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Antenne sul campanile d’Arcegno: ‘Swisscom le tolga’

La richiesta di un abitante, dopo che il vescovo Lazzeri boccia la posa d'impianti di telefonia mobile sugli edifici sacri

Il parco giochi, la chiesa e l'antenna
15 luglio 2021
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Cara Swisscom, prima o poi dovrai rimuovere le antenne di telefonia mobile dal campanile di Arcegno. Meglio prima che poi: anzi, tanto vale spostarle subito. È più o meno questo il succo della lettera che Piergiorgio Rangoni, da un paio d’anni in prima fila nella battaglia contro la posa dei tre impianti sull’edificio sacro della frazione losonese, ha inviato negli scorsi giorni al gigante delle telecomunicazioni.

Rangoni per lunghi mesi ha tempestato di missive autorità cantonali, Ufficio dei beni culturali, il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri e la stessa Swisscom. Apparentemente senza nulla ottenere. Ma poi, lo scorso 16 giugno, è giunta una decisione del vescovo (anticipata da laRegione) che cambia la situazione. In sostanza, Valerio Lazzeri ha adottato una nuova linea comunicata alle parrocchie: “Che si declini ogni richiesta volta ad acconsentire all’installazione di qualsiasi dispositivo di telefonia mobile sugli edifici di vostra competenza, secondo la Legge sulla Chiesa cattolica. Per quanto riguarda i contratti già in essere, ci si potrà adeguare a questa indicazione al momento della loro scadenza”.

‘Se la decisione fosse arrivata prima...’

Una scelta salutata con soddisfazione da Rangoni, che ha colto la palla al balzo e ha scritto alla Swisscom: “Dopo tre anni di un lento percorso di maturazione e di presa di coscienza, il nostro vescovo ha scelto di non più lasciar installare antenne di telefonia mobile sui campanili delle chiese. Le tre antenne di Arcegno potevano anche non essere posate se questa importante decisione fosse arrivata prima. Ora, quale abitante del paese e da sempre oppositore delle tre strutture per la telefonia mobile, vi chiedo un gesto di rispetto nei confronti del luogo sacro, smontando le antenne e piazzandole altrove”. Un trasloco, stando all’autore della missiva, da eseguire al più presto, senza attendere la scadenza del contratto.

Per Rangoni, ad Arcegno di soluzioni alternative anche fuori dall’abitato ve ne sono. La soluzione del campanile appare la più vantaggiosa, dal punto di vista finanziario, per la Parrocchia e per Swisscom; ma è finita nel mirino degli abitanti sia per la mancanza di rispetto dimostrata per un monumento d’importanza cantonale, sia per l’eventuale rischio per la salute, con un parco giochi annesso all’edificio sacro.

‘Una decisione sbagliata’

In conclusione: “Comprendo la delicatezza di questa mia richiesta, ma un vostro gesto in questa direzione potrebbe essere molto apprezzato da tanti abitanti del paese e da una grande parte dell’opinione pubblica, sempre critica sulla scelta di utilizzare un campanile quale palo per la telefonia mobile. Per voi sarebbe anche un guadagno d’immagine in questo percorso dove le opposizioni contro nuove antenne si moltiplicano sempre più. Con questo gesto Swisscom potrebbe pure venir ricordata quale compagnia non solo legata a interessi economici milionari, ma anche a scelte di sensibilità e rispetto almeno quando confrontata con luoghi sacri. Da parte mia ci conto e ci spero, perché quanto successo ad Arcegno è stato il frutto di una decisione sbagliata e a ogni errore è possibile rimediare”.

La risposta (per raccomandata)

Per raccomandata è giunta nel giro di una quindicina di giorni la risposta di Swisscom: “Ovviamente prenderemo in considerazione le raccomandazioni del vescovo nell’adeguare il contratto con la Parrocchia di Arcegno, quando questo giungerà a scadenza”. Il contratto avrà una durata totale di 10 anni.

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