Vallemaggia

Innalzamento diga e funivia con la Leventina, un tutt'uno

I due grossi cantieri previsti in alta Lavizzara devono viaggiare di pari passo. La richiesta di amministratori comunali, patriziati, Ascovam e Erslvm

(Ti-Press)
17 maggio 2023
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Due cantieri in uno. O, meglio, che procederanno di pari passo. Sempre che la richiesta delle autorità politiche della Lavizzara – spalleggiate in questa rivendicazione dai granconsiglieri valmaggesi, dall'Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia, dall'Ascovam e dai patriziati – venga esaudita. I grossi lavori ai quali alludiamo sono l'innalzamento della diga del Sambuco (con il potenziamento della centrale di Peccia) e la nuova funivia Fusio-Ambrì, il cui iter è già stato avviato dal Cantone. Tutto ciò quale compenso concreto all’ulteriore sacrificio di territorio che il progetto idroelettrico comporterà. È la rivendicazione formulata all’unisono dal Comune di Lavizzara e dai Patriziati di Fusio e Peccia. Rivendicazione alla quale si associano l’Associazione dei Comuni di Vallemaggia (Ascovam) e l’Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia. Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara, ritiene che l'avanzamento, contemporaneo, di questi due grandi cantieri indispensabili per il rilancio socio-economico dell'alta Vallemaggia consentirà di sfruttare le sinergie tecniche, progettuali e realizzative che verranno alla luce, rendendo al tempo stesso più sopportabile, per il territorio e i suoi abitanti, i disagi che queste opere comporteranno. Si pensi, come ha ricordato il presidente del Patriziato di Fusio Maurizio Dazio, ad esempio al traffico di grossi articolati e veicoli generato dai due cantieri. L’ufficio patriziale di Fusio si è spinto oltre, chiedendo di essere coinvolto e fin da subito sia nella fase di progettazione di massima, sia in quella successiva che entrerà nei dettagli.

Quel torto storico al quale porre rimedio

Da parte sua il presidente dell’Ascovam, Michele Rotanzi, ha auspicato migliorie agli attuali accessi stradali non solo nel comprensorio interessato dai lavori, bensì anche al piano, tra Solduno e Ponte Brolla. Dovrà, non da ultimo, essere tenuto in debita considerazione l’incremento dei posti di lavoro legati al settore energetico come pure un sensibile aumento dei deflussi minimi nella Maggia. Aspetto sul quale si è innestato l'intervento del granconsigliere valmaggese Fiorenzo Dadò, il quale ha sottolineato come le reversioni a favore del Cantone degli impianti dell’Ofima dovranno essere l’occasione per far beneficiare agli enti locali valmaggesi dei proventi milionari derivanti dallo sfruttamento delle loro acque. Rimediando così a quello che Fausto Rotanzi, presidente del Patriziato di Peccia, ha etichettato come «un'ingiustizia storica», dal momento che dei milioni di franchi in canoni d’acqua versati annualmente dall’Ofima nelle casse del Cantone in valle non si vedano che sole poche briciole. Un discorso che per essere affrontato con speranze di successo deve coinvolgere tutti i livelli istituzionali, ha sottolineato la sua collega Samantha Bourgoin. Infine Aron Piezzi, parlamentare in Gran Consiglio, ha rivolto l'invito a «muoversi tutti insieme affinché anche il collegamento via fune tra Vallemaggia e Leventina diventi un dato acquisito».

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