Locarnese

‘Prato magro, grasse violazioni’. Mozione ad Ascona

Valerio Sala del Plr chiede la recinzione dell'area protetta. Ma pure un dog park nella zona nord dell'ex aerodromo

Sentieri non ufficiali creati dal continuo passaggio di persone e cani
15 settembre 2020
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Sulla carta il prato secco all'ex aerodromo di Ascona è protetto a livello cantonale e federale dal 6 dicembre del 2017. Ma nei fatti la situazione è ben diversa, come denuncia il consigliere comunale del Plr Valerio Sala in una mozione consegnata in queste ore alla cancelleria comunale.

Nella parte più a sud del sedime dell’ex scalo aereo (circa 1/3 della superficie totale) la pressione esercitata dall'uomo sul questo territorio è in continuo aumento. Sala spiega che «in questi ultimi anni è cresciuto il numero di proprietari di cani che visitano giornalmente il prato magro, senza rispettare le disposizioni che figurano sui pochi e mal esposti cartelli provvisori, posati tre anni fa. In pratica i cani corrono liberi nell'area protetta e scavano buche, mentre i loro padroni camminano al di fuori dei sentieri. Troppo spesso le deiezioni dei cani non vengono raccolte. Ma c'è di più: c'è chi sul prato secco circola con il rampichino, chi gioca a frisbee o con la palla, trasformando di fatto questo raro e prezioso territorio naturale in un vero e proprio dog park e area di svago. Insomma, grasse violazioni sul prato magro». Il mozionante ricorda che le ordinanze (quella federale sui prati secchi e quella comunale sulla custodia dei cani) sono chiare: bisogna restare sui percorsi già tracciati e tenere al guinzaglio gli amici a quattro zampe, raccogliendo sempre le loro feci.

«Le zone danneggiate dal continuo calpestio della gente si espandono, creando nuovi sentieri – prosegue l'intervistato –. All'inizio ve n'erano solo due che attraversavano l’area protetta. Col passare degli anni, e con un'accelerazione nel passato più recente, sono diventati una quindicina. È insostenibile e il prato magro è a rischio».

Troppi cani (con i loro padroni)

Nella mozione, Sala pone l'accento sui proprietari di cani, che “visitano anche più volte al giorno l’area protetta, incuranti delle disposizioni di protezione elencate sui cartelli. Ciò porterà attraverso il sistematico calpestio dell’area, all’inesorabile danneggiamento e degrado del prato secco in questione. Il posto, che si trova in una zona residenziale, fa comodo grazie anche al vicino parcheggio e la gente non capisce perché non si possa fare quello che si vuole in un prato, anche se protetto a livello federale. Tutto questo porta a una preoccupante pressione antropica che minaccia seriamente il prato magro protetto”.

L'esponente del Plr porta come esempio virtuoso quello del Parco dei Poeti, recentemente risistemato, “dove figurano in bella vista vari pittogrammi (questa volta non provvisori) che descrivono in modo chiaro le disposizioni da seguire e i relativi divieti, che in questo caso vengono rigorosamente fatti rispettare, dato che corre voce che diverse persone che hanno infranto tali disposizioni siano state multate”. Ma ciò non avviene nel prato magro dell’ex-aerodromo: “Chi dovrebbe vigilare non interviene. Tutto è tollerato, dato che evidentemente manca, almeno finora, la volontà politica di tutelare l'area protetta”.

Nello scritto recapitato in cancelleria viene passato alla lente il “mondo canino asconese”, con numeri in crescita e quindi con la necessità di avere uno spazio libero a disposizione nel comune: “Il problema tocca una parte importante della popolazione, dato che nel 2019 risultavano registrati 372 cani ad Ascona, senza contare quelli dei turisti e dei proprietari di residenze secondarie. Un dog park non è un capriccio, ma una reale esigenza per gli asconesi. I circa 400 cittadini (verosimilmente anche di più) che possiedono un cane hanno il diritto di essere presi seriamente in considerazione”. Un tema già affrontato dalle autorità locali, che per ora si limitano a consigliare l'area golenale della Maggia, dove si può passeggiare con i cani in libertà, in territorio di Losone e Locarno (sponda destra).

Due piccioni con un sedime

Ecco la proposta di Sala, suddivisa in due punti ben distinti.

Il primo: “Il prato secco protetto che copre circa 1/3 del sedime dell’ex-aerodromo, va cintato e segnalato con cartelli definitivi. Regolari controlli vanno effettuati per tutelarlo seriamente. La protezione di quest’area, per evitarne il degrado, è una priorità assoluta e inderogabile. La pressione antropica e la presenza di cani liberi è ora diventata insostenibile. Il Municipio ha il dovere e la competenza di agire collaborando con il Patriziato (proprietario del sedime) e il Cantone per finalmente ottenere risultati tangibili. È tempo di agire e in fretta”.

Il secondo: “I rimanenti 2/3 del sedime dell’ex-aerodromo sono da rendere fruibili come dog park, dove i cani possano liberamente muoversi a condizione che le deiezioni vengano raccolte e si rispettino le persone che visitano tale luogo. Il Municipio è invitato a dare delle indicazioni pianificatorie, a valutare, anche in collaborazione con altri enti (per esempio con il Patriziato e il Cantone), la fattibilità di tale progetto”.

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