laR+ Locarnese

(Ri)mette in luce coprendo, la nebbia di Piazza Pedrazzini

Da metà luglio e ancora per un paio di settimane, la fontana nel quartiere nuovo di Locarno è sotto i riflettori per la nuvola rinfrescante che l’avvolge

31 luglio 2023
|

Qualcuno arriva dalla Piazza Grande, scendendo lungo via della Pace o “entrando” da ovest su via Bramantino; altri si avvicinano giungendo dalla zona del Lido e del Bosco Isolino; molti giungono – sempre lungo via Bramantino, ma da ovest – direttamente dal lungolago. Percorsi diversi che convergono però tutti in un unico punto: Piazza Giovanni Pedrazzini. Ad attirare a getto quasi continuo la gente nel quartiere nuovo (Rusca e Saleggi) di Locarno, l’insolita e rinfrescante nebbiolina che ormai da un paio di settimane “sgorga” dall’omonima fontana, in parte coprendola, ma a ben vedere rendendola visibile come forse non è mai stata.

Originale, rinfrescante, bella: solo complimenti da residenti e turisti

«Stavamo passeggiando sul lungolago (a circa 350 m quindi, ndr) e quasi per caso abbiamo notato la nebbia, ci siamo avvicinati e… è “funny”», ci racconta una coppia di turisti australiani, che abbiamo disturbato mentre stavano già postando sui loro canali social le foto scattate pochi istanti prima davanti al monumento dedicato a Giovanni Pedrazzini, l’illustre locarnese che nella seconda metà dell’Ottocento, dopo aver fatto fortuna nelle miniere d’argento del Messico, oltre a ricoprire il ruolo di sindaco di Locarno fu promotore dell’urbanizzazione dello stesso quartiere nuovo, della costruzione della funicolare della Madonna del Sasso, della ferrovia della Valle Maggia e della costituzione della Società Elettrica Sopracenerina.

«La fontana è bella già di suo, ma così è decisamente più accattivante, attira l’attenzione, figuriamoci quella di mio figlio, che perlomeno può rinfrescarsi senza che debba andare a ripescarlo – afferma divertita una mamma di Gerra Piano mentre tiene d’occhio il suo “ragazzo” –. Conoscevo già questa piazza, ma ammetto che non ci avevo mai passato troppo tempo. L’altro giorno però ho visto su Facebook di questa opera e visto che eravamo nelle vicinanze, abbiamo deciso di farci un salto».

‘Più che un’opera d’arte, un lavoro da estetista’

«Direi che allora abbiamo centrato l’obiettivo e possiamo dirci soddisfatti visto che l’idea era proprio riportare l’attenzione su una piazza e un monumento di Locarno molto belli, ma che erano caduti un po’ nel dimenticatoio», afferma Nicola Colombo, fabbro, designer costruttore e tecnico d’arte, che assieme all’architetto Monica Sciarini e al loro studio Nephos hanno creato l’opera d’arte locarnese, dopo aver già portato negli scorsi anni le “nuvole piovasche” a Bellinzona in Piazza del Sole e a Mendrisio davanti alla chiesa dei Santi Cosma. «No, non chiamiamola opera d’arte, non è il messaggio che volevo fare passare, si tratta più di un lavoro da estetista, un po’ come la Fata Turchina con Cenerentola – precisa ancora Colombo –. Un atto goliardico e allo stesso tempo poetico nei confronti di un luogo che da anni mi affascina. Ogni volta che ci passo, mi sembra di trovarmi in un posto stravagante come Saint-Tropez o Casablanca, anche se parlandone con i Locarnesi, nessuno sembra filarselo. Per questo ho voluto attirare su di esso l’attenzione, non c’è bisogno di prendere l’aereo e volare lontano per trovare i cosiddetti “spot” da selfie, ne abbiamo tanti (e spesso non ce ne accorgiamo) anche in Ticino».

Ed effettivamente, non una delle persone che abbiamo visto avvicinarsi alla fontana se n’è andata senza scattare qualche foto con il proprio telefonino. Una coppia del luganese, arrivata in bicicletta, ammette ad esempio di averne «sentito parlare» e aver visto «alcune immagini sui social. Non siamo venuti a Locarno apposta per vederla, ma già che passavamo di qua ci siamo fermati e dobbiamo dire che è particolarmente piacevole, in giornate calde come queste, potersi rinfrescare anche in questa zona della città».

Piacevolmente sorpresa dall’effetto dell’acqua portata in pressione e nebulizzata attraverso un cerchio di ugelli di circa 20 metri posto all’interno del monumento, anche un’accaldata turista canadese di passaggio a Locarno sulla via per Zurigo – dove tra l’altro potrà ammirare, sulla Turbinenplatz, un’altra installazione, ampliata proprio di recente, del team Nephos –… «Sono stata attirata dalla nebbia, perché da noi non ho mai visto una cosa del genere. In Canada esistono questi sistemi ma vengono utilizzati ad esempio dai ristoranti, non certo abbinati a dei monumenti. La trovo una splendida idea».

L’acqua ‘montata’ e l’omaggio a un personaggio ‘grandioso e folle’

«Splendide piuttosto erano le idee di Giovanni Pedrazzini, un personaggio grandioso e folle allo stesso tempo, al quale abbiamo semplicemente voluto rendere omaggio», interviene ancora “l’uomo della nebbia”, per il quale quest’ultima rappresenta «un vettore emozionale: quando lei diventa visibile, quello che le sta dietro scompare, anche se in questo caso l’effetto finale è proprio quello contrario, perché in un certo senso la fontana è più in luce adesso che prima. In questo senso, la nostra nebbia è un po’ come la panna sulla torta, la rende più gustosa».

Una sorta di “acqua montata” che appare “appetitosa” anche dal punto di vista ambientale… «L’impatto è minimo visto che si tratta semplicemente di acqua – potabile e pulita, dato che non si tratta di quella della fontana ma arriva direttamente dalla rete idrica ed senza componenti chimici – e il consumo equivale a quello di una fontanella per abbeverarsi. Poca anche l’energia elettrica utilizzata dalla pompa che porta l’acqua in pressione. Inoltre, la tecnologia che ci sta dietro è tutta made in Ticino, dato che ci è fornita da un paio di ditte specializzate di casa nostra».

‘Riproporla ogni estate? Perché no, è anche un’arma contro le isole di calore’

A proposito di ticinesi, avviciniamo un gruppetto di persone residenti nella regione – tra cui una la cui casa si affaccia proprio su Piazza Pedrazzini – che si spinge oltre agli apprezzamenti e propone di ripetere l’esperimento ogni anno nei mesi estivi… «Perché no? Il Municipio di Locarno è stato bravo a cogliere con entusiasmo la nostra proposta, cosa non sempre scontata, per cui i presupposti per riproporla anche nei prossimi anni sembrano esserci. A maggior ragione visto che sistemi del genere, in grado di abbassare di diversi gradi la temperatura della zona, sono un metodo efficace contro le isole di calore, tema di grandissima attualità».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔