Aumentano di giorno in giorno le promesse d'eterna fedeltà: la nuova pontina sulla Maggia... sulle orme di Parigi, Praga e Firenze

Ci piace immaginare quella sera di fine maggio all'imbrunire. Agli occhi di Laura, forse, la nuova passerella sulla Maggia appare in lontananza con una freccia di Cupido che fende il buio incipiente. Non sappiamo niente di Laura, né del suo Christian. Sappiamo solo che la sua, di freccia, la ragazza la sente vibrare nel petto. Anche per lei, come per tutti, è un momento difficile, inedito, fatto di una malattia che non si vede e di un conteggio dei defunti che annerisce le giornate. Il primo caldo sta stemperando le paure dopo che la prima ondata di contagi ha subìto un'impennata da metà marzo a metà aprile. Ora siamo a fine maggio, la tendenza pare alla stabilità e i sentimenti di Laura, abbiamo ragione di credere, sono un misto di incertezza e speranza, di smarrimento e di paura. Ma c'è anche l'amore. Che le dà una forza speciale.
La ragazza sceglie il momento giusto per passare all'azione: la passerella è deserta, basta una breve corsa ed è fatta. Si precipita sul ponte, sceglie la postazione giusta, rivolta a sud, infila una mano in tasca e lo sente sotto le dita. È il loro lucchetto. Il suo e di Christian. Forse l'aveva preparato con cura quel giorno stesso: tippex bianco su sfondo nero. Sopra: Laura, sotto: Christian, con i puntini delle "i" trasformate in piccoli cuori bianchi. Nel mezzo, una "y", che di Laura ci suggerisce forse le origini. O forse è solo un vezzo spagnoleggiante. In calce, la data: 31.5.'20. In due rapide mosse il lucchetto si apre, morde la fitta maglia di metallo e subito si richiude. La chiavetta, forse, vola nel fiume, come richiede il rito. Perché quel lucchetto mai più dovrà aprirsi. Ed è un piccolo tuffo che si rispecchia in quello che Laura sente dentro di sè. Il sigillo è posto. Ed è sotto gli occhi di tutti.
Ci si potrà perdonare la breve digressione romantica, ma niente è più affascinante della grandi storie che si nascondono dietro piccoli gesti. E quante ne nascondono, di storie, quei "lucchetti dell'amore" che pian piano stanno conquistando spazio sulla passerella ciclopedonale in zona Morettina. Ieri solo una manciata, oggi già una decina. Domani, forse, una tappezzeria colorata che nient'altro è se non un grande inno all'amore. Venezia, Torino, il Ponte Vecchio a Firenze, il Millennium Bridge a Londra. E poi ancora il Malà Strana a Praga e il Pont des Arts a Parigi. Tutti grandi esempi iconografici di ciò che suggerisce il sentimento, esclama una speranza, sottolinea un legame come soltanto un abbraccio può fare. Ma non solo: "lucchettare" un ponte significa riconoscerlo, prenderne possesso. Affezionarsi. Laura e Christian l'hanno capito. E così anche "A+R" e quell'"11 agosto 2020" cui soltanto loro possono dare un significato; esattamente come il "19 giugno 2020" di "N+H" o l'apocrifo "10 giugno 2019" su uno sgargiante lucchetto arancione.
Poi, naturalmente, c'è la vita reale, con le sue regole e le sue limitazioni. A Firenze sono arrivate le multe, a Venezia anche, e così a Roma. Stangate da 200 euro per chi "deturpa il paesaggio". Con delle promesse d'amore. E Locarno? La passerella, inaugurata il 25 giugno, è ancora interamente in mano al Cantone. Che poi, lucchetti compresi, la consegnerà formalmente alla Città. Con cui, ci dicono, "dovrà concordare tutti gli aspetti di manutenzione e gestione". Immaginiamo come potrebbe andare a finire. Ma stateci a sentire, anzi, stateli a sentire: quelle sono promesse, sono impegni, sono affidare i cuori alla brezza che porta al lago. Lasciamoci struggere. O forse solo stupire.