Locarnese

Museo Epper, 'no alla defraudazione'

Consegnate stamattina 1'550 firme per sventare la vendita ad Ascona. Il promotore dell'appello: 'Si valutino delle alternative'

Matasci e Cattori con il malloppo
(Foto Garbani)
9 luglio 2019
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“Per favore non permettete che gli asconesi vengano defraudati di un bene patrimoniale comunale quale è il Museo Epper”. È l’appello che Michele Cerciello, co-promotore della raccolta di firme contro l’operazione di vendita all’Eden Roc della proprietà Epper, rivolge all’Autorità di vigilanza sulle Fondazioni, a corredo delle 1’550 firme consegnate stamattina.

Cerciello, «come cittadino di Ascona», esprime la sua preoccupazione dicendosi sicuro di interpretare quella della comunità: «Il Museo Epper, proprietà immobiliare esonerata dal pagamento di imposte per più di 40 anni perché di interesse collettivo, non può che essere considerato un bene civico – constata –. Pertanto, esso non può essere trattato alla stregua di un bene privato permettendone la vendita e rendendolo oggetto di speculazione».

Cerciello ricorda che «la vendita del Museo Epper è stata giustificata dal Consiglio di Fondazione come unica alternativa al fallimento, e, in più, avrebbe permesso di sanare un’altra fondazione (Fondazione Gérard) anch’essa in difficoltà finanziarie. È una tipica manovra speculativa». L’asconese invita chi di dovere a considerare a fondo le alternative al fallimento, che ci sarebbero eccome: «Non ci risulta che tali alternative siano state prese in considerazione dal Consiglio di Fondazione, né dal Municipio di Ascona (il cui vice-sindaco e capo del Dicastero Fondazioni è anche il presidente della Fondazione Epper)»; e il riferimento è a Maurizio Checchi. Quanto alle difficoltà finanziarie, «tale giustificazione non può essere sufficiente a depauperare la cittadinanza di un bene, tanto più che il presidente è anche vicesindaco. E allora, questo puro opportunismo speculativo è accettabile da una Fondazione non ha scopo di lucro?», si chiede Cerciello.

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