Locarnese

Il Locarnese e le sue valli perdono due unità in parlamento

I seggi in meno sono del Plr e del Centro. Le reazioni di vincitori e vinti.

(Ti-Press)
3 aprile 2023
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Si riduce di due unità il contingente locarnese (e valli) in parlamento: una la perde il Plr, l’altra il Centro. Gli eletti calano infatti da 18 a 16, con parecchie buone conferme e qualche “trombatura” eccellente. Ugualmente importanti sono quella di Michela Risa nel Plr e di Bruno Buzzini in casa leghista: il municipale di Locarno ha pagato il calo del movimento e, pur ottenendo una buona risposta dalla Città, si visto superare sul filo di lana da Alessandro Mazzoleni, di Minusio, figlio dell’ex sindaco (Ppd) Piero. «Fa parte della vita – ci ha detto Buzzini –. Ma abbiamo perso in generale, mica solo a Locarno. Il trend della Lega mi amareggia. Sono invece contento per quanto ottenuto da Alessandro Mazzoleni e da Omar Balli, due colleghi meritevoli. La prendo comunque in modo sportivo: continuo pur sempre con immutato entusiasmo come municipale a Locarno».

Non rieletta neppure, come detto, Michela Ris in casa liberale radicale, dove Nicola Pini (altro municipale di Locarno) Luca Renzetti (presidente disrettuale), Alessandro Speziali (presidente cantonale) e il valmaggese Aron Piezzi sono stati confermati senza particolari problemi. Renzetti riflette in questo senso: «Se pensiamo che fra i primi 6 posti in assoluto nel Plr troviamo 3 locarnesi, beh, possiamo dire che la nostra regione è una bella locomotiva. Aver perso però il quarto seggio secca parecchio. Ci ha rimesso Michela Ris, che sarebbe stata rieletta in qualsiasi altro Distretto. In questo senso c’è del rammarico».

Una brutta botta è quella ricevuta da Giuseppe Cotti, terzo classificato fra gli esponenti del Centro, il cui gruppo locarnese ha perso un seggio a favore di Lugano, facendo così scivolare lo stesso Cotti fuori dalla lista degli eletti. Capeggiata, questa, dal presidente cantonale Fiorenzo Dadò e completata dai confermati Marco Passalia e Paolo Caroni. «Sono soddisfatto per il risultato personale, ma dispiaciuto per il partito a livello distrettuale, per il seggio perso a favore di Lugano – commenta Giuseppe Cotti –. È una questione interna, ma fino a un certo punto. Credo che nel Distretto si imponga una importante riflessione. Ci credevo, il terzo posto infatti l’ho ottenuto, ma non è bastato».

I volti nuovi, oltre a Mazzoleni, sono quelli di Massimo Mobiglia fra i Verdi liberali, di Beppe Savary fra i socialisti (dove non ce l’ha fatta l’uscente Fabrizio Garbani Nerini, sindaco di Terre di Pedemonte) e Maria Pia Ambrosetti (è di Cugnasco-Gerra) nella lista HelvEthica. Confermata, in casa Udc, Roberta Soldati, ora accompagnata da Andrea Giudici, neo-acquisto democentrista. E a proposito di conferme, rivedremo in parlamento i Verdi Samantha Bourgoin e Matteo Buzzi.

Portabandiera dei Verdi liberali, Mobiglia considera che «questa campagna l'abbiamo avviata in dicembre e ricordo di aver commentato, allora: “questa è la volta buona!”. Sono felice perché anche in Ticino finalmente la nostra formazione sarà rappresentata in Gran Consiglio. La nostra è una vittoria tutto sommato assai inattesa, alla luce dei risultati per il Consiglio di Stato». Rimanendo sulla tonalità, ma cambiando movimento, Bourgoin osserva di «essere soddisfatti del risultato, che ci permette di continuare a fare gruppo. Un aspetto, quest'ultimo, non da poco». La stessa co-coordinatrice del gruppo operativo Verdi Ticino saluta con piacere l'ingresso dei Verdi liberali: «Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti coloro ai quali il tema dell'ambiente sta a cuore».

Fra i non rieletti, scoramento e preoccupazione per quello che sarà il futuro delle zone periferiche vengono espressi da Germano Mattei, del ‘Movimento MontagnaViva’, rimasto escluso dai giochi dopo che, scrutinati i risultati dei Comuni di valle, sembrava poterla spuntare: «I centri urbani e i Comuni delle periferie hanno scombussolato tutto. Creando una spaccatura netta – commenta Mattei –. La prova che manca sensibilità, condivisione, interesse per le sorti delle zone discoste del Cantone. I temi della montagna non fanno presa, quasi a voler dare per scontato che si può vivere anche senza le nostre piccole realtà. Mi chiedo che territorio stiamo preparando per le future generazioni. Le valli finiranno ridotte a luoghi di vacanza o di turismo mordi e fuggi?».

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