Locarnese

Cinque Fonti, la voce dei dipendenti: 'C'è disagio e preoccupazione'

In una lettera aperta firmata da una trentina di collaboratori la testimonianza su come si vive dall'interno il nuovo corso alla casa per anziani di San Nazzaro

(Ti-Press)
21 aprile 2020
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Frustrazione, confusione, bisogno di aiuto, voglia di “normalità” e anche un po’ di nostalgia, nei confronti di un direttore amministrativo entrato in funzione a settembre (2019) ed uscito inopinatamente di scena a dicembre.

Ci sono diversi elementi di riflessione, nella lunga lettera aperta che una trentina di dipendenti della casa anziani Cinque Fonti di San Nazzaro hanno inviato al nostro giornale in relazione al clima che si respira nell’istituto a causa dei ben noti fatti. Fatti che, si legge, “sono per noi motivo di profondo disagio e preoccupazione. L’impressione è che la situazione non promette affatto di migliorare, ma al contrario degenera ogni giorno di più”.

Ricordandoli telegraficamente, i fatti sono i seguenti: un anno fa il direttore amministrativo Samuele Enderli viene assunto, a settembre entra in funzione, pone delle domande su presunti conflitti di interesse e tre mesi dopo viene licenziato e sostituito dalla direttrice precedente. Poi la Curia come autorità di nomina esprime preoccupazione, dal Consiglio di fondazione se ne vanno prima - sbattendo la  porta - il rappresentante del Cantone (ente finanziatore) Maurizio Sargenti e poi l’ex direttore sanitario dottor Enrico Pelloni, seguito a ruota dalla figlia Valentina Besse, che aveva preso il suo posto in clinica (e con lui era il soggetto delle domande poste da Enderli). Recentemente il CdF è stato completato da sindaco e vicesindaco di Gambarogno, Tiziano Ponti ed Eros Nessi, che unitamente al presidente padre Bogdan hanno confermato il licenziamento di Enderli decidendo di perseguire la strada della riorganizzazione amministrativa sotto il cappello di Alvad, ovverosia il motivo (o pretesto) in base al quale Enderli era stato liquidato. Il tutto sotto gli occhi del Cantone, che con il suo Ufficio anziani ha chiesto di ripristinare una direzione ai sensi della legge, ovverosia con un responsabile amministrativo.

'Con Enderli c'era un'aria nuova'

“Ci rivolgiamo agli ospiti della casa, ai loro parenti, ma anche e soprattutto ai cittadini ed ai politici del Gambarogno; insomma, a tutti coloro cui il bene della casa anziani Cinque Fonti sta (o dovrebbe stare) più a cuore”, scrive una buona parte del personale. Che tornando al “periodo Enderli” dice di aver “respirato un’aria nuova. Abbiamo avvertito che erano in atto importanti e positivi cambiamenti. Ci siamo sentiti ascoltati e considerati, coinvolti nelle decisioni quotidiane. Abbiamo finalmente potuto svolgere le funzioni che competono al nostro ruolo professionale. Il direttore Enderli ha anche prospettato un piano di formazione ed aggiornamento del personale, che da anni reclamavamo invano”.

Ma non doveva durare. Infatti, “con grande sorpresa e dispiacere di noi tutti, dopo soli tre mesi, il direttore Enderli è stato allontanato con effetto immediato. E fino a gennaio ci siamo ritrovati con la precedente e storica direttrice, la quale, in un sol colpo, ha azzerato tutto quanto di nuovo e positivo era stato introdotto da Enderli”. Dopodiché, con effetto valanga, “si sono dimesse la contabile e la governante. Poi è improvvisamente entrato in scena Alvad, con un nuovo direttore”. Tutto ciò “è avvenuto a nostra insaputa. Nella migliore delle ipotesi, siamo stati serviti di informazioni assolutamente sommarie. Il tutto si è svolto in un contesto di poca trasparenza”.

Insomma, una situazione difficile da gestire soprattutto internamente: “Ci sentiamo in balia degli eventi. Le improvvise dimissioni (dopo decenni) del consigliere di amministrazione Maurizio Sargenti. L’allontanamento del direttore Enderli. Poi le inaspettate dimissioni del dottor Enrico Pelloni, anche lui in Consiglio di fondazione da decenni. Quelle di padre Bogdan, rifiutate dal Vescovo. Poi le nuove nomine. E, di recente, le dimissioni della direttrice sanitaria Besse”, che a fine aprile, come suo padre, terminerà la collaborazione con la casa anziani. Eppure “non è noto chi  prenderà il loro posto. Non vi sono nominativi di medici da sottoporre ai residenti e ai loro famigliari.  Questa situazione genera ansia e preoccupazione soprattutto in questo periodo che già costringe i nostri ospiti ad un isolamento prolungato dovuto all’emergenza sanitaria in corso”.

'Non siamo sereni'

I collaboratori lamentano che le informazioni d’attualità che li concernono direttamente le vengono a sapere “soprattutto dai media”, dai quali “abbiamo pure appreso che l’attuale gestione Alvad sarebbe addirittura contraria alla legge e che l’Ufficio anziani avrebbe chiesto al nostro istituto di ripristinare una situazione di legalità e di reintegrare la figura del direttore amministrativo”.  

In definitiva “tutto questo suscita preoccupazione e compromette indubbiamente l’immagine della Casa per anziani. Ma soprattutto pregiudica la qualità del lavoro e del servizio, turbando la serenità di collaboratori, ospiti e parenti". L'augurio e l'auspicio è che "la Cinque Fonti possa al più presto ritrovare una gestione affidabile e trasparente, che sola può garantire qualità e serenità nel lavoro”.

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