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Peccia, dopo più di un secolo di vita chiude l’Ufficio postale

Un luogo d’incontro e di ‘genuina cordialità’. Dazio: La spoliazione di servizi ci impoverisce. Guardiamo con fiducia al Masterplan dell’Alta Vallemaggia’

Vittorino Vedova sulla strada che da Peccia porta al Piano di Peccia
23 novembre 2021
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L’ufficio postale (filiale) di Peccia abbasserà per l’ultima volta la serranda il prossimo 27 novembre. Da lunedì 29 novembre 2021 l’offerta postale alla popolazione di Lavizzara sarà disponibile nella Casa comunale a Prato Sornico. La notizia era nell’aria già da qualche tempo, come ci conferma il sindaco Gabriele Dazio: «Ciclicamente in questi ultimi anni abbiamo avuto vari incontri con i responsabili della Posta. Come Municipio ci siamo opposti, inizialmente anche in forma vivace, alla proposta di chiudere l’ultimo ufficio postale di servizio per i sei ex comuni (ora frazioni) che compongono il Comune di Lavizzara. Le trattative con la direzione delle Poste ci hanno permesso di far posticipare di qualche tempo l’iniziale previsione della data di chiusura».

Adesso però la decisione è presa e non si torna più indietro, non è più procrastinabile, come conferma il volantino distribuito a tutti i fuochi dalla Posta: “Abbiamo cercato e identificato una soluzione d’intesa con il Comune; in futuro il servizio sarà spostato nella Casa comunale”. «A questo punto, aggiunge il sindaco, è quanto ci viene offerto; l’alternativa avrebbe potuto essere quella di chiudere tout court e doverci rivolgere per le nostre necessità all’ufficio postale più vicino, quello di Cevio». In questi ultimi anni, sull’onda dell’avanzare del digitale e di conseguenza di un minor uso degli sportelli tradizionali, molti uffici postali sono stati chiusi in tutto il Ticino e i servizi offerti strutturati attraverso la formula della filiale in partenariato. Come successo un po’ ovunque – in qualche caso sono pure state raccolte le firme per impedirne la cessazione – anche la popolazione di Lavizzara non accoglie con grande entusiasmo il cambiamento.

Oltre 150 anni di presenza e ricordi

A esternare il malcontento, come spesso accade, sono in parecchi a ‘microfono spento’, tuttavia c’è anche qualcuno che ci mette la faccia. Fra questi la maestra Erica Vedova, discendente della famiglia che per circa due secoli ha ospitato nella propria casa, e portato avanti, il servizio. L’ufficio postale di Peccia ha, difatti, alle spalle una lunga storia. Le sue radici ci portano attorno alla metà dell’Ottocento, nell’abitazione di Costanza Vedova (nata nel 1823), dove l’ufficio prese dimora. Più avanti la mansione passò nelle mani della figlia Laurina. A raccogliere il timone deposto da quest’ultima nel 1920 fu il nipote Vittorino Vedova (figlio dell’allora pretore di Vallemaggia Clemente Vedova), padre della maestra citata, il quale rimase in sella per ben mezzo secolo fino al 1970. Di nuovo il cambio ruotò in seno alla famiglia passando nelle mani della figlia Dolores che, con il marito Luciano Dazio, condusse lo sportello sino al 1998, anno in cui subentrò il nipote Fabio Dazio (attuale giudice di pace del Circolo di Lavizzara), al quale spetta oggi il compito di deporre le chiavi su una lunga tradizione d’imprenditorialità familiare che affonda le radici nel tempo in cui la Posta non viaggiava sull’onda online, ma a dorso di mulo su strade sconnesse, come ben dimostra la foto a lato. «Per me questo è un giorno triste, testimonia l’ultranovantenne maestra; in questa casa la Posta lascia molte memorie e anche ricordi d’amicizia» afferma ricordano i tempi in cui i rapporti con i ‘pezzi grossi’ della direzione della Posta non erano soltanto formali ma improntati a viva cordialità e simpatia. «Quando venivano per l’ispezione, salivano in casa a bere il caffè e qualche volta si fermavano pure a pranzo; erano momenti di convivialità che lasciavano l’ambito ufficiale per approdare a un incontro di genuina cordialità».

‘Sono decisioni che ci impoveriscono
e spingono le famiglie a trasferirsi altrove’

A cavalcare altri argomenti di preoccupazione è il sindaco Dazio: «Nonostante gli sforzi profusi dal Municipio per mantenere dinamicità e lavoro nel nostro comune, assistiamo al proseguire di continue spoliazioni per le quali non abbiamo purtroppo molta voce in capitolo. A cominciare dalla partenza delle Parrocchie, seguite dalla chiusura della Banca e ora della Posta, sono eventi che ci impoveriscono; che portano via posti di lavoro e che invogliano diversi giovani a trasferirsi altrove. Tengo a rimarcare – aggiunge – che fino a qualche decennio fa la Lavizzara aveva un ufficio postale in ogni villaggio, discorso che vale anche per i parroci».

Speranze riposte nel Masterplan

In questo scenario – chiediamo – quali prospettive si aprono? «Guardiamo con occhio fiducioso a quanto si sta portando avanti nell’ambito del Masterplan Alta Vallemaggia, ci dice. Progetti – favoriti dal sostegno finanziario derivante dalla Politica economica regionale – che mirano a valorizzare le potenzialità dell’Alta Valle dando supporto a una serie di iniziative locali in grado di generare valore aggiunto al territorio». Proposte orientate ad accrescere il turismo, a dare visibilità alle ricchezze naturali e a quelle realizzate dall’uomo; a potenziare il “Vivere” in Alta Vallemaggia quale luogo di residenza e di posti di lavoro. «Quest’ultimo aspetto è essenziale al fine di impedire, o per lo meno frenare, un lento processo di involuzione» conclude il sindaco.

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