Muralto

‘Se c’è rispetto del Pr, viene rilasciata la licenza edilizia’

Progetto Urbania in via della Stazione: il Municipio risponde a Muralto Democratica e ‘relativizza’ le esternazioni personali del sindaco

L’edificio con il “porticato simbolo” del Cavadini
24 gennaio 2023
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"La valenza affettiva che il singolo municipale (in questo caso il sindaco) può manifestare a favore di un oggetto presente nel Comune non corrisponde necessariamente a un vincolo di protezione imposto dalla legge". E comunque "la strategia del Municipio è quella di rilasciare la licenza edilizia qualora la domanda rispetti i parametri del Piano regolatore".

Sono due delle risposte dell’esecutivo di Muralto ad un’interrogazione di Muralto Democratica riguardo al progetto Urbania per il fronte urbano di via della Stazione e alla prospettiva della demolizione dello "storico" portico del Cavadini, reso celebre dalle gigantografie dei miti del cinema che vi campeggiavano durante il Festival del film negli anni ‘50 e ‘60.

I nervi scoperti del progetto

Muralto Democratica aveva inoltrato la sua interrogazione con l’intento di toccare eventuali nervi scoperti del progetto, in particolare quello riguardante la valenza storica dell’edificio più a sud, indissolubilmente legato agli albori del Festival del film. A questo proposito veniva appunto evocata un’affermazione del sindaco, secondo cui ciò che il progetto immobiliare andrà a distruggere è "un simbolo del Comune". Al Municipio veniva conseguentemente chiesto cosa intendesse fare per preservare i porticati a colonnato caratteristici "non solo di via della Stazione, ma anche di Piazza Grande a Locarno"; come mai "opere parte di fondi privati, ma da decenni a fruizione pubblica, come i porticati dei mappali in questione, ma anche la chiesa evangelica di Muralto, che innegabilmente rientrano nella definizione di bene culturale", non siano contemplate nel catasto dei beni culturali proposto in un recente messaggio municipale; e come mai tale messaggio relativo ai beni culturali, che "doveva essere presentato e votato entro il 31 dicembre ‘21, sia giunto solo ora (fine 2022, ndr.) dopo che molti manufatti oggetto dello studio commissionato dal Municipio hanno subito interventi di totale ammodernamento", in taluni casi "stravolgendone addirittura le caratteristiche architettoniche decantate dall’esperto nella sua relazione".

Per i portici nessuna protezione

Nella risposta del Municipio, datata 17 gennaio, si legge quanto riportato all’inizio, ma non solo. In merito al messaggio con il catasto dei beni da proteggere "il Municipio, dopo un lungo iter e dopo aver analizzato tutte le singole schede di dettaglio proposte dal Cantone, ha fatto cadere la scelta su 32 oggetti, tenendo conto dell’interesse del bene stesso per la collettività (interesse storico), di una ponderazione di interessi pubblici e privati e della reale possibilità materiale e costruttiva di poter procedere con una protezione. La discussione sui singoli oggetti è ora sottoposta per discussione ed approvazione al legislativo". Quanto ai portici del Cavadini, per altro, "il Municipio non ha attualmente deciso di applicare misure a tutela; la protezione non è contemplata neanche nel citato messaggio".

«Visto che le risposte che non rispondono alle domande, l’interrogazione verrà trasformata in interpellanza», fa sapere Gian-Luigi Varini, cofirmatario dell’interrogazione stessa unitamente a Linda Broggini, Monique Fransioli-Ignazio, Guglielmo Braguglia, Flavio Magri e Bibiano Monotti.

Nel frattempo la domanda di costruzione è sempre pendente e in attesa di una presa di posizione da parte del Cantone, cui farà seguito la decisione sulla licenza da parte del Municipio. Le opposizioni al progetto sono tre: due da parte di privati, la terza della Società ticinese per l’arte e la natura.

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