Locarnese

Locarno, lo stretto legame tra Cisa e territorio

La collaborazione con il Jazz Ascona ha raggiunto il traguardo dei dieci anni. Ma c'è molto di più. Intervista al direttore Marco Poloni

Marco Poloni, direttore del Conservatorio internazionale di scienze audiovisive
16 giugno 2023
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Nel corso degli anni si è creato un legame stretto tra il Conservatorio internazionale di scienze audiovisive (Cisa), con sede nel Palacinema di Locarno, e il territorio ticinese. Uno degli esempi più solidi è la collaborazione – che nel 2023 compie 10 anni – con una delle manifestazioni musicali più importanti della regione: il Jazz Ascona.

Nel abbiamo parlato con il direttore Cisa, Marco Poloni. Come è costruita questa collaborazione? «Concretamente gli studenti del primo anno si trasferiscono ad Ascona per 11 giorni e 10 notti di lavoro. Il team, che lavora all’interno delle aule del collegio Papio, assume il ruolo di una vera e propria redazione televisiva. Organizzati in piccole troupe di ripresa e di montaggio, gli studenti realizzano filmati giornalieri che prendono spunto dall’attualità del festival Jazz. Si tratta di cogliere con video di alta qualità eventi, ospiti, curiosità e luoghi. Ogni giorno vengono sviluppate pillole video nelle quali i direttori artistici illustrano il programma delle serate; poi ci sono le riprese in diretta dei concerti, le interviste agli artisti, gli spot promozionali e naturalmente il “best of”, che condensa la memoria storica dell’intera edizione in pochi minuti».

Un lavoro impegnativo per gli iscritti al Cisa; uno stage obbligatorio che rientra nel programma di studi e nel loro curriculum. «Le troupe si alternano in turni diurni e notturni, e si danno il cambio tra le fasi di ripresa e le sessioni di montaggio, sempre monitorate da tre tutor della scuola – prosegue l'intervistato –. I video realizzati vengono poi organizzati e diffusi in un palinsesto quotidiano dall’ufficio comunicazione di Jazz Ascona, attraverso i canali social della manifestazione e sul sito web jazzscona.ch. Gli studenti mettono in pratica quanto hanno appreso durante il loro primo anno di corso e continuano a imparare e sperimentare in uno stage professionalizzante che ha come tema la grande musica nella cornice asconese, ma anche l’atmosfera che questo storico festival sa regalare.Si tratta di un’esperienza unica che le due parti costruiscono e perfezionano di anno in anno in una solida e proficua collaborazione».

L'aspetto didattico e formativo è essenziale: «C‘è un altro elemento che a mio avviso è importante: i giovani entrano in stretto contatto e si confrontano con la libertà creativa e con il concetto d'improvvisazione, che è parte della musica Jazz. I musicisti partono da una struttura base e poi si lanciano in esecuzioni straordinarie. Quello che viene realizzato in quei momenti sui palcoscenici asconesi è una lezione importante di vita e di arte».

La collaborazione con la rassegna musicale asconese non è certo un unicum. Anzi. «Le occasioni didattiche preziose per far crescere le competenze degli studenti, nella dinamica dell’imparare facendo, sono diverse e caratterizzano la nostra scuola e il percorso didattico che abbiamo scelto d'intraprendere – spiega ancora Poloni –. Per il Jazz sono impegnati gli alunni del primo anno, mentre quelli del secondo collaborano da anni con il Festival internazionale del film di Locarno. Tramite il Cisa-Lab, accogliamo le richieste che arrivano dal territorio e le valutiamo, scegliendo quelle che effettivamente possono entrare nell'ottica della formazione dei nostri iscritti. Posso citarne alcune: per la Locarno-Milano-Venezia, la via d'acqua che collega il Verbano alla città dei Dogi, abbiamo realizzato un documentario e una clip. Per la recente conferenza internazionale di meteorologia che si è svolta al Palacinema, abbiamo invece curato la regia live, con collegamenti dall'estero e trasmissione dei dati dai satelliti. Oppure, ancora, c’è un nostro studente che, per un progetto di film, sta seguendo la realizzazione di un'opera d'arte di grandi dimensioni al Centro internazionale di scultura di Peccia».

Il Cisa e il suo Lab collaborano spesso con la Ticino film commission, che pure ha sede nel Palacinema. «Le proposte che arrivano sono molte e che non possiamo accoglierle tutte – conclude Poloni –. Le richieste vengono vagliate e devono soddisfare specifici requisiti. Tra questi, l'importanza del progetto nel percorso didattico. Per noi, infatti, sono occasioni di formazione per far crescere gli studenti. In cambio i video e il lavoro che mettiamo a disposizione, che porta a un prodotto finale di qualità professionale».

Al Cisa attualmente gli iscritti sono 56: di questi 37 frequentano il biennio della formazione di base; altri 19 stanno portando a termine la specializzazione, con il lavoro finale di diploma. Il numero di studenti nel corso degli anni è aumentato costantemente, a conferma della crescita dell'importanza del settore dell'audiovisivo, e delle relative professioni, nella società, anche in quella Ticinese. Il Conservatorio internazionale di scienze audiovisive è una realtà ormai consolidata che con Poloni, che ha assunto la carica di direttore nove mesi fa, si appresta ad affrontare nuove sfide.

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