Locarnese

Lago Maggiore, vaste riserve di 'oro blu'

Nevicate tardive e piogge primaverili: positivo nella regione il bilancio idrico che mette al riparo dai rischi di siccità anche le zone oltre confine

(archivio Ti-Press)
24 giugno 2019
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Una primavera piovosa e con nevicate tardive ha permesso di accumulare ampie riserve d’acqua nelle aree attorno al Lago Maggiore. Nel mese di maggio, a sud delle Alpi, sono state registrate precipitazioni che, a livello locale, hanno toccato il 200 per cento della media del mese (calcolo sul periodo 1981-2010). Senza dimenticare le nevicate da primato. Anche marzo e maggio, seppure senza superare le medie stagionali, sono stati generosi di pioggia. Per non dire di questo mese di giugno... L’acqua, che alle quote più alte è ancora sotto forma di neve, ha irrigato i boschi, i prati e i campi: nei laghetti e nei bacini montani si è accumulata e crea importanti riserve. Sembrano così scongiurati, almeno per diverse settimane, i rischi di siccità, nonostante la canicola annunciata (con tanto di allerta di grado 3) per i prossimi giorni.

Ieri a Locarno il livello del Lago Maggiore era a 193,8 metri. Alla diga della Miorina, a Golasecca, tocca i 120 centimetri sopra lo zero idrometrico. Un valore ben lontano da quelli registrati negli ultimi anni, quando a inizio estate ci si è trovati con una manciata di centimetri sopra lo zero idrometrico. La differenza di oltre un metro permette di tirare un sospiro di sollievo nelle località attorno al lago, non solo nella parte Svizzera. A beneficiare della situazione è pure il settore agricolo lombardo-piemontese (oltre 5mila aziende), da sempre “Verbano-dipendente”. Ricordiamo che lo spauracchio della carenza d’acqua ha spinto le autorità italiane a tenere il livello del Maggiore a 1,35 metri dallo zero idrometrico, dieci centimetri in più rispetto allo scorso anno.

Quei dieci centimetri in più

Una misura che ha suscitato perplessità sia da parte del Consiglio federale sia dal Consiglio di Stato ticinese, in quanto non coinvolti nella decisione. E del livello del Verbano si parla spesso, in qualsiasi realtà istituzionale, come la Regio Insubrica o la Regione Lombardia.
A escludere un’altra estate carente d’acqua anche i risultati dei carotaggi sui principali ghiacciai della regione Lombardia condotti dal Centro Nivometeorologico di Arpa Lombardia. Tra i controllati ci sono quelli dei Fellaria Orientale e Occidentale nel gruppo del Bernina, che alimentano diversi corsi d’acqua. Finora il 2019 è stato caratterizzato da un maggiore accumulo nevoso, che ha raggiunto i livelli più alti mai registrati dal 2006. La riserva idrica stoccata nella neve risulta attualmente al 186 per cento sopra la media del periodo 2006-2018. Si tratta di una percentuale molto importante nel bilancio idrologico, in quanto rappresenta una nuova riserva idrica con capacità di rilascio graduale.
Quella che appare una primavera perfetta per quanto riguarda le riserve di acqua accumulate, presenta tuttavia il suo rovescio della medaglia: lo scioglimento delle masse nevose non deve coincidere con piogge abbondanti, per evitare esondazioni. Ma stando alle previsioni, la canicola che inizia oggi, farà il primo lavoro (permettendo per altro di evitare per qualche tempo un innalzamento della temperatura di fiumi e lago), mentre non ci si aspettano precipitazioni di rilievo. Gli esperti, in base a proiezioni, tendono quindi ad escludere che il Verbano possa uscire dal suo alveo. Non resta che cercare refrigerio in tanta acqua, sempre con la dovuta prudenza nei (talvolta insidiosi) fiumi locarnesi.

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