Locarnese

Centro di compostaggio al Pizzante: tutti i motivi del 'no'

La commissione parlamentare: 'Il progetto richiede l’utilizzo di una superficie di terreno agricolo intatto e di buona qualità troppo importante'

11 gennaio 2019
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“Verificati gli interessi in causa, considerata la compatibilità con lo sviluppo territoriale auspicato e con le implicazioni ambientali, energetiche e finanziarie, la Commissione speciale per la pianificazione del territorio ritiene che gli elementi contrari al progetto del Pizzante prevalgano chiaramente sugli elementi a favore”. È lapidaria, la commissione parlamentare, nel motivare il suo “no” al Piano di utilizzazione cantonale del Parco del Piano di Magadino riguardante le varianti Impianto di compostaggio d’importanza sovracomunale (cfr. la Regione di ieri). I motivi elencati nel rapporto (redatto dal Plr Marcello Censi) sono molteplici. In particolare, “il progetto richiede l’utilizzazione di una superficie di terreno agricolo intatto e di buona qualità troppo importante, ed è in contrasto con lo sviluppo territoriale auspicato per la zona, situata nella parte centrale del Parco del Piano di Magadino”.

Inoltre, secondo la maggioranza dei commissari, “l’ubicazione non permette di sfruttare in modo efficiente il biogas prodotto da un eventuale impianto di fermentazione, in particolare per quanto riguarda l’energia termica prodotta”; e “anche l’alternativa di produrre metano richiederebbe degli investimenti elevati per la raffinazione del biogas e per l’allacciamento alla rete di Metanord”. Senza dimenticare che “il costo per la pianificazione e la realizzazione di un nuovo impianto al Pizzante è sproporzionato rispetto agli effettivi benefici”; questo, in considerazione della “quota di mercato già persa nel frattempo dalla Compodino Sa in seguito alla decisione del Tribunale federale e alla prevedibile difficoltà di recuperarla, anche a medio termine”. Sentenza che ha convogliato il “verde” di alcuni Comuni verso la Tricomix di Cadenazzo, la cui capacità di lavorazione è cresciuta da 5’000 a 10mila tonnellate annue.

‘Favorire le collaborazioni’

Stando alla commissione, il governo deve rivedere il capitolo dedicato ai rifiuti biogeni del Piano di gestione dei rifiuti 2018-2022 e deve sostenere la realizzazione dell’impianto di fermentazione all’Ida di Giubiasco, “favorendo anche la collaborazione con gli impianti di compostaggio situati a una distanza ragionevole (ad esempio 20 km) con l’apporto di materiale adatto alla fermentazione e ritiro di digestato da post-compostare”. Infine, viene ritenuto necessario “garantire la complementarietà con gli impianti per la produzione di biogas già esistenti sul Piano, evitando in particolare di andare a sottrarre materiali attualmente trattati dagli impianti di codigestione agricola”.

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