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Tango in casa anziani: il sentimento che fa stare bene

La singolare “lezione” di Gianfranco Zuppardo e Brigitte Krämer agli ospiti del Policentro di Losone. Fra ricordi, scoperte e (forse) malinconia

(Ti-Press/Golay)
6 marzo 2023
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Bastano tre note e audacia e passione tornano a sbocciare. Parte il tango tradizionale e le braccia degli anziani si alzano, leggere, e ondeggiano al ritmo, a destra e a sinistra. Un’esclamazione in dialetto – "Uh, se l’è bel!" – strappa una risatina generale. Dai movimenti e dagli sguardi trapela dolcezza. Che è particolarmente profonda negli occhi di una donna dai bei lineamenti, seduta da sola. Forse è la malinconia di un ricordo improvviso: lei e lui in pista, i corpi che si sfiorano. E un bacio dolce, come la giovinezza.

Non ha prezzo, l’esercizio didattico "Tango benessere" proposto agli anziani del Policentro di Losone da Gianfranco Zuppardo, in arte Zuppus, e dalla moglie e ballerina Brigitte Krämer. L’idea: avvicinarli al tango raccontando la loro storia. Lui, già professionista del ballo, a un certo punto ha capito che la sua strada non era monetizzare con il tango, e allora lo ha tenuto come grande, indomabile passione. Lei, medico omeopata, è diventata sua moglie dopo avergli chiesto di insegnarle a ballare. Cinque anni dopo, in pista gli tiene testa. Agli anziani, muovendosi con grazia, raccontano di tango tradizionale, di tango vals e di milonga. Di filosofia del ballo, e della sua vera Patria, l’Argentina, terra d’emigrazione per italiani e francesi. «Lì il tango è condivisione in un miscuglio di etnie – ha spiegato Zuppus –. Ballano tutti: giovani e anziani, belli e meno belli, magri e grassi. Nessuno rimane da solo». "E per fortuna!", esclama Teresina, strappando un "brava!" alla sua vicina di sedia. Ci sono la "mirada" dell’uomo e l’attesa che la donna risponda con un rapido cenno di assenso, detto il "cabezao". Solo allora, dice Zuppus alzandosi, e facendolo lui stesso, «il ballerino può andarla a prendere, ed elegantemente accompagnarla in pista, dove guardandola dritto negli occhi le offre la presa e la invita al volteggio». Poi arrivano le note di "Sineterra", lievemente pizzicate con la chitarra; gli sguardi si fanno seri e i corpi dei due ballerini, per la prima volta, sembrano parlare tra loro, lambendo il sussurro. Ma non c’è imbarazzo, fra gli anziani: sanno leggere i sentimenti, conoscono l’intimità.

C’è la teoria e anche la pratica, in questo singolare incontro; una pratica condizionata dai limiti che l’età impone, ma rivendicata con un’ostinazione che fa commuovere. Si alza un’anziana e subito la imita il vicino, un uomo filiforme con gli occhi azzurri. A loro si uniscono altri, uno dopo l’altro, e in pista si forma un gruppo che chiede solo di potersi esprimere: lievi battimani, abbozzi di passi danzati, dita che schioccano come a risvegliare un sentimento. «Battiamo il tempo!», esclama Zuppus. «Il tango è benessere: non ci sono effetti collaterali». Suonano la "Comparsita", poi un "vals" in francese, il "My Way" di Sinatra per uno straordinario tango nuevo. Infine sono la milonga, su cui il maestro spiega il gioco della seduzione, e la freschezza del mambo, che toglie 30 anni a tutti i presenti.

Maestri e allievi tornano a sedere. "Abbiamo tutto il tempo", dice un’anziana, come per prolungare il prezioso momento. Gianfranco parla allora di musicalità, di postura, di coppie dello stesso sesso che condividono la passione per il tango. «Si può fare, ha un senso ed è bellissimo da vedere», dice. Poi è ora di rientrare, si saluta e si va, accompagnati dalle infermiere. Solo una donna rimane seduta. Sorride come chi stia pensando a qualcosa di bello. "Non fermarti, musica. Non ancora".

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