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Santa Chiara Locarno, disdetto il contratto collettivo di lavoro

Il sindacato Ocst rilancia con tre proposte, ma i nuovi proprietari (Moncucco Sa) le rifiutano. Prevista un’assemblea del personale

La clinica privata locarnese
(Ti-Press)
13 ottobre 2022
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Per i dipendenti della clinica Santa Chiara di Locarno si preannuncia un autunno di battaglia sindacale. Il loro contratto collettivo di lavoro (Ccl) aziendale è infatti stato disdetto dalla nuova proprietà, la Moncucco di Lugano. Una mossa lecita: il medesimo contratto, infatti, era stato siglato (o meglio, rinnovato) a inizio 2020, con possibilità di rescissione dopo tre anni.

Ora si tratta di capire in quale direzione si andrà. Ricordiamo che nei primi mesi del prossimo anno ci sarà una fusione societaria: dalla Luganese Moncucco Sa e dalla Santa Chiara Sa nascerà il Gruppo ospedaliero Moncucco Sa, che assumerà la responsabilità della gestione operativa delle due strutture sanitarie.

Attualmente il personale della Moncucco a Lugano sottostà al Ccl delle cliniche private. «Il contratto aziendale per i dipendenti della Santa Chiara è migliore sotto diversi punti di vista – spiega Diana Camenzind, vicesegretaria del sindacato Ocst per il Sopraceneri –. I salari in media sono più alti, soprattutto per le categorie di persone meno qualificate; poi ci sono delle condizioni più interessanti per i congedi (anche per quelli di maternità), per gli infortuni, i premi fedeltà, i turni notturni, i picchetti e una maggiore protezione in caso di licenziamento. Come sindacato siamo stati avvisati preventivamente dalla direzione della disdetta, che è poi stata confermata a fine settembre, con scadenza al prossimo 31 dicembre. Da parte nostra abbiamo avanzato tre proposte: mantenere per i circa 250 collaboratori della Santa Chiara l’attuale contratto aziendale, con eventuali aggiustamenti; oppure far rientrare tutti i dipendenti del Gruppo ospedaliero Moncucco nel Ccl della Santa Chiara; o, infine, aderire come Gruppo al Ccl in vigore per l’Ente ospedaliero cantonale (Eoc). Un’idea, quest’ultima, che si riallaccia anche alla recente notizia di un progetto pilota di collaborazione tra la Santa Chiara e l’ospedale La Carità (che è dell’Eoc) nell’ambito della ginecologia e dell’ostetricia».

Incontro con la commissione interna

Quale riscontro avete avuto? «Sono state respinte tutte e tre. Ma ci siamo lasciati con un programma ben preciso, anche perché, occorre ricordarlo, le decisioni su come procedere e in quale direzione spettano ai dipendenti. A breve verrà organizzato un incontro con la commissione interna del personale della Santa Chiara, per definire la convocazione di un’assemblea. In seguito saranno valutate le diverse opzioni e si deciderà quale portare avanti».

Nella questione interviene anche il segretario Ocst del Sopraceneri, Marco Pellegrini: «Per noi la prospettata collaborazione tra Ente ospedaliero cantonale, con La Carità, e la Santa Chiara, e più in generale tra il settore sanitario pubblico e quello privato, non va demonizzata. Tuttavia, se si sceglierà questa strada, occorre parificare le condizioni contrattuali per i collaboratori di tutte le strutture coinvolte». Detto in altre parole, allargare il contratto collettivo di lavoro dell’Eoc anche alle cliniche private.

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