speciale, sia possibile garantire anche un futuro alla Festa della Madonna della Segna, una tradizione che si spera possa avere un futuro e per organizzare la quale occorrono forze fresche e motivate.

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