Locarnese

Delta Resort, il Municipio di Locarno risponde alle accuse

Non vi è stato 'nessun cambiamento di rotta': l'utilizzazione dovrà essere conforme alla destinazione d'uso quale apparthotel

Il complesso del Park Hotel con gli stabili del resort (foto Tipress)
24 luglio 2018
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Dopo la conferenza stampa di ieri della famiglia Ambrosoli e la breve risposta subito data alle accuse e critiche, il Municipio di Locarno oggi ha voluto prendere posizione in modo più ampio in merito alla vicenda del Delta Resort, puntualizzando alcuni aspetti della lunga vertenza. “Il fondo su cui sorgono le quattro palazzine del Park Hotel Delta – premette – era un terreno fuori zona edificabile. I promotori del complesso hanno chiesto ed ottenuto nel 2004 una variante di piano regolatore con lo scopo di codificare una zona alberghiera al fine di sostenere l’attività turistica e alberghiera esercitata nella vicina struttura di loro proprietà. La Città di Locarno e il Cantone hanno autorizzato la trasformazione da terreno agricolo a terreno edificabile speciale a carattere alberghiero per favorire l’attività turistica e alberghiera: un cambiamento di destinazione di questo fondo per costruire dei normali edifici residenziali non sarebbe stato possibile”. L’esecutivo aggiunge che la scheda grafica di piano regolatore, nelle disposizioni vincolanti, riporta quali destinazioni ammesse esclusivamente le “costruzioni e impianti per l’esercizio di attività turistiche di tipo alberghiero”. La residenza è quindi esclusa. Nel 2009 e nel 2011 il Municipio ha approvato il piano di quartiere e il progetto edilizio presentato dai promotori. Gli atti approvati prevedono la realizzazione di un Apparthotel, quindi di una struttura alberghiera e non di un complesso residenziale. Una domanda di costruzione per un complesso residenziale non è mai stata presentata. Non avrebbe del resto potuto essere approvata, in quanto in contrasto con la pianificazione. Prima dell’avvio dei lavori di costruzione, il Municipio ha ripetutamente ricordato ai promotori che la residenza primaria e secondaria era esclusa (lettere 26 aprile 2012, 12 marzo 2014 e 27 marzo 2015). Tutti i permessi di abitabilità rilasciati in seguito indicano che “l’utilizzazione dovrà essere conforme alla destinazione d’uso (apparthotel)”.

Nessun dietrofront

"Non vi è quindi stato – rileva l'esecutivo – alcun cambiamento di rotta da parte del Municipio, che si è sempre attenuto alle norme edilizie (che per il Park Hotel Delta prevedono la destinazione alberghiera e non residenziale) e al permesso di costruzione in essere, per un apparthotel e non per delle residenze. Per le strutture alberghiere in genere e per gli apparthotel in particolare, il criterio principale è la messa a disposizione a terzi (altrimenti si tratta di una residenza), ciò che esclude l’uso residenziale. Lo ha già specificato anche il Consiglio di Stato che, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha precisato che la zona speciale su cui sorge il Park Hotel Delta è riservata a strutture turistico-alberghiere, che i permessi edilizi e il piano di quartiere riguardano un apparthotel, che – secondo costante giurisprudenza – la caratteristica fondamentale di un apparthotel è la messa a disposizione a terzi (di regola per l’intermediario di un albergo) e che la residenza (primaria e secondaria) negli stabili del Delta Resort è quindi esclusa.
Di conseguenza "il Municipio non poteva far altro che chiedere ai proprietari del Park Hotel Delta, rispettivamente a coloro che hanno acquistato delle unità nel complesso, il rispetto della licenza edilizia e delle norme di Piano regolatore che non consentono la realizzazione di residenze, né primarie né secondarie".

Ambrosoli: 'Il Municipio non risponde su alcuni punti'

Da parte sua, Alessandro Ambrosoli, amministratore della Park Hotel Delta Ag, ribatte che il Municipio è totalmente silente "sulla perizia commissionata dalla città a Lorenzo Anastasi, già presidente del Tribunale amministrativo – il quale invita a trovare un accordo, essendo alti i rischi insiti in una causa per danni – sul conflitto d’interessi concernente il vicesindaco Paolo Caroni e anche in merito a quale giurisprudenza stabilisce che questi appartamenti si possano utilizzare solo due volte quattro settimane all’anno».

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