Locarnese

L'agricoltura (condivisa) in città

Una 'polentata' per 200 persone è il primo risultato di una singolare coltivazione urbana sperimentata a Locarno

29 dicembre 2018
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L’hanno chiamata “ricerca sperimentale di agricoltura urbana” – denominazione tecnica che potrebbe intimorire – ma l’effetto pratico è una tavolata di astanti sorridenti, pronti a gustare una polenta letteralmente “costruita” con le proprie mani: partendo dalla posa di ramaglie e foglie su un terreno fino a quel momento abbandonato a se stesso, proseguendo con l’impianto di mais rosso (e patate, e fagioli neri) e lasciando poi il terreno alla completa cura della natura. Natura che ha provveduto a rispondere con generosità, consentendo una raccolta di 12 chili di semola di polenta (quella poi finita nel piatto), di 33 chili di patate e di 4 chili di fagioli. Il pranzo dimostrativo – una festa, alla mensa della Spai – ha così declinato scienza, condivisione, agricoltura e didattica.

La genesi dell’esperimento si trova nel progetto di Orto/Scuola/Quartiere (Osq), inserito sotto il grande cappello de “La scuola al centro del villaggio” ideato dal docente Spai Lorenzo Scascighini. Proprio in relazione all’Osq, Pierre Zanchi – tecnico in nutrizione umana – aveva tenuto una conferenza sul tema dell’alimentazione per gli apprendisti. Da lì era nata l’idea di estendere l’orto della scuola fino ad un terreno ghiaioso di circa 100 metri quadrati situato al confine fra i quarteri Rusca-Saleggi e Campagna, sviluppando un “Progetto Mais” cui le associazioni di quartiere hanno aderito con entusiasmo, coinvolgendo e ottenendo l’approvazione del Municipio cittadino.

Dopo la posa delle ramaglie per la pacciamatura, in primavera la semina dei chicchi di mais rosso, patate e fagioli era stata eseguita dagli allievi della Scuola speciale. Lasciato tempo al tempo, banditi sistemi di irrigazione e utilizzo di concimi e fertilizzanti chimici, l’esito è quello descritto.  La ricerca sperimentale di agricoltura urbana è infine “approdata” a scuola con la "polentata" per 200 persone, preceduta da un’ulteriore conferenza di Zanchi (sulla storia vera della polenta) e un’esposizione di una ventina di differenti spighe e pannocchie di mais e altre granaglie.

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