Locarnese

Per il film sui ‘balabiòtt’… tatuati astenersi

A Locarno (sabato) e a Lugano (domenica) due casting per le comparse di 'Monte Verità', mega-produzione destinata al grande schermo di Piazza Grande

(Fondo Harald Szeemann)
22 luglio 2020
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L’emancipazione femminile agli inizi del '900, il ruolo storico del Monte Verità, il veganismo e i primi hippies. Più divertente che ovvio, su queste basi, che la convocazione al casting delle comparse avverta chi ha piercing, tatuaggi, trucchi permanenti o capelli tinti di astenersi pure dal presentarsi. Ben accetti saranno invece tutti gli altri, ovverosia “donne, uomini e bambini di ogni età”, con particolare predilezione per le donne con i capelli lunghi e gli uomini con la barba. Nadia Dresti, direttrice della Ticino Film Commission, sorridendo ricorda infatti che «a quei tempi, specie su al Monte Verità, erano un po’ tutti così».

Un doppio casting si terrà sabato al Palacinema di Locarno e domenica allo Spazio 1929 di Lugano, sempre dalle 9 alle 18. E chissà che dalla goliardata di farsi avanti, e ottenere magari una particina, non si finisca prima catapultati a cent’anni fa, nelle folli atmosfere dei “balabiòtt”, e poi sul grande schermo di Piazza Grande, dove “Monte Verità”, di Stefan Jäger, potrebbe essere proiettato in prima mondiale durante il Film Festival del 2021.

La vicenda è quella di Hanna Leitner (impersonata da Maresi Riegner), giovane madre che nel 1906 scappa ad Ascona “per sfuggire al suo ruolo borghese e al marito”. Così, “tormentata da una lacerazione interiore, nella comunità del Monte Verità, in mezzo a una natura idilliaca, scopre la passione per l’arte della fotografia, ma soprattutto ritrova se stessa”. Ma non solo: trova anche Hermann Hesse, che sarà interpretato da Joel Basman, Otto Gross (Max Hubacher), Lotte Hattemer (Hannah Herzsprung) e Ida Hofmann (Julia Jentsch).

’Un virus che complica tutto’

«Con un budget da 6 milioni di franchi parliamo della più grande produzione seguita finora dalla Ticino Film Commission - dice Dresti -. In tempi di pandemia, poi, il già gravoso lavoro organizzativo si complica ulteriormente: sia per noi e per i partner che in un modo o nell’altro assisteranno la “troupe” con tutti i servizi d’appoggio (fra cui la Cinédokké, che cura il “service”, ndr.), sia per chi proprio realizzerà il film. Nel primo caso penso alla logistica, ai trasporti, o all’organizzazione del catering, mentre nel secondo mi vengono in mente le scene d’amore, che con le distanze accresciute diventano, immagino, una nuova scommessa... Per dire di come tutto cambia, con il virus in circolazione, ci sarà anche un “controllore Covid” inviato dall’Ufficio federale della cultura... In ogni caso la produzione, già molto importante, finirà, si calcola, per costare il 10% in più rispetto a quanto preventivato».

Ma sarà comunque un successo, considerando tema, regista e cast di alto livello. Un successo, anche, per l’intera regione, che oltre all’indotto economico diretto di un “carrozzone” di 60 persone che opera - con sede allo Zandone di Losone - mangia, dorme, si sposta e consuma nel Locarnese, beneficerà di grande visibilità almeno europea (la produzione è germano-elvetico-austriaca), e questo a partire ovviamente da Ascona, fra i focus principali dell’offerta turistica.

Si gira anche nella Valle del Sole

Sempre dal punto di vista turistico (oltre che artistico) v’è da segnalare un’altra produzione di una certa rilevanza accompagnata dalla Ticino Film Commission: “40&climbing”, produzione zurighese della ticinese, trapiantata a Londra, Bindu de Stoppani. Il film è ambientato in Valle di Blenio, dove ad agosto, fra Olivone e i magnifici scorci paesaggistici montani, si racconta lo sviluppo nei rapporti fra 4 amiche, ormai adulte, conosciutesi anni prima in colonia. «Anche in questo caso  alla valenza cinematografica si aggiunge quella turistica, legata al ritorno d’immagine per la regione che ospita la produzione. Sono tutte occasioni - conclude Nadia Dresti - di promuovere il territorio e il suo potenziale. A questo aggiungo l’impegno che come Ticino Film Commission stiamo mettendo nella sensibilizzazione delle “troupe” rispetto al consumo dei prodotti locali: un modo intelligente, e vantaggioso per tutti, per approfondire il rapporto di collaborazione».

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