Locarnese

Dal Ps siluri su Chiappini: ‘Non si fa fesso il Comune’

Locarno, il municipale Ronnie Moretti e il capogruppo Pier Mellini dopo la risposta del Municipio all'interrogazione socialista

Il gatto di Botero
7 aprile 2021
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A stretto giro di posta dopo la risposta del Municipio di Locarno all'interpellanza (poi trasformata in interrogazione) del Ps su alti e bassi di Rudy Chiappini alla direzione dei Servizi culturali, riceviamo e pubblichiamo questa presa di posizione del municipale socialista Ronnie Moretti e del capogruppo Ps in Consiglio comunale (e primo firmatario dell'interpellanza-interrogazione) Pier Mellini.

“Finalmente il Municipio ha dato risposta all’interpellanza poi trasformata in interrogazione di Pier Mellini e confirmatari del 1° marzo 2021 che chiedeva di chiarire la posizione del Municipio nei riguardi di Rudy Chiappini, oggi alla sbarra per truffa aggravata, falso d’arte e ricettazione che, stando alle rilevazioni della trasmissione Falò, ha mentito riguardo alla propria dichiarazione sulle attività accessorie svolte nel 2017. In occasione delle sedute di Consiglio comunale del 15 e 29 marzo il Municipio aveva promesso la risposta in tempi brevissimi e finalmente ora ha risposto.

”Il Municipio ha preso una posizione chiara: ‘Questa circostanza mina la fiducia posta dal datore di lavoro nei confronti dell’ex-direttore’ e ha posto fine al mandato assegnato all’ex direttore, il quale viene quindi limitato all’esposizione che aprirà a breve a Casa Rusca. A prescindere dai guai giudiziari di Chiappini, il Municipio ha finalmente dato un segnale forte e chiaro: non si fa fesso il Comune, anche per rispetto verso tutti gli altri funzionari onesti della città.

”La lista delle incongruenze e delle bugie che Chiappini ha dichiarato, e che abbiamo documentato, è lunga e verosimilmente si allungherà ancora. Ad iniziare dalla macchinazione rilevata da Falò e provata dalle numerose e-mail tra Chiappini in veste di curatore della mostra di Genova e MondoMostre Skira, organizzatrice della mostra: il compenso concordato per questa attività accessoria era di 50mila euro più doppio bonus. Mentre Chiappini ha dichiarato allora e confermato ancora di recente che il suo compenso corrisponde a 15mila franchi circa.

”Altra bugia: sempre a riguardo delle attività accessorie, nel 2017 Chiappini ha dichiarato al Municipio che le sue attività accessorie svolte dalla fine 2014 (momento dell’assunzione a Locarno con un grado di occupazione all’80%) si riducono a sole due mostre, mentre basta guardare internet e seguire i fatti di Genova per provare che in quel lasso di tempo aveva allestito quattro mostre, pubblicato una monografia, scritto alcuni articoli e venduto opere d’arte, per altro dalla posizione di curatore. Ma non è tutto. Nel verbale di Municipio del 18 luglio 2017 Chiappini, presente in seduta, dichiarava al Municipio di non aver nessun problema con l’Italia, asserendo di ‘non aver ricevuto nessun avviso di garanzia’. Bugia: Chiappini era già stato sentito dai Carabinieri (il 5 giugno 2017, dunque più di un mese prima) mentre il 13 luglio 2017 aveva ricevuto da Skira il decreto di sequestro per le 21 opere di Modigliani esposte a Genova e ritenute false; decreto che ‘vale anche come informazione di garanzia nei confronti dalla persona sottoposta a indagini’ tra cui Chiappini, indipendentemente se notificato direttamente alle persone indagate (nel decreto infatti non figura l’indirizzo degli indagati). Bastava leggerlo!

”Un po’ come le grida di manzoniana memoria. La bugia detta al Municipio è incomprensibile dal momento che in un suo precedente comunicato stampa affermava, dicendo comunque una mezza verità: ‘Da indiscrezioni apprendo che è stato emesso nei miei confronti un avviso di garanzia,
che ritengo un atto dovuto in attesa dei risultati delle verifiche. Da parte mia non posso che garantire l’assoluta professionalità e correttezza del mio operato’. (Liberatv, 14 luglio 2017).

“Per giungere alla ciliegina sulla torta, segnalata (anche questa da noi): Chiappini negli scorsi anni ha utilizzato i magazzini comunali come fossero un suo ripostiglio di casa, depositando la camera da letto di suo figlio e i suoi libri, e utilizzando i custodi comunali a più riprese per spostare il materiale come fossero suoi dipendenti. Da notare che tra il materiale depositato presso il Comune figuravano anche due sculture, una delle quali è il gatto di Botero. Andranno pertanto chiarite diverse cose: intanto come mai una persona accusata di falso d’arte e ricettazione fa transitare opere dal valore di centinaia di migliaia di franchi negli spazi del Comune (che si assume le spese di trasporto), ma anche a chi appartengono queste opere, se sono il frutto di regali non consentiti dal Rod e se sono dichiarate al fisco.

“Sarebbe bastato prendere sul serio la trasmissione di Falò per sfiduciare Chiappini. Tutte le prove aggiuntive confermano che l’operato di Chiappini non è stato verificato adeguatamente dal suo capo dicastero, che non perdeva l’occasione di decantarne pubblicamente le lodi anche dopo i gravi sospetti evidenziati dalla magistratura, e ne esce pure lui sfiduciato.

“Per avere una risposta del Municipio, alla fine, c’è voluto lo zampino del gatto di Botero, che complice un sindaco ormai fuori dai gangheri, imponeva al capodicastero Cotti di uscire con la risposta, che lui voleva far ulteriormente slittare. Per questo il Ps di Locarno promette di regalare al gattone di bronzo un bel piatto di crocchette”.

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