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‘PaLoc4 una risicata sufficienza (al limite della bocciatura)’

Gli strali del presidente dell’Associazione traffico ambiente Ticino, Bruno Storni, dopo il Rapporto d’esame della Confederazione

In sintesi:
  • Critiche alla Commissione intercomunale dei trasporti
  • Il Piano d'agglomerato di quarta generazione ha ottenuto 4 punti su 12
  • 'Si realizzano pochi interventi per rapporto a quelli necessari’
Restano molti nodi da sciogliere
(Ti-Press)
17 marzo 2023
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Il Programma d’agglomerato del Locarnese di quarta generazione (PaLoc4) ha ottenuto una sufficienza risicata. Il Rapporto d’esame della Confederazione del 22 febbraio scorso non lesina critiche.

Non è sorpreso del risultato Bruno Storni, consigliere nazionale Ps (membro della Commissione trasporti e telecomunicazioni), e presidente dell’Associazione traffico e ambiente (Ata) della Svizzera italiana. Nel gennaio del 2022, l’Ata e altre quattro associazioni (Comitato iniziativa nuovo piano viario Minusio, Pro Velo, Piano di Magadino a misura d’uomo e Quartiere Rivapiana Minusio) avevano puntato il dito sui difetti del Programma. Tesi che in buona parte sono ora confermate dalla Confederazione.

«La Commissione intercomunale di trasporti Locarnese e Vallemaggia (Cit) non venga a dirci che il PaLoc4 è stato ritenuto buono – precisa Storni –. In verità ha ottenuto quattro miseri punti su dodici. È stato considerato sufficiente, ma si è piazzato sullo scalino più basso della fascia. Promosso, quindi, per il rotto della cuffia. Se perdeva un altro punto finiva tra gli insufficienti e non avrebbe ottenuto sussidi federali!».

Il riferimento è, ovviamente, alla decisione di Berna, resa nota lo scorso 22 febbraio, di sostenere i progetti del PaLoc4 con 12,8 milioni che saranno impiegati in particolare per creare una nuova fermata del bus al Centro Punto Valle di Avegno Gordevio, per un nuovo nodo intermodale alla fermata ferroviaria di San Nazzaro e per diverse correzioni viarie su strade esistenti.

Storni è un fiume in piena: «Come fanno i vertici della Cit ad affermare che fa piacere aver ottenuto contributi che coprono il 40 per cento dei costi? Questo si chiama prendere in giro la gente. Il 40 per cento è il minimo al quale un Piano d’agglomerato come quello del Locarnese ha diritto e che incassa se non ha penalità derivanti da eventuali opere del PaLoc2 non realizzate. Da tempo la Cit produce programmi d’agglomerato mediocri, considerati sufficienti (PaLoc2: 6 punti; PaLoc3: 6 punti; PaLoc4: 4 punti); e solo per il fatto che la Confederazione non ne boccia più si riesce a fare qualche piccolo intervento. Poco, molto poco per rapporto a quanto sarebbe necessario. E non serve a nulla edulcorare i risultati. Come già richiesto un anno fa, quando abbiamo commentato il PaLoc4 appena inviato a Berna, la Cit deve cambiare sia a livello politico che tecnico. Il Locarnese sta subendo un grave danno dai pessimi Programmi di agglomerato prodotti dalla Cit».

Le cifre sbloccate da Berna

Parlando di cifre, il presidente Ata segnala: «Berna sblocca 1,6 miliardi di franchi che serviranno a cofinanziare programmi d’agglomerato presentati da 32 regioni; ma solo 12,8 milioni (cioè lo 0,8 per cento) arrivano in Ticino, e nella fattispecie per la fermata bus valmaggese, per un nodo intermodale in Gambarogno, dove il treno Tilo passa ogni due ore, e poi fortunatamente per alcune tratte di ciclopiste. Ma in questo caso non per tutte quelle programmate, perché ad esempio il sottopasso della ferrovia a Muralto, che anche noi avevamo giudicato non funzionale, è stato bocciato. Sommando i sussidi federali assegnati per le diverse generazioni di PaLoc, il Locarnese incassa la metà della media svizzera pro capite e per posti lavoro».

L’intervistato mette pure l’accento sul progetto della galleria Moscia-Acapulco che la Cit non aveva inserito nel PaLoc4: «È l’investimento economicamente di gran lunga più oneroso, ma si è preferito chiamare alla cassa i Comuni. Gordola aveva poi fatto ricorso contro questa decisione. Ebbene, essendo un investimento stradale era chiaramente da inserire nel Programma d’agglomerato, cosa che la Confederazione ha fatto d’ufficio, ma con un giudizio poco lusinghiero». Infatti, nel rapporto d’esame si legge: "Inoltre per la prevista realizzazione della galleria stradale Moscia-Acapulco non sono state effettuate analisi più approfondite volte ad anticipare o a sviluppare misure d’accompagnamento a corto-medio termine, come per esempio misure di gestione del traffico".

«Che la decisione di non chiedere il finanziamento federale per la Galleria Moscia-Acapulco fosse sbagliata, oltre che per i motivi esposti nel ricorso del Municipio di Gordola, è dimostrato dal fatto che la misura Paloc4 Traffico individuale motorizzato 20.1, Messa in sicurezza della viabilità: tratta Solduno-Ponte Brolla (con l’allargamento su un tratto di un chilometro) è stata accolta dalla Confederazione, che la sussidierà».

In conclusione Storni ribadisce quanto esposto nel corso della conferenza stampa del gennaio 2022: «Con il PaLoc4 risulta sempre più evidente che la Cit non funziona. Lavorano per quattro anni poi pubblicano i risultati e lasciano 30 giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni. I risultati sono mediocri e deludenti e non vengono presi in considerazione tutti gli elementi, ad esempio i nuovi autosili in centro. Un caso emblematico è pure quello della galleria Moscia-Acapulco. Se nel PaLoc2 gli obiettivi erano chiari (aumentare il trasporto pubblico dall’11 al 16 per cento) e ridurre le emissioni nocive del 6 per cento e quelle foniche del 25 per cento, il PaLoc3 e 4, che hanno entrambi i medesimi progettisti, si presentano senza obiettivi e risultati. Occorre cambiare a livello politico e tecnico, ma bisogna pure coinvolgere la popolazione e le associazione sin dall’inizio dei lavori, come richiesto dall’Ata. E c’è apertura in questo senso».

Il Rapporto d’esame della Confederazione

Il Rapporto d’esame mette in evidenza sia i lati positivi sia le pecche del PaLoc4: "Adempie appieno il criterio della continuità rispetto alle generazioni precedenti poiché riprende le strategie settoriali, apportando qualche necessario adattamento – vi si legge –. Il filo conduttore tra i diversi elementi non è tuttavia sempre esplicito, in particolare per quel che riguarda la necessità d’intervento e le misure. Inoltre, le strategie settoriali fanno fatica a produrre gli effetti auspicati per la mancanza di misure più incisive". E ancora: "Nel PaLoc4 il coordinamento con le pianificazioni nazionali o cantonali è in gran parte garantito. Tuttavia per il potenziamento dell’offerta regionale della ferrovia Fart (Locarno-Intragna) non sono ancora state sviluppate misure d’accompagnamento". Più avanti: "A livello d’agglomerato, il coordinamento tra i trasporti e gli insediamenti non è pienamente garantito alla luce della mancanza di concretizzazione di diverse strategie".

Pescando qua e là: "La volontà del piano di agglomerato (Pa) di ridurre il traffico individuale motorizzato nel centro dell’agglomerato non si traduce in misure particolarmente incisive". Per i posteggi mancano piani di mobilità. Poi: "Il Pa non prevede una visione della rete di trasporto pubblico a medio termine e alcuna misura di gestione del traffico per favorire il trasporto pubblico". Altre lacune sono legate ai punti deboli del traffico lento (pedoni e biciclette, anche e-bike), agli effetti contenuti sulla sicurezza del traffico, sulla riduzione dell’impatto ambientale e sull’utilizzo delle risorse. Anche le misure paesaggistiche, infine, non risultano sufficientemente dettagliate.

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