Gordola

Dal cuore nasce ‘UntettoperlaDoris’

Rilanciato il progetto per la copertura di due campi al Tennis Gordola che sarà intitolata a Doris De Agostini. La figlia Alessia: ‘Le avrebbe fatto piacere’

2 febbraio 2021
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Il ricordo è ancora vivo e lo sarà per sempre, perché chi ha fatto breccia nel cuore della gente dopo essere entrato con pieno diritto nella storia dello sport, non sarà mai dimenticato. Giusto, quindi, onorarne la memoria. È quanto hanno pensato di fare i promotori del progetto “Un tetto per la Doris” (UntettoperlaDoris sui canali social già attivi, Facebook e Instagram), strettamente legato alla figura e al ricordo di Doris De Agostini, la campionessa ticinese venuta a mancare lo scorso 22 novembre, vinta da un male incurabile. L'iniziativa - che ha trovato il pronto sostegno dei famigliari, a loro volta coinvolti e partecipi in prima fila - è volta al reperimento di fondi per rilanciare e finanziare almeno in parte il progetto di costruzione della copertura di due campi al Tennis Gordola che sarà poi intitolata alla protagonista di tanti memorabili momenti di sport ticinese, in seguito diventata appassionata membro della grande famiglia di un club schieratosi a sostegno del progetto affidato a una speciale commissione nella quale il comitato è debitamente rappresentato.

“Doris De Agostini - spiegano i promotori -, unitamente al marito Luca, presidente del club dal 2001 al 2016, e ai figli Andrea e Alessia, ha sempre sentito "suo" il Tennis Gordola, club per il quale ha offerto un tangibile e competente contributo nella gestione e nella crescita dello stesso, oltre a essere stata giocatrice attiva. Ha seguito i figli fin dai loro primi palleggi e la sua signorile presenza, con le sue splendide qualità da tutti riconosciute, è sempre stata per noi motivo d’orgoglio. Il suo convinto quanto amichevole supporto a comitato e staff tecnico ha pure consolidato nel tempo rapporti di vera amicizia con i soci del club”. «Doris - aggiunge Nicola Gambetta, maestro di lunghissimo corso del club - al tennis portava sempre condivisione e senso di appartenenza, due valori attorno ai quali abbiamo incentrato lo spirito della nostra grande famiglia, alla quale ci ha fatto l’onore di appartenere».

Una prima ristrutturazione

Il Tennis Gordola, dopo l'acquisizione da parte del Comune subentrato all’Ente Turistico locale, ha subìto nei mesi scorsi una ristrutturazione piuttosto sostanziale che ha riguardato la parte legata alla ristorazione, agli spogliatoi e all’impianto d'illuminazione, su un fondo di proprietà del Cantone per il quale il Comune di Gordola beneficia di una concessione d’uso valida fino al 2046 che lo pone nelle condizioni di finanziare ogni investimento che riguarda tutte le strutture: i suddetti quattro campi, gli spogliatoi e il club house. Il Tennis Gordola contribuisce al mantenimento del centro stesso attraverso il pagamento di un regolare affitto e il rimborso degli investimenti strutturali (è già previsto un piano trentennale di rientro).

Messo a nuovo il tennis, c’è però una struttura che sta accusando il peso degli anni: il pallone pressostatico che permette lo svolgimento dell’attività nella stagione invernale a soci, appassionati e, soprattutto, ai giovanissimi che seguono i corsi prevalentemente seguendo il calendario scolastico. Urge una soluzione rapida, rappresentata appunto dal progetto di copertura fissa per due campi denominato “Un tettoperlaDoris” che riprende e rilancia l'idea di un primo progetto di massima sottoposto lo scorso ottobre all'attenzione del Municipio dall'attuale presidente del sodalizio Armando Züllig.

Raccolta fondi

L’intenzione della commissione è quello di raccogliere fondi con i quali contribuire al finanziamento della struttura in un momento particolare in cui è non difficile credere che l'Esecutivo del paese possa avere altre esigenze finanziarie prioritarie. Con un secondo messaggio che prescinde dal credito di 800’000 franchi erogato per la prima ristrutturazione, si mira quindi a ottenere il finanziamento di un'opera che è diventata prioritaria, oltre che urgente (la stagione invernale del tennis scatta solitamente in ottobre), del costo di circa mezzo milione di franchi, già al netto dei sussidi dei quali può beneficiare.

UntettoperlaDoris, quindi, unisce la necessità di poter disporre di fondi da dedicare a un progetto che richiede tempi brevi e, dunque, un’accelerazione in ambito politico/comunale, con il forte sentimento di onorare la memoria di Doris. La Doris, come ci ricordano i promotori insistendo sull’articolo che mette l’accento sull’unicità della figura della compianta campionessa che il Ticino ricorda con enorme affetto. 

Il sindaco: ‘Il Municipio vi sostiene’

La presenza del sindaco di Gordola Damiano Vignuta nel comitato d’onore testimonia la vicinanza dell’Esecutivo a un'iniziativa che lo stesso Vignuta ha definito «lodevole, per la quale ringrazio i promotori. Il Municipio intende sostenere questo progetto, che ha un obiettivo ambizioso, come del resto ha già fatto in occasione della prima parte del risanamento delle strutture del club. Sono onorato che sia intitolato a Doris».

Della suddetta commissione, emanazione del comitato del Tennis Gordola da cui ha ricevuto l’autorizzazione a procedere, fanno parte i figli di Doris Alessia e Andrea, impegnati in prima fila con un ardore che ha assicurato grande slancio ai promotori (Luca Rossetti, papà e marito, è membro del comitato d’onore e supporta il progetto da una posizione più defilata). «La gioia più grande - ricorda Gerold Matter, membro della commissione - ce l’hanno regalata proprio Alessia e Andrea, nel momento in cui hanno sposato la causa, garantendo dedizione e un impegno eccezionale, dopo averci ribadito che “la Doris avrebbe gradito”». 

‘Mamma avrebbe approvato’ 

«Ho pensato subito che fosse una cosa che a mamma avrebbe fatto piacere - spiega Alessia -. Penso spesso a lei, ho domande da porle che purtroppo non posso più farle, ma le risposte le trovo dentro di me. Siamo state legatissime, abbiamo fatto tantissime cose insieme, nello sport, in famiglia. Quando si presentano occasioni nella vita reale, il mio pensiero va immediatamente a lei. A questo progetto ho detto subito di sì perché lei avrebbe fatto lo stesso. Le sue motivazioni, la sua missione di vita, erano legate a fare del bene alla sua famiglia, agli amici a lei più cari. È una qualità che si rifletteva in ogni gesto che faceva. Non ci avrebbe pensato due volte a sostenere un'iniziativa del genere. Lo avrebbe fatto senza esitare, per gli amici del tennis. Per noi».

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