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Vendita museo Epper ad Ascona, il punto finale

La prima Camera civile del Tribunale d’appello non ammette la legittimità dei discendenti, che avevano ricorso contro il passaggio di proprietà

Autoritratto di Ignaz Epper (da fondazioneepper.ch)
15 settembre 2021
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La vicenda della contestata vendita del museo Epper di Ascona al vicino albergo Eden Roc è alle sue battute finali. A chiudere la diatriba è la prima Camera civile del Tribunale d’appello, che nei giorni scorsi si è pronunciata sul ricorso presentato nell’autunno del 2020 da due discendenti di Mischa Epper.

Quest’ultima nel suo testamento (era il 1978) aveva lasciato la proprietà e le opere alla Fondazione Epper, che aveva quale scopo “custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l’opera artistica di Ignaz e di Mischa Epper nella casa Epper di Ascona”. Nel 2019, però, la Fondazione, constatato che lo stabile necessitava d’importanti lavori di risanamento e manutenzione e non avendo a disposizione i soldi, aveva optato per la vendita dell’edificio e del giardino, cambiando gli statuti: da “casa Epper” si passava a un più vago “nella sede”. Il prezzo pagato dalla società Tschuggen Hotel Group Sa di Arosa, proprietaria del contiguo albergo Eden Roc: 4,3 milioni di franchi, compresa una donazione alla Fondazione di 300mila franchi.

Un compravendita che aveva suscitato vive opposizioni: una raccolta di firme per mantenere la sede del museo nella proprietà che fu dei due artisti e contestazioni alla Vigilanza sulle Fondazioni. Erano scesi in campo anche due discendenti di Mischa Epper, che, per far rispettare il testamento e per far riconoscere la loro legittimità a intraprendere un’azione legale, nell’ottobre del 2020 si erano rivolti alla prima Camera civile del Tribunale d’appello. Ora è giunta la decisione. In sostanza viene sottolineato il fatto che “i ricorrenti non sono membri del Consiglio di fondazione e nemmeno sono in qualche modo beneficiari della fondazione. Costoro non pretendono neppure di potersi trovare prima o poi in una situazione che consenta loro di ottenere dalla fondazione una prestazione o un altro vantaggio. Entrambi fondano il loro interesse unicamente sulla circostanza di essere eredi fu Mischa Epper”. Ciò non basta. Non esiste quella che la corte definisce una “particolare vicinanza”. E ancora il loro “desiderio di veder rispettate le ultime volontà di Mischa Epper appare invero comprensibile, ma un interesse puramente ideale non basta per attestare un intenso legame o una stretta relazione con la prozia e fondare così un interesse personale”.

Perciò i due non sono legittimati a intentare azioni contro la Fondazione o a contestarne le decisioni.

‘Il nostro operato è stato confermato’

Soddisfatto il presidente del Consiglio di Fondazione, Maurizio Checchi, pure vicesindaco di Ascona: «Mi rallegro poiché questa decisione conferma il nostro operato: abbiamo agito nella legalità. Lo considero un punto finale agli strascichi giuridici, ma anche una base per la ripartenza dell’attività della Fondazione nella nuova sede in via Carrà dei Nasi, in una casa storica patrizia. Abbiamo infatti acquistato parte dell’edificio, sede della Fondazione Rolf Gérard».

Purtroppo la pandemia di Covid ha messi i bastoni nelle ruote di un rilancio a 360 gradi delle attività della Fondazione. «I visitatori sono comunque stati molti – afferma l’intervistato –. È vero che non è il momento migliore per organizzare eventi che attirano tanti appassionati d’arte, che spesso sono persone dai 50 anni in su. Nel frattempo abbiamo comunque aperto il nuovo sito e stiamo sviluppando ulteriormente la nostra presenza sui social. Il riscontro finora è positivo e la nostra attività viene seguita con attenzione da numerosi follower. Ovviamente, da parte della Fondazione, c’è un’apertura a studenti e ricercatori nel campo dell’arte, che possono contattarci per visionare la vasta collezione del lascito Epper. Senza dimenticare la disponibilità al prestito di alcuni pezzi per mostre in tutta la Svizzera. In questo periodo opere di Epper sono presenti all’esposizione Expressionismus Schweiz presso il Kunst Museum di Winterthur. Insomma, continuiamo con rinnovato slancio e con nuovi fondi a promuovere il lavoro e la memoria storica e artistica dei coniugi Epper».

Va pure detto che i nuovi proprietari in questo periodo stanno ristrutturando l’edificio dell’ex museo che, in futuro, verrà parzialmente riaperto al pubblico per esposizioni (anche di opere degli Epper), conferenze e incontri.

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